Berlusconi a capo della coalizione. Maroni: "mi candido solo in lombardia"

Rapinder

Utente Esperto
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19 Settembre 2011
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ROMA - È Silvio Berlusconi il capo della coalizione di centrodestra. Lo ha confermato Ignazio Abrignani, responsabile dell'ufficio elettorale del Pdl, che è arrivato ora al Viminale per depositare il simbolo del Popolo delle Libertà. Sono sette i partiti della coalizione. Non ci sono ancora conferme però chje sia lui il candidato premier della coalizione Lega-Pdl.

MARONI: "MI CANDIDO SOLO IN LOMBARDIA" «Non mi candido a Roma ma solo in Regione Lombardia, senza paracadute», lo ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni, che è candidato governatore e ha spiegato di voler procedere così: «per coerenza e serietà».
«Lui è il presidente del Pdl»: replica così Maroni a chi gli chiede un commento sulla dicitura 'Berlusconi presidentè nel simbolo elettorale. «Non temo» che ciò possa ingenerare equivoci, aggiunge, dopo che nel patto elettorale con il Pdl non è stato deciso il candidato premier comune.

LA SFIDA CON BERSANI Intanto Silvio Berlusconi sembra aver preso gusto ai duelli tv, tanto da lanciare la sfida a Pierluigi Bersani, rappresentante "dell'avversario Pd". Il guanto della sfida è stato lanciato, e il Pd non ha tardato a dare la sua risposta: Bersani è ben disposto ad un confronto tv, ma solo con i candidati premier. La risposta ha il sapore di una contro-sfida: per caso il Cavaliere è il candidato premier del centrodestra? Puntando così il dito sul fatto di come non sia ancora chiaro chi sarà il candidato del centrodestra per palazzo Chigi.

LE PAROLE DI BERSANI «Basta con i cabaret» e gli show, incalza Bersani. Il partito, si sottolinea nei Democrats, vuole parlare di programmi. Noi, avvertono, stiamo già pensando al dopo elezioni. Nelle stesse ore in cui Berlusconi lancia il guanto della sfida tv, un tweet del segretario ipotizza, infatti, quale protrebbe essere l'odg della prima riunione del Consiglio dei ministri. La scelta di snobbare il Cavaliere fa andare su tutte le furie il Pdl che passa all'attacco. «Bersani non può scegliere l'interlocutore di centrodestra», interviene Angelino Alfano, «il capo della coalizione è Berlusconi. Bersani se ne faccia una ragione». Il portavoce del Cav Paolo Bonaiuti lancia l'affondo: «Bersani e i suoi collaboratori volano troppo alto nei cieli della politica e non hanno letto bene il regolamento della Commissione di Vigilanza Rai che in più punti cita solo ed esclusivamente i capi delle coalizioni». Nel Pd però tirano dritto. Non c'è nessuna intenzione di scendere sul terreno della sfida mediatica. Giovedì prossimo, si sottolinea, Bersani aprirà la campagna elettorale con i giovani che votano per la prima volta. Parliamo di questo. E di contenuti. «Nel primo giorno di governo, ad esempio - insiste il segretario Democrat - daremo cittadinanza ai figli degli immigrati; proporremo una legge sui partiti; sulla trasparenza degli atti pubblici; sulle incompatibilità; proporremo norme contro la corruzione come autoriciclaggio e falso in bilancio». Ma dal Pdl il fuoco di fila continua. «Bersani scappa perchè la paura fa 90», incalza Fabrizio Cicchitto. «Vuole evitare il confronto tv», afferma Maurizio Gasparri. Se «scapperà dal dibattito tv - rincara la dose il portavoce Daniele Capezzone - srà una prova evidente di paura» «Per Bersani no problem - ribatte Anna Finocchiaro presidente dei senatori Pd - ma a Maroni chiedo: chi è il candidato premier della coalizione Pdl-Lega?». «Intanto apprezziamo il riferimento di Bonaiuti alle regole della Vigilanza Rai - è la replica del portavoce di Bersani Stefano Di Traglia - a cui bisognerebbe sempre attenersi». Ma resta aperta, osserva, «una questione politica fondamentale: se Berlusconi è il capo della coalizione, chi indica lui come candidato premier?»

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