Concordia, scoglio in mare. Schettino in tv: "fui l'ultimo a uscire da nave"

Rapinder

Utente Esperto
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19 Settembre 2011
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GROSSETO - Dopo un anno dalla tragedia il suono prolungato delle sirene dei traghetti ha salutato il ritorno in mare dello scoglio delle Scole contro cui un anno fa andò a schiantarsi la Concordia prima di naufragare. Alla cerimonia, che apre le iniziative previste per l'anniversario della tragedia, hanno assistito i familiari e i parenti delle 32 vittime del disastro a bordo di uno dei traghetti. Lo scoglio era stato strappato dalla Concordia ed era rimasto conficcato nella lamiera per diversi mesi.

SCHETTINO: "NON ERA UN INCHINO" «Quello non era un inchino, era un passaggio vicino all'isola, pianificato con la Costa. La scelta sulla pratica dell'inchino è lasciata al comandante e io non ho mai chiesto l'autorizzazione per fare inchini. Anche il 14 agosto c'era stato un inchino: si fa quando si può, quando ci sono le condizioni o quando la navigazione diventa noiosa». Così il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino in un'intervista trasmessa a Domenica In.
«Io avevo indicato una rotta che passava a circa mezzo miglio dalla costa del Giglio, circa 600 metri, poi c'è stata come tutti sanno una telefonata - ha aggiunto riferendosi alla comunicazione con il comandante Palumbo - ma non era certo per chiedere indicazioni, per quello avevo la carta nautica. In realtà non eravamo alla distanza minima ma la nave stava puntando verso gli scogli».

"HO VISTO LA MONTAGNA, LA NAVE POTEVA RESTARE INDENNE" «Mi sono spostato davanti al finestrone» della plancia di comando «e c'era la montagna di fronte, andavamo dritti verso la montagna». Così Francesco Schettino nell'intervista trasmessa da «Domenica in» su Raiuno. «Chi è preposto al radar doveva dire che c'era la terra di fronte. Mi è stato detto che se passavamo dritti andavamo bene. Così mi sono autoincolpato perchè ho seguito le indicazioni che ho avuto».
«Nel mio interrogatorio ho detto che se non viravamo non prendevamo nulla». Così il comandante della Costa Concordia in una intervista trasmessa da «Domenica in» su Raiuno. «Se il timoniere avesse capito bene - ha poi detto Francesco Schettino - la nave sarebbe passata senza che succedesse nulla».


SCHETTINO L'ULTIMO A USCIRE DALLA CONCORDIA «A mezzanotte e dieci circa, e c'è una telefonata a Ferrarini che lo conferma, io sono stato l'ultimo a uscire dalla nave, dal lato sommerso». Lo rivela il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, in un passaggio dell'intervista a 'Domenica In'. Schettino respinge l'accusa di avere abbandonato la nave prima che fossero sbarcati tutti: «L'avrei capita se la Concordia fosse affondata dritta, ma la nave si è ribaltata - ha ricordato il comandante -. La nave si è capovolta e i bracci delle gru stavano intrappolando l'ultima scialuppa utilizzata per fare la spola con la terraferma. Ho visto la scialuppa, l'ho liberata dai ganci e mi sono messo al posto del timoniere». Schettino ha poi aggiunto: «Se avessimo fatto l'abbandono nave in mare, la nave si sarebbe inabissata verso le 23, invece - sostiene - abbiamo avuto un'ora e un quarto in più per fare lo sbarco».

LA MESSA Tanta commozione e anche molte lacrime, soprattutto tra i parenti delle 32 vittime del naufragio di Costa Concordia presenti nella chiesta parrocchiale del porto dell'Isola del Giglio insieme a molti dei superstiti arrivati appositamente al Giglio per le manifestazioni in ricordo del primo anniversario del naufragio. Presieduta dal vescovo di Grosseto monsignor Guglielmo Borghetti la messa si è conclusa pochi minuti fa con il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano letto dal prefetto di Grosseto Valentini. Il vescovo, davanti alle tante autorità presenti - tra gli altri il ministro dell'Ambiente Corrado Clini e il sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti Guido Improta, il responsabile del Dipartimento della Protecione Civile Franco Gabrielli - ha voluto collegare la «generosità» degli isolani alle letture della messa «tutti quella notte fortificò, consolidò». Monsignor Borghetti ha ricordato anche quanti rischiarono la vita per salvare in naufraghi e ha chiesto a tutti di pregare «per le vittime, per i soccorritori e per i soccorsi». Al termine della messa il parroco don Lorenzo, che la notte del 13 gennaio 2012 aprì le porte della chiesa per accogliere i naufraghi, ha portato un breve saluto e rivolgendosi soprattutto ai familiari delle vittime ha detto «questa sarà sempre casa vostra». Tra le tante autorità presenti anche gli ambasciatori in Italia di Germania e Francia, il console statunitense a Firenze, i vertici di Costa Crociere, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Presenti anche nelle prime file tutte le rappresentanze dei diversi corpi che contribuirono ai soccorsi e successivamente alla messa in sicurezza della Concordia. Al termine della funzione sono stati consegnati i riconoscimenti alla solidarietà intitolati a padre Luciano Baffigi, un frate francescano nato all'Isola del Giglio e morto lo scorso anno in Africa.

