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Il MIT presenta un sensore cardiaco e di temperatura indossabile e lavabile

Un gruppo di ricercatori del MIT ha sviluppato un nuovo tipo di sensore. Le particolarità di questo sensore sono, che può essere facilmente integrato nei capi d’abbigliamento e che si può lavare.

Il sensore è costituito da lunghe strisce flessibili, inserite in una resina epossidica. La resina di polimeri viene ottenuta mischiando una resina in parte liquida ed un indurente, la stessa che si usa in altri ambiti lavorativi. Dopodiché le strisce vengono intrecciate in piccoli canali nel tessuto. In questo caso, il gruppo di ricercatori ha sfruttato come tessuto una miscela di polyester. In pratica il tessuto simile a quello dell’abbigliamento destinato all’esercizio fisico ed aggiungerei non a caso. Anche se intrecciati all’interno del tessuto, i sensori hanno delle parti scoperte che rimangono in contatto col corpo del soggetto. Stando a stretto contatto con la pelle della persona, i sensori possono acquisire dati come la frequenza cardiaca, la frequenza del respiro e la temperatura.

Queste funzionalità hanno innumerevoli scopi e potenziali applicazioni, soprattutto in ambito medico. Poter monitotare la salute di un paziente con problemi cardiaci è il primo pensiero che viene in mente, oppure monitorare la saluto e prestazioni di uno sportivo, anticipando qualche possibile problema. Si sta già pensando ad introdurre questa tecnologia per gli indumenti militari e spaziali, non a caso il progetto è stato finanziato in parte dalla NASA e dal MIT Media Lab Space Exploration Initiative. Le possibili applicazioni sono davvero incalcolabili. Anche se duole citare ancora il Covid-19, questa tecnologia permetterebbe di monitorare persone con possibili sintomi.

I sensori al momento lavorano in modo passivo e si pensa a come poter associare l’indumento tec, a dispositivi come smartphone o smartwatch. Per ora si hanno solo prototipi in grado di farlo. Il vantaggio sostanziale di cui non abbiamo ancora parlato sono i costi. A quanto pare i costi sono davvero ridotti e pensare ad una produzione in gran quantità, grazie ai produttori cinesi, non è lontano dalla realtà.

Dall’avvento dell’emergenza queste tecnologie, che già sono in progettazione da tanto tempo, finalmente stanno venendo alla luce e prese in considerazione. Speriamo solo che la ricerca sia in campo medico,tecnlogico e biotecnologico, venga continuamente supportata. Nella speranza che tutte queste tecnologie ci supportino al meglio e che ci rendano la vita migliore e che non vengano sfruttate in modo malevolo.

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