Scoperte forme di vita nel lago sottomarino Urania, uno dei luoghi più inaccessibili della Terra, a oltre 3.500 metri di profondità nel Mediterraneo, dove non c’è luce nè ossigeno.
Le condizioni a quel livello sono paragonabili a quelli della Terra primordiale e ad ambienti extraterrestri, come quello di Europa, uno dei satelliti del pianeta Giove, o di Marte.
prateria-posidonia-marinaLa ricerca, in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA, è stata condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano, guidati da Daniele Daffonchio e Sara Borin del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche della Facoltà di Agraria, in collaborazione con nove altri gruppi di ricerca italiani ed europei. Il lavoro completa le scoperte pubblicate gli scorsi anni dalle riviste Science [1] e Nature [2].
Urania è uno dei bacini anossici ipersalini situati nel Mar Mediterraneo orientale ad una profondità superiore ai 3500 metri. Questi laghi contengono salamoie, o “brine” aventi concentrazione salina fino a dieci volte più alta dell’acqua marina sovrastante.
Nel loro studio, i ricercatori hanno descritto l’esistenza di una complessa comunità di microrganismi lungo la colonna d’acqua del lago Urania, particolarmente concentrati e stratificati nel sottile strato che separa le zone ipersaline dalla normale acqua marina sovrastante. «In questo strato, di soli 2 metri rispetto ad una colonna d’acqua di più di 3.500 metri, -sottolineano gli scienziati- si genera una differenza di salinità e di nutrienti in grado di sostenere particolari attività metaboliche». «I fattori che regolano la produttività di questo ecosistema estremo -aggiungono- sono risultati legati a metabolismi energetici tipicamente microbici, basati su reazioni di riduzione ed ossidazione delle specie chimiche dello zolfo e sulla produzione di metano, unitamente allo sfruttamento della “dark energy”, una forma di energia chimica indipendente dalla luce e dai processi fotosintetici». Secondo i ricercatori, infine, «la scoperta dei processi metabolici e dei microrganismi che sostengono i cicli degli elementi e della vita nel lago sottomarino Urania fornisce un solido punto di partenza per formulare ipotesi sulla vita primordiale sul nostro pianeta o su altri corpi celesti. Inoltre, le capacità metaboliche dei microrganismi adattati a vivere nel lago Urania costituiscono una risorsa biotecnologica con potenziali applicazioni in molte attivitá antropiche».
Fonte; Mysterychronicle
Le condizioni a quel livello sono paragonabili a quelli della Terra primordiale e ad ambienti extraterrestri, come quello di Europa, uno dei satelliti del pianeta Giove, o di Marte.
prateria-posidonia-marinaLa ricerca, in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA, è stata condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano, guidati da Daniele Daffonchio e Sara Borin del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche della Facoltà di Agraria, in collaborazione con nove altri gruppi di ricerca italiani ed europei. Il lavoro completa le scoperte pubblicate gli scorsi anni dalle riviste Science [1] e Nature [2].

Urania è uno dei bacini anossici ipersalini situati nel Mar Mediterraneo orientale ad una profondità superiore ai 3500 metri. Questi laghi contengono salamoie, o “brine” aventi concentrazione salina fino a dieci volte più alta dell’acqua marina sovrastante.
Nel loro studio, i ricercatori hanno descritto l’esistenza di una complessa comunità di microrganismi lungo la colonna d’acqua del lago Urania, particolarmente concentrati e stratificati nel sottile strato che separa le zone ipersaline dalla normale acqua marina sovrastante. «In questo strato, di soli 2 metri rispetto ad una colonna d’acqua di più di 3.500 metri, -sottolineano gli scienziati- si genera una differenza di salinità e di nutrienti in grado di sostenere particolari attività metaboliche». «I fattori che regolano la produttività di questo ecosistema estremo -aggiungono- sono risultati legati a metabolismi energetici tipicamente microbici, basati su reazioni di riduzione ed ossidazione delle specie chimiche dello zolfo e sulla produzione di metano, unitamente allo sfruttamento della “dark energy”, una forma di energia chimica indipendente dalla luce e dai processi fotosintetici». Secondo i ricercatori, infine, «la scoperta dei processi metabolici e dei microrganismi che sostengono i cicli degli elementi e della vita nel lago sottomarino Urania fornisce un solido punto di partenza per formulare ipotesi sulla vita primordiale sul nostro pianeta o su altri corpi celesti. Inoltre, le capacità metaboliche dei microrganismi adattati a vivere nel lago Urania costituiscono una risorsa biotecnologica con potenziali applicazioni in molte attivitá antropiche».