IL PARROCO SU SCHETTINO Un anno fa, quando si contarono i morti della tragedia della nave Concordia, don Gennaro Astarita, parroco di Meta di Sorrento (Napoli), difese il comandante Schettino. E un anno dopo lo fa di nuovo, blindandolo nel silenzio. Stamattina - conferma don Gennaro - nel corso dell'omelia domenicale alla basilica pontificia di Santa Maria del Lauro, «non farò alcun riferimento alla tragedia della Concordia, ci pensano a farlo già all'Isola del Giglio». Il comandante Schettino, don Gennaro lo ha incontrato l'ultima volta a Natale. «L'ho trovato provato, dispiaciuto ma pur sempre forte e combattivo - ha detto stamani don Gennaro - del resto per sopportare il peso di una tragedia così l'unico modo è essere forte». «Non farò nessun riferimento nell'omelia alla tragedia della Concordia, ma, certo, pregheremo per loro in silenzio - ha concluso don Gennaro - com'è giusto che sia».

A META SORRENTO: "SCHETTINO, UN BRAVISSIMO COMANDANTE" Scandiscono bene le parole e sul comandante Francesco Schettino a Meta di Sorrento (Napoli) oggi dicono che «è un bravissimo comandante». E così, come un anno fa, quando a poche ore dalla tragedia la sua terra lo difese, anche oggi che Schettino è indagato per la morte di 32 persone, la sua terra continua a difenderlo. Ferdinando, imbianchino, lo dice senza se e senza ma: «Schettino è un bravo, bravissimo comandante. Se mi fido? Certo che sì, andrei su una sua nave come mercantile e come turista. Non ha sbagliato solo lui, quel giorno», dice Ferdinando. E a dirlo sono anche altri. «La società sapeva dell'inchino e la società doveva difenderlo - dice Pasquale - errare è umano e lui ha sbagliato, ma la colpa non è solo la sua».

CHIUSA CASA SCHETTINO Silenzio e finestre chiuse a casa di Francesco Schettino, oggi, a un anno dalla tragedia della Costa Concordia. Nessuna risposta al citofono e al telefono. In paese qualcuno dice di aver visto Schettino in questi giorni. Ma tanti altri, perfino i vicini di casa, dicono che il comandante in giro non lo si vede proprio più. Intanto nel vicoletto di Meta di Sorrento che porta a casa Schettino, resta in bella mostra la scritta sul muro «Stampa e tv = infamità».

LA CERIMONIA PER RICORDARE LE VITTIME Ad un anno dal naufragio della Costa Concordia l'Isola del Giglio ricorda la tragedia e le 32 vittime. Già da ieri sera sull'isola sono arrivati anche i primi naufraghi che quella notte erano a bordo della nave e che domani parteciperanno alle cerimonie in programma sull'isola. Il primo appuntamento è previsto per le 10 con il riposizionamento in mare, alle Scole, dello scoglio strappato via dalla Concordia. Alle 11 è in programma nella chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano al porto una messa e alle 15,30 verrà invece scoperta una targa sul molo in memoria delle vittime della tragedia. Nel pomeriggio, infine, è previsto un concerto nella chiesa di San Pietro al Giglio Castello e infine, all'ora esatta del naufragio, verranno lanciate in mare delle fiaccole.
Ieri in serata è arrivato anche il capo della Protezione Civile, Franco Gabrinelli che ha voluto incontrare i naufraghi e le loro famiglie.

Intanto nelle ultime ore la Guardia Costiera ha diffuso un video dei primissimi soccorsi subito dopo l'impatto della nave con lo scoglio.

L'INCHIESTA C'è soddisfazione nel Comune dell'Isola del Giglio per «i tempi veloci» per i quali la Procura di Grosseto sta procedendo nell'inchiesta sul naufragio della Costa Concordia. Lo conferma l'avvocato dell'amministrazione comunale Alessandro Maria Lecce, arrivato stamani al Giglio per le commemorazioni organizzate ad un anno dal naufragio. «È chiaro che Costa Crociere, non avendo ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini è da ritenere che non sia tra gli indagati», dice Lecce che però, subito dopo, continua «non è difficile immaginare, comunque, che ci sarà un momento in cui verrà citata, verrà chiamata a rispondere civilmente dei danni». Il legale, che rappresenta il Comune dell'Isola del Giglio, è convinto che la Procura, che ha già chiuso l'incidente probatorio, proseguirà con la stessa «celerità» anche nel proseguo del processo.

Leggo.it