Walter 22

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19 Giugno 2007
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« \mathfrak{L}a psicologia si occupa dei "giochi" della mente, studia le partite che le persone giocano fra loro e le neuroscienze studiano i mezzi con cui giocare: un bastone puo' servire al battitore per colpire la palla che il lanciatore gli lancia in una partita di baseball, ma lo stesso bastone puo' servire a qualcun altro per rompere la faccia di un amico. »

(Luciano Mecacci, Psicologia moderna e postmoderna, Laterza Editore, 1999, ISBN 88-42-05784-3)

La psicologia è: lo studio scientifico del comportamento degli individui e dei loro processi mentali.[1] Studia i rapporti che intercorrono tra un essere vivente e se stesso e i rapporti che intercorrono tra un essere vivente e l'ambiente in cui vive. Rapporti che si possono esprimere in termini di esperienza e comportamento. Ha per oggetto di studio i processi mentali. Attualmente la psicologia è una scienza composita, i cui metodi di ricerca vanno da strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da strettamente individuali (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale) a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti 'gruppi focali'). Queste diversità di approccio hanno causato un proliferare di discipline psicologiche e di matrici culturali che tendono a sostenere punti di vista diversi e spesso in conflitto tra loro.
Indice
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* 1 Etimologia del termine
o 1.1 Nascita del termine
* 2 Evoluzione storica
o 2.1 Le origini
o 2.2 La nascita della psicologia scientifica
o 2.3 Il padre fondatore della psicologia
o 2.4 Franz Brentano
o 2.5 Diffusione in America
o 2.6 Le scuole russe
o 2.7 Freud e la psicoanalisi
o 2.8 Il predominio del comportamentismo
* 3 Psicologia moderna e psicologia postmoderna
o 3.1 Psicologia moderna
o 3.2 Psicologia postmoderna
* 4 I processi mentali
o 4.1 I processi cognitivi
o 4.2 I processi dinamici
o 4.3 Altri processi mentali
* 5 Prospettive teoriche e terapeutiche
o 5.1 Prospettive prevalentemente teoriche e di ricerca
o 5.2 Prospettive prevalentemente terapeutiche e di intervento
* 6 Note
* 7 Bibliografia
* 8 Voci correlate
* 9 Altri progetti
* 10 Collegamenti esterni

Etimologia del termine [modifica]

Il termine psicologia deriva dal greco psyché (#968;#965;#967;#942;) = spirito, anima e da logos (#955;#972;#947;#959;#962;) = discorso, studio. In tale accezione la Psicologia è lo studio dello spirito o dell'anima. Il significato del termine, protrattosi immutato dal XVI secolo al XX secolo, è cambiato in modo significativo negli ultimi cento anni, adeguandosi alle nuove prospettive e alla moderna metodologia. È interessante segnalare che iconograficamente psyché (#968;#965;#967;#942;) può essere interpretato come farfalla: molte decorazioni di antichi vasi greci raffigurano con l'immagine di una farfalla l'anima che esala nell’istante della morte.

Nascita del termine [modifica]

Il termine psychologia è stato introdotto nel 1520 da Melantone e comparve anche nelle opere dei suoi discepoli Rodolfo Goclenio (Psychologia, hoc est de hominis perfectione, 1597) e in Otto CassMann (Psychologia anthropologica sive animae humanae doctrina, 1594). Ricerche recenti hanno individuato un uso più antico nell'umanista dalmata Marcus Marulus (Psychologia de ratione animae humanae, 1511-1518), sebbene non sia chiaro il significato dato a tal termine da parte del Marulus.[2]

Evoluzione storica [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Storia della psicologia, Principali tappe della psicologia e Correnti e protagonisti del pensiero psicologico.

La storia della psicologia come scienza a se stante viene generalmente fatta iniziare alla seconda metà dell'ottocento, quando l'indagine psicologica si aprì alle metodologie delle scienze naturali. Vi è comunque da sottolineare come la psicologia odierna sia legata strettamente agli oggetti di indagine che, da Aristotele[3] e poi nel Medioevo[4] su su fino al secolo XIX, sono rimasti quasi sempre gli stessi: la percezione che l'uomo ha del mondo, la ritenzione dei ricordi (memoria), la sua capacità razionale (l'intelligenza). Ed anche l'antica suddivisione della mente in facoltà, rivive sostanzialmente inalterata nella moderna suddivisione in funzioni e processi.

