Improvvisarsi scrittori con Medium

“Un posto dove condividere le proprie storie, ma con più di 140 caratteri”

Forse saranno state queste le parole di Evan Williams, quando nel 2012, ha fondatato la piattaforma di publishing Medium. Perché proprio i 140 caratteri vi starete domandando: una domanda comprensibile per chiunque non usi assiduamente il social network Twitter, dato che non sanno che Williams è uno dei fondatori di quest’ultimo.

Il programmatore però, oltre l’esperienza acquisita con Twitter, ne aveva avuta una precedente, ovvero quella di Blogger. Insomma, tre dei più famosi e moderni sistemi per pubblicare degli scritti online, sono frutto dell’idea di Williams. Be’, idea è un eufemismo, dato che ci sono infinite piattaforme simili. A differenza di quello che si pensava nell’agosto di 4 anni fa, Medium non è diventata una piattaforma associata alla Twitter Inc., ma bensì autonoma, e tra l’altro, nelle ultime settimana la si è potuta trovare al 400esimo rank di Alexa, più o meno. Da come si può notare nei successivi 10 minuti dalla registrazione, il sito è un misto di funzioni che si possono trovare, o che meglio, sono state introdotte per prime, da Reddit e Tumblr.

Come funziona Medium

Una volta entrati nel sito, non si può far a meno ché notare il design morbido, contraddistinto dai soli colori presenti nella scala dei grigi e dal verde acqua, presente esclusivamente nei bottoni chiave, quali quelli per esempio entrare, registrarsi o scrivere una storia.

La registrazione non è obbligatoria, tranne se si vuole pubblicare una storia, o votare e/o commentare un articolo; in tal caso vi si può registrare tramite email, account Twitter, Facebook o Google. I profili personali prendono spunto dagli oramai moderni social network: follower(s), post(s) pubblicati ed i link ai vari profili personali di altri siti web. Il design è minimal – fino al punto che le icone, presenti oramai in qualunque sito presente in rete, sono rimpiazzate dalle scritte – quindi ci vorranno pochi login per prendere una completa famigliarità con l’interfaccia del menù e della scrittura/pubblicazione. Una delle cose che ci richiederà subito dopo la registrazione sarà quella di scegliere dei campi di interesse, quali potranno essere tecnologia, scienza, finanza, economia, arte, etc. Gli articoli si suddividono quindi come su Tumblr, per aerea di interesse. Oltre a queste aeree, ci sono i trend, i quali compariranno nella homepage e che ci indirizzeranno agli articoli annessi. L’interfaccia di scrittura è WYSIWYG, che vi giuriamo non essere una bestemmia, ma che è un sistema in cui il testo si può formattare in tempo reale, dato che il linguaggio di formattazione, viene compilato automaticamente. Lo stesso sistema di interfaccia è utilizzato da WordPress e da molti altri siti. È inoltre possibile aggiungere immagini, video e/o allegati. Una volta pubblicato, l’articolo potrà essere condiviso in altri social. Il sistema dei voti è molto simile a quello di Reddit ed esso si suddivide in:

• Raccomanda l’articolo, indicato con un cuore, il quale farà comparire un’anteprima di esso nel nostro profilo personale;
• Responses, ovvero il sistema di commenti;
• Bookmakers, l’aggiunta di una raccolta di articoli che desidiamo leggere in futuro;
• trovare altre storie simili o con lo stesso tag.

Personalmente non trovo Medium solo un semplice sito web disegnato bene, ma anche una ottima opportunità per i giovani e non solo, di esprimere la propria passione per la scrittura e la lettura. Il sito inoltre dispone di una pagina in italiano, nella quale vi si possono trovare articoli di interesse generale scritti da autori italiani.