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Apple utilizzerà le architetture ARM al posto di quelle Intel

Da tempo si vociferava che Apple stesse pensando di un cambio per i propri processori, nello specifico per quelli presenti sui propri Macbook. Questa tesi era avvalorata dalle ultime dichiarazioni di Tim Cook. Più volte ha presentato gli ultimi iPad Pro, come dispositivi nettamente superiori ad i pc odierni, sia per prestazioni che consumi.

Ma facciamo un punto della situazione sui processori ARM. Fino a diversi anni fà le uniche architetture in commercio erano quelle sui cui si basavano Intel ed AMD ossia chip x86 (Per maggiori informazioni potete leggere questo nostro articolo che fà un excursus storico). Le architetture ARM sono arrivate in seguito e le caratteristiche che le distinguevano erano bassi costi e buone prestazioni. Per anni gli ARM hanno avuto prestazioni nettamente inferiori rispetto ai processori normali, ad oggi questo sembra essere un lontano ricordo. Gli ARM si distinguono per un’ulteriore caratteristica, molto importante, ossia i consumi. In questi anni le prestazioni degli ARM sono aumentate in modo esponenziale però conservando consumi davvero bassi. Queste caratteristiche gli hanno permesso di essere uno standard per il mondo degli Smartphone e Tablet. Dove Intel aumentava consumi e limitava la crescita delle prestazioni, ARM sembra aver preso il sopravvento.

La differenza sostanziale tra i chip x86 ed ARM è il set di istruzioni, ossia in che modo sono stati programmati, tramite il linguaggio di programmazione Assembly. Il lunguaggio Assembly è quello che fa funzionare i chip ed è alla base di ogni dispositivo elettronico. Il set di istruzione usato degli x86 è chiamato CISC (“Complex Instruction Set Computing”) mentre quello degli ARM è RISC (“Reduced Instruction Set Computing”). Il CISC permette di eseguire un certo compito col minor numero di passaggi Assembly possibile ma richiede più cicli di clock. Mentre il RISC divide ogni processo in estremamente piccoli e semplici passaggi, ciascuno dei quali può essere eseguito in un unico ciclo di clock.

In breve il chip CISC può dare molto più lavoro ed avere migliori prestazioni, comporta però un maggior numero di transistor. Il chip RISC, con un singolo ciclo di clock, ha bisogno di meno memoria. Il RISC ha bisogno di un numero inferiore di transitor che comporta minor consumo energetico. Negli anni 80, date anche le limitazioni tecnlogiche ed altri motivi, fu preferito il CISC. Anche se negli anni le architetture CISC e RISC hanno preso spunto da progettazioni l’uno dall’altra. Ma quale è il reale problema che porta il cambio di architettura?

Il problema che porta il cambio dell’architettura è l’incompatiblità delle APP/Software ideati per una precisa piattaforma. Non è possibile far funzionare APP/Software da una piattaforma ad un’altra, semplicemente installandola. Un esempio simile potremmo fare con le applicazioni del nostro smartphone. Indifferentemente dal fatto che stiamo parlando di Windows, Android o iOS non posso installare la stessa applicazione su tutti i dispositivi. Non posso scaricare un applicazione dal PlayStore ed installarla su Windows, sia perchè il sistema operativo è diverso, sia a causa dell’architettura. L’unico modo per ovviare a questo problema o è riprogettare l’applicazione o emularla. Di fatti questo è il problema che sta cercando di risolvere Microsoft da un bel pò, dopo la dichiarazione del progetto Windows X. Cercare di far funzionare questa versione di Windows anche su architettura ARM. Attualmente Microsoft è riuscita solo ad emulare alcuni procedimenti e questo ha portato a drastici cali prestazionali.

Questo problema invece sembra non preoccupare Apple. Di fatti il colosso di Cupertino ha appena stretto un nuovo accordo con TSMC, produttore delle CPU per iPhone e iPad. Questo accordo dovrebbe dare vita a ben tre processori con architettura ARM che dovrebbero arrivare sui futuri MacBook. Se così fosse il primo MacBook, con processore A14 Bionic, potrebbe arrivare già durante il 2021. Stando ai primi rumor, la CPU ARM potrebbe contare su ben 12 core. Il dubbio però rimane sempre per quanto riguarda le applicazioni, sopratutto nell’ambito professionale. Un’ulteriore nota è da fare sui vantaggi economici che né trarrebbe Apple. Producendo in casa propria il processore A14, non sarebbe più legata ad Intel sia per termici economici che gestionali.

Pensiamo che il futuro per le CPU ARM sia roseo. Voi cosa né pensate? Fateci sapere nei commenti!

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