Berlusconi, scontro con Giletti: contraddetto minaccia di andar via

ViincenT

Utente Colossal
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12 Dicembre 2009
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ROMA - All'ennesima apparizione televisiva Silvio Berlusconi viene infine contraddetto nel suo monologo ed esce dai gangheri, minacciando di lasciare la trasmissione. E' accaduto oggi pomeriggio da Massimo Giletti. L'intervista con il conduttore, che incalzava l'ex premier, ha mandato l'ospite su tutte le furie. Berlusconi si è alzato per due volte in piedi, pronto ad andare via. "Se vuole me ne vado, lei mi deve far parlare, è
inutile che prosegua, è la quarta volta che mi interrompe", si è lamentato il Cavaliere. "Mi sembra di stare a giocare, non di fare un'intervista, è bastato essere stato lontano dalla tv un anno per venire trattato così", ha aggiunto. Sarcastica la risposta di Giletti: "Lei è abituato alla Barbara D'Urso della settimana scorsa. Lei è simpatico, è uno sportivo, sa che ci deve essere un match con delle risposte".

Incertezza su come replicare. Momenti di tensione dovuti forse anche all'irritazione che avrebbe colto Berlusconi dopo l'ascolto della conferenza stampa di Mario Monti. Indiscrezioni parlano di un Cavaliere furibondo, che in un primo momento avrebbe anche pensato ad una conferenza stampa ad hoc per ribattere al presidente del Consiglio. Ipotesi che con il passare delle ore sarebbe poi tramontata, lasciando spazio ad un strategia alternativa.

La risposta a Monti. Ospite di Giletti, una risposta diretta a Monti Berlusconi l'ha voluta comunque dare. "Mi spiace" che al presidente del Consiglio Mario Monti "sfugga la linearità del mio comportamento e delle mie dichiarazioni", ha replicato. "Avevamo difficoltà a tenere in piedi tutti i moderati", per questo, ha spiegato, è stato offerto al Professore il ruolo di guida dei moderati.

Insulti a Fini. Quando nello studio di Domenica in è tornata la calma, Berlusconi è andato avanti con la durezza che lo ha caratterizzato nei giorni scorsi. "Ho avuto un incubo stanotte, c'era ancora Monti presidente del Consiglio con Di Pietro alla Cultura, Ingroia alla Giustizia e poi c'era Fini...Fini era alle fogne". Parole alle quali il presidente della Camera ha ribattuto altrettanto duramente. 'Preferisco essere un incubo notturno di Berlusconi che un suo complice nel trattare l'Italia come un bottino da spartire o un bordello", ha replicato Fini sul suo profilo Twitter.

L'offensiva prenatalizia. L'offensiva mediatica prenatalizia dell'ex premier era iniziata già in mattinata. Nella prima uscita della giornata, intervistato da Alessandro Banfi su Tgcom24, il leader del Pdl aveva ribadito che punta a vincere le elezioni con il 40 per cento dei consensi. "Dove vogliamo arrivare? A vincere, per poter completare la rivoluzione liberale che da sempre indico come traguardo ai nostri elettori - afferma il Cavaliere intervistato da Alessandro Banfi su Tgcom24 - puntiamo al 40% in modo che con l'attuale legge elettorale avremmo il 55% dei voti alla Camera dei deputati". "Perché sono sicuro di poter arrivare a questo risultato? Perché tutti gli italiani che ci avevano dato il loro voto - prosegue - nei sondaggi si sono ritirati non sono andati a collocarsi su altri partiti. Io non devo cercare nuovi elettori, ma rivolgermi agli stessi del 2008, distruggendo bolle di menzogne e rimediando al fatto che nell'ultimo anno non ho fatto una sola apparizione in tv e indicando con precisione cosa abbiamo intenzione di fare".