Nel XX secolo si è andati incontro ad un fiorire di prospettive e visioni della psicologia assai diversificate fra loro, sia sul piano metodologico sia sul piano speculativo: si è passati dallo strutturalismo al funzionalismo, dal comportamentismo al cognitivismo, dall'epistemologia genetica alla scuola storico-culturale, ed ancora, dal cognitivismo HIP al cognitivismo realista, fino ad arrivare alle attuali neuroscienze comportamentali.[5]

Le origini [modifica]

Come accennato, già i filosofi greci, Platone ed Aristotele, posero interrogativi che ancor oggi sono alla base della ricerca psicologica; ma è solo a partire dal Seicento che inizia un confronto più serrato su questi argomenti. Sono sempre i filosofi, come Cartesio, Hobbes e Locke, a portare avanti riflessioni e a proporre teorie sulla mente umana. Cartesio sosteneva l'esistenza di una netta divisione fra mente e corpo come pure il fatto che alcune idee fossero innate (cioè presenti nella mente fin dalla nascita). Hobbes e Locke, al contrario, affermavano il predominio dell'esperienza, vista come l'unico processo in grado di sviluppare e organizzare la mente umana. Nonostante i numerosi sforzi fatti, le loro ricerche non daranno mai vita alla psicologia intesa come materia scientifica, in quanto la mente e le sue funzioni venivano analizzate solo attraverso ragionamenti ed osservazioni, senza quindi l'utilizzo di esperimenti e metodologie scientifiche.

La nascita della psicologia scientifica [modifica]

La psicologia, intesa come materia scientifica, nasce in Europa nella seconda metà dell'Ottocento. Tra il 1850 e il 1870 vari scienziati come fisici e medici iniziarono ad occuparsi dello studio della psiche: le sensazioni, le emozioni, le attività intellettive. Questi scienziati applicarono allo studio della mente le metodologie che già applicavano alle scienze naturali, dando vita in questo modo ad una nuova scienza, cioè la moderna psicologia scientifica. Questo fu il passo fondamentale che permise alla psicologia di diventare una vera materia scientifica.

Fra i principali precursori di questa nuova disciplina si possono citare Charles Darwin, che propose varie teorie sulla emozioni, Franciscus Donders, che fece studi sui tempi di reazione, Ernst Weber e Gustav Theodor Fechner, che diedero vita alla psicofisica, studiando il rapporto tra stimoli fisici e sensazioni mentali.

Il padre fondatore della psicologia [modifica]

Il merito di aver fondato la psicologia come disciplina accademica spetta, però, al tedesco Wilhelm Wundt (1832-1920). Lui raccolse e scrisse una mole gigantesca di materiale riguardante la nascente disciplina e, grazie alla sua grande cultura, riuscì a dare alla materia una base concettuale e un assetto organico. Wundt, nel 1873-74, pubblicò “Fondamenti di psicologia fisiologica”, opera che viene considerata il primo vero trattato psicologico-scientifico della storia. [6]

Nel 1875 Wundt divenne professore di filosofia a Lipsia, dove fondò un suo laboratorio nel 1879. A questo laboratorio affluirono allievi e scienziati di tutto il mondo e vennero eseguite ricerche e studi sui tempi di reazione, sull’attenzione, sulle associazioni mentali e sulla psicofisiologia dei sensi. Per Wundt l’oggetto della psicologia doveva essere l’esperienza umana immediata, contrapposta all’esperienza mediata, che era invece oggetto delle scienze fisiche [7]. Grazie a questa definizione e distinzione, e all’uso di una metodologia rigorosa durante gli esperimenti, nacque la psicologia intesa come disciplina scientifica ed accademica. Grazie al suo impegno e ai suoi studi, Wundt è passato alla storia come il padre fondatore della psicologia.

Franz Brentano [modifica]

Più o meno negli stessi anni il filosofo austriaco Franz Brentano (1838-1917) propose un approccio completamente diverso alla psicologia, non più basato sul rigore del metodo scientifico e la sperimentazione di Wundt, ma su un concetto più filosofico e meno sperimentale, che Brentano definiva“intenzionalità”. Le sue idee diedero vita alla scuola di Brentano (prima a Würzburg e poi a Vienna) e lo stesso Brentano può essere considerato il secondo padre della psicologia. Le due tradizioni, infatti, quella wundtiana e quella brentaniana, rappresentarono per decenni i due grandi orientamenti di ricerca esistenti nella psicologia sperimentale e teorica. La sua Scuola, in particolare, influenzò Sigmund Freud e precorse i concetti della psicologia della Gestalt e della psicologia sociale.

