Donne e forza lavoro: L'italia al 101esimo posto su 135 paesi

Rapinder

Utente Esperto
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19 Settembre 2011
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ROMA - Il nostro Paese non brilla per pari opportunità sul lavoro. L'Italia, dove il voto alle donne è stato concesso molto più tardi rispetto ad altre nazioni europee, si riconferma in ritardo nell'ambito delle politiche sull'uguaglianza di genere. Secondo il Global Gender Gap 2012 del World Economic Forum, il Belpaese si piazza all'ottantesimo posto su 135 Paesi. Tra le aree prese in considerazione quella che spicca di più è la partecipazione all'economia dell'altra metà del cielo che in Italia registra il dato peggiore collocandosi al 101esimo posto. Per Antonietta Mundo dell'Inps, solo un terzo della popolazione femminile fa parte della forza lavoro, mentre degli uomini ne fa parte la metà. Un dato positivo è però l'incremento tendenziale dello 0,4% nell'occupazione femminile e nel contempo la lieve diminuzione dell'occupazione maschile, "tuttavia va sottolineato che l'82% dei lavoratori a tempo parziale è rappresentato da donne".

LE DIFFERENZE Solo 21.678 euro lordi per le donne rispetto ai 30.246 euro per gli uomini. I posti ai vertici, inoltre, sono un miraggio. Il lavoro femminile appare concentrato nelle posizioni basse e intermedie. Se si considerano poi le pensioni un primo dato significativo che emerge è la ridotta anzianità contributiva delle donne, dove una su due ha meno di 20 anni di contribuzione, nel privato. Nel pubblico, invece, il 40% delle donne hanno più di 30 anni di anzianità contributiva.
Le donne rappresentano il 47% dei pensionati, ma percepiscono il 34% dell'importo complessivo; l'80% delle pensioni integrate al minimo sono erogate alle donne. Una pensionata su tre prende meno di mille euro al mese. In generale, nel pubblico la pensione media per le donne è pari a 18.400 euro l'anno lordi, contro i 26.900 euro degli uomini. Per ovviare al problema occorre attivare meccanismi e politiche di conciliazione integrandoli con modelli organizzativi moderni ed efficienti. Quanto alla valorizzazione delle diversità e alla conciliazione lavoro/vita privata, particolarmente significativa l'esperienza di Abbott. Come ricorda il direttore delle risorse umane, Stefano Zangara, "nella nostra azienda il 40% della forza lavoro è costituito da donne e ben il 28% occupa posti dirigenziali, contro una media nazionale pari al 13,5%".

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