Dark117

Utente bannato
Autore del topic
5 Luglio 2007
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:::->Recensione<-:::



’esperienza insegna che un titolo sportivo può essere inteso in due differenti maniere, ovvero come simulazione – con scopo, dunque, quello di riprodurre nel modo più fedele possibile la disciplina trattata - e come arcade - in questo caso, a farla da padrone sono le gesta impossibili ed insperabili per un normale essere umano. La saga di SSX ha da sempre prediletto quest’ultima ottica, fin dalla prima apparizione su Ps2 nell’ormai lontano anno 2000, arrivando a porre l’accento in modo quasi esasperato su mirabolanti trick con SSX Tricky (il nome ne riprendeva appunto la filosofia di gioco: largo alle acrobazie fuori da ogni limite, il resto non contava).
SSX 3 è oramai giunto in tutti i negozi italiani e, sul fronte Xbox, è uscito praticamente in concomitanza con Amped 2, altro esponente del genere snowboard, che interpreta però il suddetto sport in tutt’altro modo rispetto al prodotto EA Big (trovate qui la recensione completa); per quanto concerne invece la sponda GameCube, SSX 3 va a rimpinguare una tipologia di videogame ancora sguarnita, che presto però si arricchirà di un gioco attesissimo, tal 1080° Avalanche.

Modalità di gioco e personaggi
Nel nuovo SSX le modalità fruibili dal giocatore sono essenzialmente tre: si va dal Freestyle mode (in cui l’obiettivo è quello di totalizzare il maggior numero possibile di punti, da conseguire effettuando funambolismi di ogni tipo) al Race (la gara: per intenderci, conta solamente arrivare per primi al traguardo), senza tralasciare il Freeride (che consiste nel completare alcune “missioni” e nel prendere i collectible, dei power up la cui raccolta si traduce nel guadagnare denaro). La vera novità riguarda il fatto che tutti i percorsi disponibili – e, tra l’altro, non sono pochi – si snodano sulla stessa montagna, la quale risulta divisa in tre Peak (ognuno dei quali comprende un certo numero di piste, di difficoltà crescente). Nella modalità principale, Conquer the Mountain, per progredire dovrete proprio completare tutti e tre i Peak, portando a termine i vari Freestyle, Race e Freeride di cui sopra, ai quali si aggiunge l’Earning (bisogna racimolare una determinata cifra di soldi). Andando avanti, potrete così comprare nuovi trick, abiti e tavole per il vostro atleta, e sviluppare le abilità dello stesso.
Davvero difficile non citare poi le possibilità offerte dal cosiddetto Setup del personaggio, che permette di variarne i capi d’abbigliamento (si può decidere se fargli indossare il cappello, i guanti, un paio di pantaloni da rapper piuttosto che una tuta da snowboarder, oppure ancora gli occhialini, eccetera) nonché la tavola (veramente numerose le combinazioni di colori ottenibili). Questo vale, naturalmente, per tutti i (bizzarri) personaggi selezionabili: Zoe, Moby, Psymon, Griff, Viggo, Elise, Nate, Mac, Allegra e Kaori.