Diffusione in America [modifica]

La psicologia, come già accennato, nacque e si sviluppò inizialmente in Europa, soprattutto Germania. Ben presto, però, essa approdò e si diffuse anche negli Stati Uniti. Questo avvenne in gran parte per merito di due personalità: gli americani Edward Bradford Titchener (1867-1927) e William James (1842-1910). Il primo era un allievo di Wundt che, dopo aver studiato al suo laboratorio, tornò in patria, dove tradusse l'opera del maestro diffondendo in questo modo la psicologia nel nuovo mondo. Tichener fonderà inoltre una nuova scuola di psicologia, lo strutturalismo, che avrà però vita breve.

William James, invece, era un medico e filosofo americano interessato agli aspetti psicologici dell'uomo. Non essendo ancora presenti corsi di psicologica, fu lui il primo che ne tenne uno (alla Harvard), intitolato I rapporti tra fisiologia e psicologia. Nel 1890 pubblicò "Principi di psicologia", un manuale che ebbe molto successo, anche fra i lettori comuni. Al pari del suo collega, James fonderà una nuova scuola di psicologia, il funzionalismo, la quale si contrappose allo strutturalismo di Titchener.

Le scuole russe [modifica]

Sempre verso la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, in Unione Sovietica, nacquero nuove Scuole di psicologia. In particolare, ebbero grande risonanza le ricerche di Ivan Petrovic Pavlov (1849-1936). Pavlov (nel 1904, premio Nobel per la medicina) fu un fisiologo e non volle mai essere considerato uno psicologo. Nonostante ciò, i suoi studi diedero grande impulso e influenzarono fortemente le successive Scuole psicologiche, come il comportamentismo. Pavlov compì studi su quello che venne chiamato riflesso condizionato, mediante esperimenti su animali. La maggior parte delle Scuole russe di psicologia, nate in questo periodo, continuarono questo filone di ricerche e per questo sono state accomunate sotto il nome di riflessologia russa. La teoria che stava alla base di queste Scuole era, quindi, la convinzione che tutti i processi psichici potessero essere ridotti a semplici riflessi, cioè i processi psichici erano visti come semplici processi fisiologici ed elementari.

Un discorso a parte merita Lev Vygotskij (1896-1934) e la sua Scuola storico-culturale. Per Vygotskij l'esperienza storica (storicità) era l'aspetto fondante dell'esperienza umana e della stessa psicologia [8]. Per questo autore, quindi, lo sviluppo cognitivo del bambino doveva essere valutato e studiato in stretta relazione alle componenti sociali, culturali e ambientali. Queste originali ed innovative riflessioni, che si contrapponevano in modo netto al rigido e deterministico comportamentismo che stava nascendo negli Stati Uniti, furono a lungo ignorante, anche per la mancata traduzione delle opere di Vygotskij dalla lingua russa a quella inglese. Solo a partire dagli anni Ottanta questo autore russo è stato oggetto di riscoperta, divenendo uno dei principali ispiratori della psicologia postmoderna e della psicopedagogia [9]

Freud e la psicoanalisi [modifica]

La psicoanalisi nacque in ambito psichiatrico nei primi decenni del Novecento, grazie all'opera innovatrice di Sigmund Freud (1856-1939), un medico viennese. Come già accennato, Freud fu influenzato dalle idee di Brentano e, infatti, la sua concezione psicologica e i suoi metodi di studio non sono strettamente scientifici come quelli propugnati dal laboratorio di Lipsia.
La vera rivoluzione che introdusse Freud nella psicologia fu la concezione dell'esistenza di una parte irrazionale e nascosta in ognuno di noi, che il medico viennese chiamò inconscio. Tutti i suoi lavori cercarono di trovare dei metodi e delle strategie per poter analizzare e portare a galla questa parte nascosta; ad esempio con l'interpretazione dei sogni. Queste nuova teoria e le tecniche derivate, andarono a formare la psicoanalisi.

