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Rete 5G in Italia, i primi lavori con due anni di ritardo
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Rete 5G in Italia, i primi lavori con due anni di ritardo

01-01-2017 Emanuele Caracci

Rete 5G

L’Agcom e l’Antitrust accelerano per spingere la roadmap verso le reti di nuova generazione e le istituzioni europee si accordano per assegnare le frequenze tv alla rete, però, rispetto agli altri paesi europei, il nostro subirà un ritardo di due anni.

Lo spettro di frequenza radio sarà sopra i 6 Ghz.  Le frequenze ‘madrè per il 5G saranno però, in Europa, i 700 MHz ora utilizzati dalle tivù.

Gli accordi europei

Ripetitore 5G

E’ arrivato pochi giorni fa un accordo fondamentale in sede di Unione Europea (negoziati del trilogo: Consiglio, Parlamento e Commissione Ue), sui principi per liberare i 700 MHz. Le parti, compresa l’Italia, si sono accordate per concedere tempo agli Stati fino al 2022, invece che al 2020, per liberare le frequenze nei Paesi dove ci sono alcune circostanze particolari.

Anche le frequenze 3.6-3.8 GHz potrebbero andare per le reti 5G, ma su questo ancora non sappiamo molto.

Le novità principali del 5G

Con il 5G è in gioco la possibilità dell’Italia di restare al passo con l’evoluzione tecnologica, dato che le reti mobili saranno sempre più essenziali negli scenari futuri, come la web radio. Non solo! Come già è in paesi come il Giappone, riusciremo a connettere robot ad una intelligenza centralizzata per spostare oggetti in un magazzino… e su questo spazio alla fantasia!

Giustamente l’Antitrust afferma:

La transizione deve essere pianificata con ampio anticipo al fine di permettere a tutti gli stakeholder (operatori di rete, fornitori di servizi media, produttori di dispositivi di ricezione, utenti) di conoscere con certezza le modalità e le tempistiche del processo di modifica dello spettro frequenziale”.

Sempre l’Antitrust afferma:

“Il nuovo standard trasmissivo DVB-T2 (ossia il nuovo digitale terrestre) può garantire un uso più efficiente dello spettro radio, limitando l’effetto dovuto alla riduzione dei multiplex televisivi. Tuttavia, vale sottolineare che, poiché non sembra ancora chiaro quale codifica video verrà associata a tale standard (MPEG-4 H.264 o HEVC H.265), si è creata un’elevata incertezza sui dispositivi che potrebbero essere compatibili con le future specifiche tecniche del digitale terrestre. Inoltre, l’eventuale scelta di utilizzare lo standard DVB-T2 dovrebbe prevedere adeguati correttivi volti a ridurre gli inconvenienti per gli utenti, pianificando una transizione tecnologica con tempistiche che tengano in considerazione l’obsolescenza dei dispositivi riceventi e il naturale ricambio degli stessi, nonché prevedendo l’eventuale trasmissione di alcuni programmi lineari in simulcast in tecnologia DVB-T e DVB-T2”.

Conclusioni

In Italia purtroppo gli svantaggi sono due: di avere un 5G in grave ritardo e di dover anticipare la spesa per nuove tv compatibili con il DVB-T2.
Vi sembrerà assurdo, ma ci sono ancora paesi tra cui il mio in Italia che hanno ancora il 2G! In alcuni casi invece troviamo l’assenza di 3G e un 4G non retrocompatibile, ovvero solo 4G.
In questo caso significa che i dispositivi non 4G non potranno navigare oltre i 54kb/s.
Mi auguro che gli aggiornamenti siano fatti non solo nei grandi centri abitati, ma dappertutto. Cerchiamo di accontentare tutti insieme.

E voi cosa ne pensate?  Quali sono le vostre aspettative?


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2 risposte a “Rete 5G in Italia, i primi lavori con due anni di ritardo”

  1. Santo Cariotti ha detto:

    Il alcune zone il 3G è già un miracolo ‘-‘

  2. Nicolò ha detto:

    Siamo appena al 4G. Dico che l’idea di introdurre il 5G sia pessima visto che il 4G non copre ancora tutta l’Italia.

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