- 25 Agosto 2008
- 4.656
- 0
- Miglior risposta
- 0
Maldini, il predestinato
"Paolo è il manifesto della bellezza del calcio" si legge nella motivazione del Premio Facchetti. Papà Cesare: "Ha dato vita alla nostra famiglia". Dan Peterson: "E' quattro cose insieme: tecnica, cervello, cuore e attributi"
MILANO, 27 ottobre 2008 - Quasi un "red carpet". La crema del calcio italiano. La storia in un filo sottile che unisce un mito dopo l'altro. Da Giacinto Facchetti a Paolo Maldini e chi lo ha visto crescere. Presidenti, ex colleghi, giornalisti. E papà Cesare.
ORGOGLIO - Qualcuno ha chiesto all'ex capitano rossonero ed ex c.t. della Nazionale: "Ma lei come ha fatto a farlo così bravo?". L'orgoglioso (come non potrebbe esserlo?) Cesare Maldini risponde: "Guardi che è tutto merito della mamma". Sfodera un sorriso sornione. Poi aggiunge: "Sono onoratissimo. Di mio figlio adoro la personalità che gli permette di essere una grande persona sia in campo che fuori. Una cosa è certa: Paolo ha dato vita alla nostra famiglia".
ETERNITA' - L'amministratore dlegato del Milan, Adriano Galliani, mette insieme quattro parole illuminanti: "Paolo è il Milan". Banale, direbbero in molti. Invece il numero due rossonero regala una chicca: "Nel 1986 quando iniziò l'era Berlusconi - rivela Galliani - Paolo era l'unico giocatore che era arrivato prima di noi". Eternità. E aggiunge: "Proprio quell'anno scadeva il suo contratto. Mi ricordò che Cesare venne da me a chiedere rinnovo e soldi, ma sempre con una premessa: in ogni caso noi Maldini dal Milan non andiamo via". Cesare e poi Paolo, vicino all'addio al calcio. Galliani ricorda ancora una volta: "La maglia numero 6 di Baresi è stata ritirata forever. La 3 di Paolo avrà invece una scadenza; la rispolvereremo quando toccherà a un nuovo Maldini".
PALLONE D'ORO - "Sono felicisimo, una cosa naturale", sostiene Massimo Moratti. "Ancora oggi tutti vorrebbero dargli il Pallone d'oro. E' simpatico, semplice, ha stile. Bella persona e per me è strano perché i milanisti i li vedo diversi", aggiunge.
CUORE - C'è anche Dan Peterson. La premiazione di Maldini non se la sarebbe mai persa: "Paolo è un numero 1 - esclama con il suo inconfondibile accento -. Ma lui è un cestista mancato; sarebbe stato una straordinaria guardia tiratrice. Paolo è quattro cose: tecnica, cervello, cuore e attributi".
COMMOZIONE - Ha gli occhi lucidi Bruno Pizzul. Quante volte ha esclamato il nome di Maldini? "Una cifra impossibile. Paolo - spiega la voce di mille telecronache - è un calciatore antico che sta benissimo nel calcio moderno".
STORIA - E poi Gian Felice Facchetti, il figlio di Giacinto. Lui, attore e regista, fuori dal coro, ma dentro fino al collo. "Paolo è la storia, la pacatezza. Anzi, la storia di uno stile. Esattamente quello che era mio padre. Questo premio è l'affetto intramontabile per il capitano del Milan, come quello che è rimasto intatto per Giacinto. Mi piace pensare che tutto ciò faccia parte della tradizione di Milano, perché è bello ricordare come Inter e Milan negli anni Sessanta erano unite da uno spirito comune. Quello che sogno adesso". Come dice la motivazione del premio "una magica predestinazione ha guidato la carriera di Paolo sulle orme di Giacinto: nel Milan e nella Nazionale. Stesso ruolo, stesso numero di maglia, stessa educazione sportiva, stesso carisma di capitano, stessa fedeltà alla maglia e un perfetto equilibrio tra grinta, fascino personale e rispetto degli avversari. Regole di sport, regole di vita. La storia del calcio ha vissuto e vive ancora una stupenda staffetta tra campioni timbrati Inter e Milan, ma in realtà campioni di tutti. Il Premio Facchetti nelle mani di Paolo Maldini corona gloriosamente una vicenda che, al di là del suo valore sportivo e morale, è un manifesto della bellezza del calcio".