Le nuova teoria freudiana ebbe una grande risonanza e furono molti gli allievi che continuarono su questa via o fondarono scuole autonome discostandosi dalle idee del maestro. Fra i principali fautori della corrente psicoanalitica possiamo citare: Alfred Adler, Jung, Otto Rank, Wilhelm Reich.

Il predominio del comportamentismo [modifica]

Nel 1913, negli Stati Uniti, John Watson (1878-1958), diede vita ad una nuova Scuola psicologica, detta comportamentismo, attraverso la pubblicazione di un celebre articolo intitolato "La psicologia considerata dal punto di vista comportamentistico". Il comportamentismo, detto anche behaviorismo, dominerà la scena internazionale per circa cinquant'anni, cioè per tutta la prima metà del XX secolo.

Il comportamentismo rivoluzionò i concetti della precedente psicologia, concentrando i suoi sforzi e studi non più sulla "coscienza", bensì attorno al "comportamento". Il nuovo e unico oggetto della psicologia divenne quindi il comportamento pubblicamente osservabile degli organismi viventi [10]. Il comportamentismo criticò fortemente anche il concetto di innatismo, in quanto prevedeva che ogni comportamento umano fosse determinato solamente dagli stimoli ambientali. Questo portò alla nascita della schema Stimolo-Risposta (S-R), che prevede che ad una stimolazione che agisce su un organismo segua una reazione dell'organismo stesso [11]. Come già accennato, il comportamentismo fece tesoro anche degli esperimenti sul condizionamento di Pavlov, e arrivò ad ipotizzare che ogni comportamento umano potesse essere appreso mediante condizionamento.

Quasi la totalità degli psicologi americani di questo periodo era di matrice comportamentista, e fra i maggiori autori che diedero impulso a questa Scuola si possono ricordare Burrhus Skinner, Edward Chace Tolman e Clark Leonard Hull.

Il comportamentismo entrò in crisi nei primi anni sessanta, in quanto risultò evidente come queste teorie semplicistiche non fossero in grado di spiegare i comportamenti umani più complessi, ad esempio le relazioni sociali. Il behaviorismo, inoltre, venne anche criticato per il suo ridurre l'essere umano a un organismo passivo che risponde solo alle leggi del condizionamento [12]. Nonostante tutto, il comportamentismo è sopravvissuto fino ai giorni nostri, in alcune correnti come il neo-comportamentismo, e va sottolineato che la Scuola di Watson ha grandi meriti nell'aver dato un forte impulso di ricerca e una dignità scientifica alla psicologia.

Psicologia moderna e psicologia postmoderna [modifica]
Diagramma di flusso dell'elaborazione dell'informazione secondo Aristotele
Diagramma di flusso dell'elaborazione dell'informazione secondo Aristotele[13]

La psicologia moderna e la psicologia postmoderna sono due modalità di studio dei processi psichici dell'uomo che coesistono nella storia del pensiero occidentale fin dal periodo classico. Nei primordi dello studio della psiche è rilevabile la classificazione aristotelica, che darà la scintilla alla psicologia moderna, e il dialogo socratico (maieutica) che darà la nascita alla psicologia postmoderna. Le due visioni della psicologia (moderna e postmoderna) vivono contemporaneamente lo stesso periodo storico. Si definiscono l'una moderna, poiché ha avuto il suo massimo splendore nella modernità, e l'altra postmoderna in quanto il suo periodo di massima espansione (in psicologia) si è avuto in seguito alla prima (in un periodo che va dagli anni '80 del secolo XX in poi).
Psicologia moderna [modifica]

Il frantumarsi della psicologia era già in corso fin dagli anni venti del novecento, difatti si riscontrano molti testi con titoli inequivocabili: La crisi della psicologia di Driesch (1925)[14], La crisi della psicologia di Koffka (1926)[15], Il senso storico della crisi della psicologia di Vygotskij (1926)[16], La crisi della psicologia di Bühler (1927)[17]. Questo perché la psicologia a differenza di altre materie non ha l'oggetto di studio misurabile mediante un rigoroso metodo galileiano: l'utilizzo della statistica da parte degli psicologi è solo uno strumento di concetti generalizzati, anche quando somministro un test psicologico al singolo, ho sempre dietro di me e la semantica di un concetto al quanto criticabile. In questo problema si evince tutta la vitalità del dualismo cartesiano res cogita e res extensia[18], che farà dire allo psichiatra svizzero Binswanger "è il cancro di ogni psicologia"[19]. Difatto, gli psicologi hanno sempre, volontariamente o meno, ruotato attorno al problema cartesiano, da una parte, ed hanno sempre avuto il vincolo di una misurazione galileana dall'altra. Per questo hanno via via escluso la coscienza dalla loro indagine (comportamentisti in primis), hanno sezionato la mente fino a i suoi elementi non altrimenti riducibili (strutturalisti), ideato ipotesi che potessero collegare la mente al corpo (l'isomorfismo Khöleriano), paragonato la mente ad un computer (scienza cognitiva), tanto per citarne alcuni.[20]