Le offerte per Monti. Prima della conferenza stampa di fine anno del premier, Berlusconi era intervenuto ad Agorà su TeF Channel: il Professore potrebbe "farsi riserva della Repubblica" per essere disponibile a un'eventuale elezione a capo dello Stato o "potrebbe essere richiamato in campo" nei prossimi mesi "se disgraziatamente vincesse la sinistra" e "si dovesse ricorrere di nuovo a un salvamento". Quindi ha ripetuto: "A Monti, che ha svolto fino ad adesso il ruolo di deus ex machina come capo del governo tecnico non converrebbe scendere in campo e mettersi tra i vari piccoli partiti del centro perché la sua statura verrebbe d'un botto ridotta in maniera importante". E non c'è solo il Quirinale tra le possibilità che secondo il Cavaliere si aprono di fronte al suo successore: "Spostando lo sguardo dall'Italia all'Europa tra poco sarà disponibile il posto di presidente della Commissione europea e quello dei capi di Stato e di governo. Monti è apprezzato in Europa per essere stato per otto anni commissario europeo, tra l'altro ce l'ho mandato io. Quindi credo che avremmo buone chance di essere lui uno dei migliori candidati". E a una domanda specifica risponde: "Se vorrei Mario Monti ministro in un mio governo? Non lo so. Questo governo tecnico ha portato a risultati catastrofici rispetto alla situazione che avevamo con il nostro".

L'Europa. Quindi Berlusconi è passato ad elencare quello che farebbe se tornasse a Palazzo Chigi, riprendendo un tema più volte cavalcato nelle ultime settimane: "Se vincessi, punterei a una rinegoziazione con l'Europa, perché se andassimo avanti col patto fiscale dovremmo togliere dall'economia 50 miliardi all'anno. Il Pil ne soffrirebbe e andremmo al disastro". "Bisogna dire - aggiunge il leader Pdl - che siamo a meno di cento nel rapporto debito Pil, perché per una norma cervellotica dell'Unione Europa considera come Pil solo l'economia emersa, mentre da noi abbiamo un'economia sommersa molto rilevante. Non darà soldi all'Erario e dobbiamo continuare la guerra all'evasione in maniera liberale e non come fatto da questo governo. Sommando le due economie si arriva duemila miliardi di Pil".

"Bersani boiardo del Pci". Berlusconi le stoccate più dure le ha riservate ai suoi concorrenti. "Il primo motivo che mi spinse a scendere in campo nel 1994 era quello di non consegnare il mio Paese a una sinistra che non era e che oggi ancora non è socialdemocratica. E anche ultimamente, quando il Pd ha avuto in Renzi la possibilità dell'introduzione della novità e, come io ho sperato, di trasformare il Pd in partito socialdemocratico, si è visto invece prevalere i vecchi protagonisti e oggi ci troviamo di fronte Bersani, un vecchio boiardo del Pci".

Attacchi a Grillo, Fini e Casini. Pesante anche il giudizio su Beppe Grillo. "C'è una teoria in giro - ha detto - che dopo la scesa dalla scimmia all'uomo c'è la possibilità di una discesa dall'uomo alla scimmia, Grillo è lì a testimoniare la possibilità della realtà di questa teoria". Non poteva mancare poi un attacco a Fini e Casini, definiti "traditori". "Sono le persone peggiori che ho incontrato nella mia vita - ha insistito - Sono traditori non miei, ma di chi li ha eletti".

Lo "scandalo Ingroia". Berlusconi ha parlato infine di Antonio Ingroia, definendo l'impegno politico del magistrato "uno scandalo". "Approfittando della pubblicità che si è fatto come pubblico ministero - ha detto a Tef Channel - intende proporsi come protagonista politico. Uno scandalo che esiste solo nel nostro Paese. Ingroia già faceva politica come pm e adesso ha lasciato l'altra squadra di pubblici ministeri a fare politica. E' uno scandalo una magistratura che fa politica, che la usa per abbattere gli avversari e che la usa come trampolino di lancio verso una carriera".
(23 dicembre 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Repubblica