Fonte: Gazzetta
"Paolo è il manifesto della bellezza del calcio" si legge nella motivazione del Premio Facchetti. Papà Cesare: "Ha dato vita alla nostra famiglia". Dan Peterson: "E' quattro cose insieme: tecnica, cervello, cuore e attributi"
MILANO, 27 ottobre 2008 - Quasi un "red carpet". La crema del calcio italiano. La storia in un filo sottile che unisce un mito dopo l'altro. Da Giacinto Facchetti a Paolo Maldini e chi lo ha visto crescere. Presidenti, ex colleghi, giornalisti. E papà Cesare.
ORGOGLIO - Qualcuno ha chiesto all'ex capitano rossonero ed ex c.t. della Nazionale: "Ma lei come ha fatto a farlo così bravo?". L'orgoglioso (come non potrebbe esserlo?) Cesare Maldini risponde: "Guardi che è tutto merito della mamma". Sfodera un sorriso sornione. Poi aggiunge: "Sono onoratissimo. Di mio figlio adoro la personalità che gli permette di essere una grande persona sia in campo che fuori. Una cosa è certa: Paolo ha dato vita alla nostra famiglia".
ETERNITA' - L'amministratore dlegato del Milan, Adriano Galliani, mette insieme quattro parole illuminanti: "Paolo è il Milan". Banale, direbbero in molti. Invece il numero due rossonero regala una chicca: "Nel 1986 quando iniziò l'era Berlusconi - rivela Galliani - Paolo era l'unico giocatore che era arrivato prima di noi". Eternità. E aggiunge: "Proprio quell'anno scadeva il suo contratto. Mi ricordò che Cesare venne da me a chiedere rinnovo e soldi, ma sempre con una premessa: in ogni caso noi Maldini dal Milan non andiamo via". Cesare e poi Paolo, vicino all'addio al calcio. Galliani ricorda ancora una volta: "La maglia numero 6 di Baresi è stata ritirata forever. La 3 di Paolo avrà invece una scadenza; la rispolvereremo quando toccherà a un nuovo Maldini".
PALLONE D'ORO - "Sono felicisimo, una cosa naturale", sostiene Massimo Moratti. "Ancora oggi tutti vorrebbero dargli il Pallone d'oro. E' simpatico, semplice, ha stile. Bella persona e per me è strano perché i milanisti i li vedo diversi", aggiunge.
CUORE - C'è anche Dan Peterson. La premiazione di Maldini non se la sarebbe mai persa: "Paolo è un numero 1 - esclama con il suo inconfondibile accento -. Ma lui è un cestista mancato; sarebbe stato una straordinaria guardia tiratrice. Paolo è quattro cose: tecnica, cervello, cuore e attributi".
COMMOZIONE - Ha gli occhi lucidi Bruno Pizzul. Quante volte ha esclamato il nome di Maldini? "Una cifra impossibile. Paolo - spiega la voce di mille telecronache - è un calciatore antico che sta benissimo nel calcio moderno".
STORIA - E poi Gian Felice Facchetti, il figlio di Giacinto. Lui, attore e regista, fuori dal coro, ma dentro fino al collo. "Paolo è la storia, la pacatezza. Anzi, la storia di uno stile. Esattamente quello che era mio padre. Questo premio è l'affetto intramontabile per il capitano del Milan, come quello che è rimasto intatto per Giacinto. Mi piace pensare che tutto ciò faccia parte della tradizione di Milano, perché è bello ricordare come Inter e Milan negli anni Sessanta erano unite da uno spirito comune. Quello che sogno adesso". Come dice la motivazione del premio "una magica predestinazione ha guidato la carriera di Paolo sulle orme di Giacinto: nel Milan e nella Nazionale. Stesso ruolo, stesso numero di maglia, stessa educazione sportiva, stesso carisma di capitano, stessa fedeltà alla maglia e un perfetto equilibrio tra grinta, fascino personale e rispetto degli avversari. Regole di sport, regole di vita. La storia del calcio ha vissuto e vive ancora una stupenda staffetta tra campioni timbrati Inter e Milan, ma in realtà campioni di tutti. Il Premio Facchetti nelle mani di Paolo Maldini corona gloriosamente una vicenda che, al di là del suo valore sportivo e morale, è un manifesto della bellezza del calcio".
Fonte: Gazzetta