Kenneth Gergen[21] descrive la psicologia fin qui riportata come psicologia moderna. La psicologia moderna, per il Gergen, si basa su 4 presupposti.

Per prima cosa, gli psicologi hanno un comune oggetto di ricerca, gli psicologi devono pervenire ad un comune oggetto di studio, a prescindere che esso sia la mente, il comportamento manifesto, o le relazioni interpersonali. Come i fisici possono avere la relatività, lo studio del pendolo, o la traiettoria di una meteora.

Il secondo presupposto è che lo psicologo, una volta individuato il suo oggetto di studio, lo studi nei casi particolari per giungere a leggi universali.

Terzo presupposto è che il metodo di studio dell'oggetto deve essere la ricerca empirica, preferibilmente mediante il metodo sperimentale. In questa visione il metodo sperimentale è oggettivo, scevro da posizioni personali, etiche, morali, sociali, politiche.

Il quarto presupposto è una fiducia nella crescita della conoscenza verso la "reale" natura dei fenomeni studiati dalla psicologia, mediante una continua verifica sperimentale delle ipotesi.

Psicologia postmoderna [modifica]
Modi di fare psicologia, modalità di pensiero[22]
Psicologia moderna Psicologia postmoderna
Ontologia newtoniana

Sperimentare
Studiare le cause
La mente come computazione
Conoscere la psiche
Pensiero paradigmatico
Ontologia vygotskijana

Interpretare
Studiare i fini
La mente come azione
Curare la psiche
Pensiero narrativo

Parallelamente alla psicologia moderna si è evoluta la psicologia post-moderna. Di essa ne fanno parte altrettanti psicologi.

Nello studio della percezione è da rilevare Gibson (1979)[23], con la sua visione "ecologica", ha scatenato un dibattito sui risultati ottenuti nei vari laboratori. Di fatto il cognitivismo rimase chiuso in laboratorio come lo era il comportamentismo: Neisser affermò che "gli psicologi cognitivi devono compiere sforzi maggiori per comprendere l'attività cognitiva che si manifesta nell'ambiente ordinario e nel contesto di attività concrete" (1976)[24]. La percezione non è più vista come un riflesso della realtà esterna, ma un modello probabilistico che si autocorregge in funzione di un avvicinarsi alla realtà. I bisogni, le aspettative dell'organismo sono strettamente vincolate ad essa.

Anche l'apprendimento si è spostato dal laboratorio all'ambiente. Notevole influenza è stata data dalla rivalutazione di Vygotskij in occidente e dall'eclissamento delle teorie di Piaget. Il bambino non viene più studiato come singolo, nella sua maturazione individuale, ma storico-sociale; per Vygotskij l'interazione sociale media l'apprendimento.
La memoria, se pur esiste tutt'oggi profondi studi di laboratorio, ha preso sempre più campo la visione di una memoria come un processo di trasformazioni dell'individuo mediato dal contesto socioculturale; la memoria non è dunque vista esclusivamente in una prospettiva di scatola che contiene informazioni, come la descriveva Miller[25], ad esempio. Neisser ha studiato la memoria come processo collettivo veicolato dalla comunicazione orale.

Negli anni '70 si ebbe la svolta "pragmatica" del linguaggio, da parte di Watzlawick[26]. Il linguaggio non è visto con una grammatica universale individuale come affermava Chomsky[27]. Ma viene messo in evidenza il fattore interazionale, linguaggio in un contesto sociale definito non estraibile dagli altri processi mentali anch'essi legati ad un contesto sociale, dunque linguaggio come strumento tra persone.

