Sherlock: un investigatore 2.0

È quasi ormai diventato un cult trasporre le storie di personaggi dei libri in televisione; questo è quello che successo anche per Sherlock. La BBC ha infatti deciso di trasporre le avventure avvincenti del romanzo di sir Arthur Conan Doyle in televisione. Ovviamente non si poteva fare qualcosa di ormai visto, dati i recenti film del 2009 e 2011 ove nei panni di Sherlock Holmes troviamo Robert Downey Jr., quindi l’emittente britannica ha deciso di ambientare tutto nell’era digitale, quella odierna per intenderci meglio.

La serie ha avuto inizio nel 2010, ed oggi conta 3 stagioni: la quarta è prevista per il prossimo anno. Gli episodi di ogni stagione sono 3, e si caratterizzano per la durata di 90 min che forse possono distrarre lo spettatore dai punti salienti che serviranno principalmente a risolvere i casi.

Prima di continuare la lettura della recensione, ti avvertiamo che potrebbero esserci alcuni spoiler.

Lo Sherlock “tecnologico”

La serie, ambientata nei giorni odierni, ha richiesto da parte degli sceneggiatori di ricreare l’atmosfera del celebre investigatore anche dinanzi alla tecnologia. Infatti Sherlock ed il suo assistente, nonché amico, Watson si avvarranno dei computers, degli smartphones, e di altre attrezzature tecnologiche per capire cosa sia successo nel caso assegnatosi.

John Watson è un medico veterano, che dopo il concedo, cerca un appartamento nel centro di Londra. Durante una passeggiata in un parco incontra un suo vecchio amico, il quale sarà proprio lui a presentargli Sherlock, che gli proporrà di convivere nell’appartamento 221B Baker Street. Molto incuriosito dal fatto che Sherlock abbia capito che era un veterano dalla semplice vista della stampella e del cellulare, decide di andare con lui. Sherlock collabora con la polizia locale in alcuni casi, e nella stessa sera in cui conosce Watson, decide di portarlo con lui per farsi dare una mano. L’episodio pilot della serie termina con una scena in cui Watson uccide il tassista che stava quasi per far suicidare Sherlock.

Tra i due si instaurerà un rapporto quasi di fratellanza, che si andrà a fortificare nel corso della serie, anche andando in contro agli atteggiamenti da sociopatico tipico del famoso investigatore. Watson cercherà sempre di giustificare questi atteggiamenti, avvisato già precedentemente di essi da Mycroft Holmes. Non manca di certo la signora Hudson, la quale anch’essa andrà in contro al carattere di Sherlock. L’acerrimo nemico della serie è il solito Moriarty, il quale si dimostra la stessa persona sadica del racconto. Lui infatti porterà Holmes alla pazzia e a farlo credere un impostore, o questo è quello che crederà tutta Londra e diciamocela tutta, anche lo spettatore.

Conclusioni

In conclusione possiamo dire che la serie mi sta piacendo davvero molto, e date le vacanze estive, ho deciso di rivederla qualche giorno fa. Gli episodi non mancano di colpi di scena, ma sono parecchi lunghi. Durante i 90 min per episodio mi è capitato di fare qualche pausa, dato che preferivo restare lucido e capire i delitti da solo in base agli “ester eggs” durante le scene. La trama è pur sempre quella di Sherlock Holmes, quindi non possiamo lamentarci: la BBC sta facendo davvero un ottimo lavoro. Una delle poche pecche che posso sottolineare è la lunga attesa tra una stagione e l’altra, che è caratterizzata da 2 anni. La stagione 4 avrà la particolarità però, di essere ambientata nell’era storica reale dei racconti, quindi quasi sicuramente la trama attuale sarà completamente rivista, o forse sarà continuata anche se in costume? Il primo episodio speciale di essa è stato trasmesso il 1° gennaio 2016.

Cosa ne pensi tu della serie: funziona uno Sherlock Holmes ambientato nel XXI secolo?