Problema Infibulazione: in Italia si pratica, eccome Sono a rischio migliaia di bimbe immigrate

Carrie

Utente Strepitoso
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31 Agosto 2010
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"In Italia, ogni anno ci sono 2000-3000 bambine a rischio di essere infibulate". E' l'allarme lanciato da Aldo Morrone, direttore dell'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), alla vigilia della Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, fenomeno che solo in Italia interessa 30-35mila. Tuttavia, le tragedie personali della mutilazione genitale hanno dimensione planetaria, se si pensa che nel mondo sono oltre 120 milioni le donne vittime di questa pratica, in 29 pesi, con 3 milioni di bambine e ragazzine che ogni anno subiscono l'infibulazione. E' possibile firmare un appello per la messa al bando di questa pratica sul sito di Non c'è pace senza giustizia 1 .

La ricerca. E' un dramma nascosto quello delle donne immigrate vittime di questa pratica. Solo nella capitale, dal 1996, sono state curate in diecimila. I dati arrivano dalla ricerca svolta in quattro regioni italiane e raccolti nel libro: "Sessualità e culture- Mutilazioni genitali femminili: risultati di una ricerca in contesti socio-sanitari", a cura di Aldo Morrone e Alessandra Sannella. Lo studio ha esaminato un campione composto da 1.421 persone che lavorano in ambito socio-sanitario. Coinvolgendo 313 mediatori culturali e 1.108 operatori sanitari si è cercato di capire chi di loro era venuto a contatto con bambine a rischio di infibulazione.

Si pratica a pagamento. Anche se in Italia la legge vieta questa pratica, la situazione è sempre più preoccupante. "Nel nostro Paese ci sono ancora medici e le anziane delle comunità che, a pagamento, praticano l'infibulazione - spiega Morrone - ce ne accorgiamo solo quando le donne vengono negli ambulatori e osserviamo danni recenti che fanno pensare a un intervento di questo genere".

Senza anestesia. Spesso le mutilazioni sono fatte senza anestesia, con coltelli, lame di rasoio, vetri rotti o forbici. Situazioni a rischio che possono portare anche alla morte. L'emorragia che ne consegue viene arrestata tamponando la ferita con garze e bendaggi o, nei casi migliori, con punti di sutura. Le conseguenze sono infezioni, cheloidi, tetano e addirittura infertilità, oltre a problemi nei rapporti sessuali e durante il parto.

Le bambine del Corno d'Africa. "Essere a rischio non vuol dire che verranno infibulate - afferma Morrone - ma si tratta di bambine che provengono da Paesi a forte tradizione rescissoria, come Corno d'Africa, fascia sub-sahariana, Egitto e Sudan, e se non riusciamo ad intercettarle facendo conoscere alle famiglie la realtà italiana e la legge che vieta l'infibulazione, c'è la possibilità che questo numero passi da rischio a realtà".

La legge del 2006. A quattro anni dalla legge (n.7-01-2006) che vieta l'infibulazione è ancora difficile fare un bilancio sulla sua efficacia in Italia. Nel mondo più di 130 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali (Mgf) e solo in Italia si calcola che siano 30.000-35.000. E' il dato più alto in Europa, che in totale conta 500mila vittime.

Un fenomeno nascosto. Nel nostro Paese non esistono dati ufficiali sul questo fenomeno nascosto visto che chi pratica questa usanaza può essere punito con una pena che può arrivare a 12 anni di reclusione. Spesso il problema è quello delle vacanze nei paesi d'origine. Se in Italia 'il tagliò è vietato, la possibilità di superare l'ostacolo è infatti quello di effettuare l'infibulazione all'estero.

Si fa nei centri per piercing. In molti paesi europei le mutilazioni vengono eseguite nei centri di chirurgia estetica vaginale o in quelli dove si fanno piercing e tatuaggi. "Il fenomeno paradossale - dice Morrone - è quello delle giovani ragazze, adolescenti nate in Italia da genitori immigrati o trasferitesi da piccole che desiderano essere infibulate, una volta raggiunta la maggiore età. "Siamo a conoscenza anche di casi in cui, dopo un viaggio nei Paesi d'origine - prosegue Morrone - alcune bambine sono state infibulate. Su questo gli insegnanti possono svolgere un'azione di sentinella, osservando i comportamenti e i cambiamenti d'umore delle bambine".

L'appello. Contrastare il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, secondo Morrone, è possibile solo conoscendo a fondo le sue origini e la sua diffusione in Africa, dove viene praticato in 28 Paesi. "E' un fenomeno possibile tra le comunità immigrate più isolate. Per questo è importante lavorare con la scuola e i mediatori culturali. Bisogna favorire l'integrazione", dice Morrone che lancia un appello: "Si potrebbero offrire dei "benefit sociali" alle donne immigrate che, formalmente, rinunciano all'infibulazione. Partirei da buoni per l'acquisto di libri scolastici, accesso facilitato agli asili nido e alle scuole elementari, strumenti che tacitano l'integrazione".


Pregherei l utenza, di trattare questo argomento nel massimo rispetto di tutti, anche e soprattutto della religione a cui appartiene questo rito.
Non ho inserito questo post per il semplice "copia e incolla", ma per discutere, ripeto, NEL MASSIMO RISPETTO di questo fenomeno reale ed esistente!

Fonte: LaRepubblica