Strettamente legato al tema del linguaggio è l'attenzione condivisa, tipici esempi ne sono fra madre e bambino o fra maestra ed alunno. Per Bruner l'attenzione condivisa è un sistema cognitivo permette a due persone di avere in comune e in un dato momento, lo stesso oggetto o evento grazie al quale esse attuano piani di comportamento congrui[28]. L'attenzione condivisa e il linguaggio sono due processi cognitivi e solo se vengono studiati in un contesto interpersonale, sociale ne vengon fuori le finalità "ecologiche". Se vine a mancare questa funzione socialedei processi cogntivi un individuo appare come una macchina che è si capace di operare cognitivamente ma non di comunicare ed interagire con gli altri; i casi patologici dell'idiot savan e dell'autismo ne sono un esempio eclatante.

Per il pensiero è visto come processo creativo, sociale, ove l'argomentazione, la persuasione e la retorica sono i punti centrali; il parallelismo ad una macchina che risolve problemi (tipico della scienza cognitiva)[29] è decisamente in secondo piano.[30][31]

Il concetto di narrazione è entrato anche negli studi del Sè e della personalità, visto come una rete interpsichica e intrapsichica perennemente costruita e decostruita (costruttivismo)[32], verso una negoziazione fra individui che hanno in comune regole sociali e storiche comuni.[30]

Anche per le emozioni e le motivazioni vi è stata una sorte postmoderna in quanto attualmente le ricerche ne sottolineano il carattere di interazione fra individui ed espressione di significati, tralasciando le emozioni come oggetti di esclusivo dominio di laboratori.[33]

I processi mentali [modifica]

I processi mentali si suddividono in cognitivi e dinamici.

I processi cognitivi [modifica]

Per cognizione si intende quei processi che permettono ad un organismo di raccogliere informazioni sull'ambiente, immgazzinarle, analizzarle, valutarle, trasformarle, per poi utilizzarle nel proprio agire sul mondo circostante[34]. I principali processi cognitivi sono la percezione, l'attenzione, l'intelligenza, la memoria, l'immaginazione, il pensiero, il linguaggio, l'azione, la coscienza.
Processi cognitivi Definizione
La percezione Insieme di funzioni psicologiche che permettono all'organismo di acquisire informazioni circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all'azione di organi specializzati quali la vista, l'udito, il tatto, il gusto, l'olfatto.[35]
L'attenzione Capacità di selezionare gli stimoli e di mettere in relazione i meccanismi che provvedono a immagazzinare le informazioni nei depositi di memoria a breve termine e di memoria a lungo termine con influenza diretta sull'efficenza delle prestazioni nei compiti di vigilanza.[36]
L'intelligenza Processo che consente all'uomo in quanto dotato di struttura celebrale geneticamente sufficientemente evoluta, di risolvere nuovi problemi che implicano una ristrutturazione del rapporto di adattamento con l'ambiente.[37]
La memoria Capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e a gli eventi futuri.[38]
L'immaginazione Capacità di rappresentare un oggetto assente oppure un affetto, una funzione somatica, una tendenza istintuale, non attualmente presenti. In essa si prescinde dalle strutture causali e temporali dalla continuità critica ma non dagli influssi dell'emotività. L'immaginazione puo' esser vista come il regredire ad uno stadio più infantile come ad uno stadio di maggior creatività che trova soluzioni che sfuggono alla logica.[39]
L'intelligenza Attività mentale che comprende una serie svariata di fenomeni come ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, prestare attenzione, ricordare, che permette di essere in comunicazione con il mondo esterno, con se stessi, e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul modo di pensarlo.[40]
Il pensiero Attività mentale che comprende una serie svariata di fenomeni come ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, prestare attenzione, ricordare, che permette di essere in comunicazione con il mondo esterno, con se stessi, e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul modo di pensarlo.[41]
Il linguaggio Insieme di codici che permettono di trasmettere, conservare ed elaborare informazioni tramite segni intersoggettivi in grado di significare altro da sé.[42]
La coscienza Fenomeno qualitativo della psiche che si enuncia come l'essere coscienti di se stessi, di autoriferirsi, di esser coscienti del mondo, degli altri.[43]

I processi dinamici [modifica]