“Mamma, posso provare anch’io?”
In un gioco come SSX 3 è sicuramente di fondamentale importanza il sistema di controllo, che deve sapere garantire immediatezza ed un apprendimento rapido e indolore. Purtroppo, duole segnalarlo, i comandi, se impartiti rispettivamente con i pad Xbox e GameCube, non riescono a risultare così intuitivi come dovrebbero. C’è da dire, a tal proposito, che SSX è un titolo nato su piattaforma Ps2 e che, quindi, faceva dei due trigger caratteristici del Dual Shock 2 un’importante “arma” per l’effettuazione di trick vari. Poco male, comunque: con un po’ di pratica si ovvia a questo leggero inconveniente che, da solo, non inficia minimamente l’esperienza ludica. Un’esperienza che si dimostra veramente degna di questo nome, fra l’altro.
Nel corso del gioco avete l’opportunità di affrontare un numero davvero elevato di piste, tutte di ottima fattura: sono caratterizzate, infatti, da una vastità ed una lunghezza pazzesche (impiegherete diversi minuti per finire una gara), e sono capaci, inoltre, di assicurare una libertà d’azione invidiabile. Non vi capiterà di rado di poter tagliare il percorso ed imboccare utilissime scorciatoie (segnalate da un vetro con su scritto “Out of Bounds”). Ma altrettanto lodevole è la varietà dei tracciati: troverete innumerevoli salti, ringhiere per compiere grind, discese paurose, half pipe e quant’altro. Proprio per questo SSX 3 è, in definitiva, un videogame davvero divertente, anche in multiplayer (da uno a due utenti) che, seppur di concezione – per forza di cose - pressoché primitiva (è infatti previsto il solo testa a testa) allunga non poco la vita del prodotto.
Se poche righe fa si accennava all’incredibile realizzazione dei circuiti, è indubbio che questi ultimi non possono bastare a rendere grande un gioco senza che esso possieda una buona struttura di fondo. Per la gioia dei fan, si è lieti di annunciare che EA Big ha pensato a questo e ad altro… E’ doveroso dedicare una buona parte di questa recensione all’ossatura del gioco: i trick (numerosissimi e di laboriosità via via maggiore).
Una grossa novità è rappresentata dall’Ubertrick, speciale acrobazia con cui è possibile darsi sfogo solamente dopo aver dato una prova di forza con una serie di combo particolarmente efficaci. Ovvero: ricordate la barra relativa del boost presente fin dal primo SSX? Bene, è necessario riempirla al massimo – fino a farle cambiare colore – per poter eseguire un Ubertrick (ne esistono diversi livelli). Ma non basta: l’utente deve infatti anche eseguire lo spelling delle parole “SUPER” e “UBER” per riuscire a veder effettuati i trick più complessi (che, tra parentesi, sono inimmaginabili per chiunque… ma, d’altronde, è questo il bello).
Altra piccola innovazione è che, per rialzarvi in seguito ad una rovinosa caduta, dovrete premere il più in fretta possibile un tasto del pad, finchè non apparirà la scritta “Recovered” e sarete di nuovo, magicamente, in piedi.
Le gare si svolgono complessivamente contro avversari che si contraddistinguono per un’IA superiore alla media: la gran parte di essi si rivelerà combattiva e mai decisa a mollare. Notevole.
In sostanza, SSX 3 si conferma un arcade molto spinto, fuori dai canoni, e mantiene intatto lo spirito che contraddistingue la serie dai tempi del prequel. Immediatezza e frenesia sono le sue caratteristiche di maggior rilievo, ed è giusto che sia così.

Tecnicamente parlando
Il comparto grafico di SSX 3 non spreme all’osso console – potentissime – quali Xbox e GameCube, pur sprizzando colori vivaci da tutte le parti, ma risulta tuttavia buono. Partendo dalle note negative, da segnalare gli sfondi in bitmap (ben lontani da quelli, bellissimi, ammirati in Amped 2), oltre che alcuni elementi di sfondo mal caratterizzati (leggasi gli edifici delle piste cittadine, praticamente dei parallelepipedi con un paio di colorazioni buttate là). Ma, dopotutto, chi è che può badarci? La velocità di gioco è difatti tutto fuorché scarsa, e l’adrenalina sale a mille: c’è ben poco tempo per dare anche solo una fugace occhiata al paesaggio!
Per il resto, per non presentando una caterva di dettagli, l’engine 3D del titolo svolge bene il suo lavoro, rimanendo incollato ai 60 fps (fatta eccezione per qualche sporadico rallentamento) e si dimostra gradevole. Piacevolissime le animazioni degli snowboarder, i quali si muovono con grande naturalezza, così come si può giudicare più che buona la renderizzazione degli abiti indossati dagli stessi.

Sonoro
Le musiche e gli effetti ambientali proposti da EA Big fanno il proprio dovere, pur non restando particolarmente impressi, e dal punto di vista sonoro si adeguano molto bene alle varie situazioni cui andrete incontro. Forse non canticchierete le canzoni di SSX 3 sotto la doccia, ma certamente non leverete nemmeno il volume del televisore.
Da segnalare l’abilitazione del Dolby Digital e del Pro Logic II, che conferiscono sicuramente una marcia in più al comparto audio del gioco.

Longevità
EA Big si è sforzata molto affinché il titolo potesse avere una durata non indifferente, e in effetti i programmatori hanno fatto centro. I tre Peak fanno sì che l’utente medio possa rimanere impegnato diverso tempo, complici pure la già citata, degna di nota IA degli avversari e l’elevato numero minimo di punti da effettuarsi per guadagnare una medaglia. A ciò va ad aggiungersi una modalità multigiocatore divertente seppur non innovativa e… il “nove” in pagella è più che meritato.
Limiti? Di sicuro un fattore ripetitività che potrebbe sopraggiungere dopo un po’, ma c’è da domandarsi quale gioco, ai giorni d’oggi, non ne soffra. Ahinoi, è una patologia comune, ma non così grave, tutto sommato.