I processi dinamici sono: l'istinto, il bisogno, la pulsione, l'emozione, la motivazione.
Processi dinamici Definizione
L'istinto Risposta organizzata, tipica di una data specie, filogeneticamente adattata a una determinata situazione ambientale.[44]
Il bisogno Stato di tensione più o meno intensa dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde o a esigenza fisiologiche più o meno evidenti o a esigenze voluttuarie divenute, per abitudine, necessarie, o a esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé, o a esigenze sociali apprese dall'ambiente.[45]
La pulsione In ambito psicoanalitico, costituente psichica che costituisce uno stat di eccitazione che spinge l'organismo all'attività, geneticamente determinata ma suscettibile di essere modificata dall'esperienza individuale.[46]
L'emozione Reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo, psichico.[47]
La motivazione Fattore dinamico del comportamento animale ed umano che attiva e dirige un organismo verso una meta. Le motivazioni possono essere coscienti o inconsce, semplici o complesse, transitorie o permanenti, primarie (ossia di natura fisiologica) o secondarie (ossia apprese dall'ambito socio-culturale). Infine vi sono le motivazioni superiori come le motivazioni ideali o i modelli esistenziali che l'organismo assume in vista della propria autorealizzazione.[48]

Altri processi mentali [modifica]

Processi mentali che non rientrano nella classificazione precedente perché complessi e diversificati sono: la sensazione, l'opinione, l'atteggiamento, il comportamento manifesto.
Altri processi mentali Definizione
La sensazione Elementi della conoscenza sensibile, non ulteriormente scindibili, provocati da stimoli esterni agenti sugli organi sensoriali.[49]
L'opinione Conoscenza o credenza che non include alcuna garanzia di verità. Le opinioni sono credibili ma apoditticamente incontrollabili neanche i limiti tra la certezza psicologica e la certezza oggettiva sono tracciabili. L'importanza del gruppo è determinante per la formazione, la modificazione di una opinione.[50]
L'atteggiamento Disposizione relativamente costante a rispondere a certi modi particolari alle situazioni del mondo per quel residuo di esperienza passata che in qualche modo guida, indirizza, influenza il comportamento.[51]
Il comportamento manifesto Insieme stabile di azioni e reazioni di un organismo a una stimolazione proveniente dall'ambiente esterno (stimolo) o dall'interno dell'organismo stesso (motivazione).[52]

Prospettive teoriche e terapeutiche [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Discipline psicologiche.

(in ordine alfabetico)

Prospettive prevalentemente teoriche e di ricerca [modifica]

* Comportamentismo
* Cognitivismo
* Costruttivismo
* Neuropsicologia
* Psicologia Dinamica

* Psicoanalisi
* Psicologia analitica
* Psicosintesi
* Psicologia individuale comparata

* Psicologia culturale
* Psicologia del lavoro

* Psicologia della formazione
* Psicologia dell'orientamento
* Psicologia delle organizzazioni

* Psicologia della religione
* Psicologia dello sviluppo
* Psicologia fisiologica
* Psicologia generale
* Psicologia motivazionale
* Psicologia positiva
* Psicologia sociale

* Psicologia ambientale
* Psicologia dei gruppi
* Psicologia ecologica

* Psicologia sperimentale
* Psicologia transpersonale
* Psicologia umanistica
* Psicometria
* Socionica
* Teoria delle Scienze Umane
* Test di personalità

Prospettive prevalentemente terapeutiche e di intervento [modifica]

* Analisi transazionale
* Automotivazione
* EMDR
* Ipnoterapia
* Psicoanalisi
* Psicodramma
* Psicologia clinica
* Psicotecnica
* Psicoterapia
* Psicoterapie corporee
* Psicoterapia della Gestalt
* Psicosomatica
* Riabilitazione neuropsicologica
* Terapia familiare
* Terapia breve strategica
* Terapia cognitiva
* Terapia cognitivo-comportamentale
* Terapia comportamentale
* Terapia di gruppo

Note [modifica]

1. ^ APA, Glossary of Psychological Terms
2. ^ Harrè R., Lamb R., Mecacci L., Psicologia. Dizionario Enciclopedico, pp. 872
3. ^ Aristotele, Dell'anima, in Opere, vol. IV, Laterza, Roma-Bari, 1973
4. ^ Avicenna, Avicenna's psychology, a cura di F. Rahman, Hyperion Press, Westport, Connecticut, 1952, U.S.A.
5. ^ Mecacci L., Storia della psicologia del novecento, Editori Laterza, Roma-Bari 2006
6. ^ Sadi Marhaba - Fondamenti della Psicologia
7. ^ Sadi Marhaba - Fondamenti della Psicologia
8. ^ Sadi Marhaba - Fondamenti della psicologia, p.54
9. ^ Sadi Marhaba - Fondamenti della psicologia, p.54
10. ^ Sadi Marhaba - Fondamenti della psicologia, p. 39
11. ^ Sadi Marhaba - Fondamenti della psicologia, p. 39
12. ^ Sadi Marhaba - Fondamenti della psicologia, p. 39
13. ^ Mecacci L. (1999) Psicologia moderna e postmoderna, Laterza Editore pp.95
14. ^ Driesch, H.A.E. (1925), The crisis in psychology, Princeton University Press, Princeton, New Jersey, U.S.A.
15. ^ Koffka, K. (1926), Die Krisis in der Psychologie: Bemerkungen zu dem Buch gleichen Namens von Hans Driesch, in Naturwissenschaften, vol. 14 pp.581-86
16. ^ Vygotskij, L. S. (1926), Istori#269;eskij smysl psihologi#269;eskogo krizisa, in Sobranie so#269;inenij, vol. 1, Pedagogika, Moskva 1982, pp. 291-436
17. ^ Bühler, K. (1927), Die Krise der Psychologie, Fischer, Jena (trad. it., La crisi della psicologia, Armando, Roma 1978)
18. ^ Descartes R. (1673), Discours de la méthode (trad. it., Discorso sul metodo, Laterza, Roma-Bari 1998)
19. ^ Binswanger L. (1946) L'indirizzo antropoanalitico in psichiatria, 1946, pag.22, in Il caso Ellen West e altri saggi, Bompiani, Milano, 1973
20. ^ Mecacci L. (1999) Psicologia moderna e postmoderna, Editori Laterza, Roma-Bari
21. ^ Gergen K. (1992) Toward a postmodern psychology, in S. Kvale (a cura di), Psychology and postmodernism, Sage, London, pp.17-30, U.K.
22. ^ Mecacci L. (1999) Psicologia moderna e postmoderna, Laterza editori, pp.148
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43. ^ Galimberti U. (1999) Enciclopedia di Psicologia Garzanti, Torino pp. 252
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52. ^ Galimberti U. (1999) Enciclopedia di Psicologia Garzanti, Torino pp. 219

Bibliografia [modifica]

* Umberto Galimberti, Enciclopedia di Psicologia, Garzanti Libri, 1999, ISBN 88-11-50479-1
* George Kelly, La psicologia dei costrutti personali, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2004, ISBN 88-7078-920-9
* Rom Harrè, Roger Lamb, Luciano Mecacci, Psicologia. Dizionario Enciclopedico, Economica Laterza, Editori Laterza, 1998, ISBN 88-420-5420-8
* Luciano Mecacci, Introduzione alla psicologia, Laterza Editore, 2004, ISBN 88-42-04376-1
* Luciano Mecacci, Manuale di psicologia generale, Giunti Editore, 2001, ISBN 88-09-02259-9
* Luciano Mecacci, Psicologia moderna e postmoderna, Laterza Editore, 1999, ISBN 88-42-05784-3
* Luciano Mecacci, Storia della psicologia del Novecento, Laterza Editore, 2003, ISBN 88-42-04117-3


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per me la psicologia è il saper comprendere lo stato d'animo delle persone e in base a questo dare un aiuto e supportarle!
 
Anattup ha ragione, altro che psicologi che lo fanno per lavoro e non risolvono nulla usando le loro stupide teorie.
Bisogna stare vicino alla persona perchè se sta male c'è un motivo e nessun libro ha la soluzione ma una persona amoca che ti sta vicino e che ti da una spalla su cui piangere quando hai bisogno e non ti fa sentire sola questa si che è una cura.
Ci vuole un sentimento come amicizia o anche amore a volte e non la fredezza di uno studio.
 
Anattup ha ragione, altro che psicologi che lo fanno per lavoro e non risolvono nulla usando le loro stupide teorie.
Bisogna stare vicino alla persona perchè se sta male c'è un motivo e nessun libro ha la soluzione ma una persona amoca che ti sta vicino e che ti da una spalla su cui piangere quando hai bisogno e non ti fa sentire sola questa si che è una cura.
Ci vuole un sentimento come amicizia o anche amore a volte e non la fredezza di uno studio.