Dove andrà a finire l'Europa?

tommy12

Utente Guru
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21 Novembre 2010
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Ormai da oltre 4 anni si discute continuamente sul come fare uscire i Paesi in deficit dalla crisi economica, per il bilanciamento della crisi finanziaria che attanaglia l'Europa e non solo. Al centro dell'attenzione la Grecia, che per altro influisce minimamente sulla bilancia del mercato europeo, per il 2,5%.
Nel recente G8 di Canes lo scenario che è stato presentato è a dir poco inquietante e, se si volese essere più realistici, assolutamente tragico.
I grandi capi della finanza assicurano che la ripresa è in moto e che sarebbe stata trovata la soluzione ai problemi della crisi, eppure giorno dopo giorno tutti possono vedere con i propri occhi che la situazione va invece peggiorando. Viene il dubbio, a questo punto, che ogni minimo dettaglio di questa crisi sia stato deliberatamente calcolato. Resta da vedere con quale scopo. Salvare l'euro? Affondarlo? L'ordine, o meglio, il nuovo ordine che deve necessariamente derivare dal caos?
Nel 2009 gli esponenti del fantomatico Gruppo Bilderberg non a caso pare si siano riuniti proprio in Gregia, in una località chiamata Vouliagmeni, ospiti dell'allora premier Papandreou. Proprio in Grecia, lo Stato che a non pochi sembra essere stato l'esca per quella soluzione che doveva essere trovata a partire da una situazione di assoluto caos economico-finanziario. Una Grecia portata al limite della bancarotta, che doveva passare atraverso la rielaborazione di un nuovo sistema sociale ed economico. Una Grecia-cavia per applicare lo stesso sistema in scala maggiore, all'Europa.
Dall'alto degli scranni del'Alta Finanza, la banca Goldman Sachs pare abbia messo a punto una formidabile strategia per gestire una crisi provocata e per non fare uscire la Grecia dal default, obbligando il governo di Atene a indebitarsi con UE, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale, con guadagni di certo non indifferenti per la stessa Goldman Sachs. Un successo della strategia decisa a tavolino, stando ad alcune indiscrezioni, progettata fin dal 1955 da gruppi come il Bilberberg e da uno dei primi personaggi ispiratori, Etienne Davignon, il quale ha ammesso successivamernte la verità di quanto descritto: i governi di ogni singolo Stato della UE hanno solo il dovere di dichiarare la fondazione della UE e dare le informazioni ai media in modo che questi si assumano la responsabilità di disinformare i cittadini sulla costruzione di una grande nazione che in fin dei conti è una Unione Europea solamente sulla carta.
A questo punto ci si domanda: perché proprio la Grecia? Si potrebbe tentare di formulare risposte in base alla situazione, alle cause e conseguenze. Uno dei principali esponenti dei gruppi finanziari mondiali, Henry Kissinger, ex Segretario di Stato americano, non si sa per quale motivo avrebbe una questione personale tutt'altro che chiusa con la Grecia. Più volte ha pubblicamente dichiarato che l’orgoglio del popolo greco deve essere massacrato in quanto manifestamente di aspirazioni anarchiche. Una di queste occasioni è stata nel settembre 1974 durante una conferenza internazionale di imprenditori a Washington. Al sostenere le opinioni di Kissinger pare ci sia anche un certo Rockfeller, di concerto con un altra dinastia altrettanto potente, in Europa e non solo, di nome Rotschild.
Un'altra motivazione potrebbe essere quella per cui la Grecia, culla della cultura, della filosofia e della democrazia europea, è vista come ostacolo del piano sopra descritto proprio in quanto pietra miliare e ispirazione dei moderno giverni europei.
Un terzo motivo potrebbe essere il fatto che già di per se' l'economi della Grecia è un bersaglio fin troppo facile, dalmomento che non è mai stata di provata solidità granitica. In pratica, un'economia con poca concorrenza, con prodotti specifici che in confropntoi ad altri Stati europei sono troppo cari, sempre secondo le opinioni dei "progettisti" del grande disegno. E l'esempio della Grecia serve agli altri Paesi UE per dimostrare che se uno Stato non è salvabile tale "malattia economica" corre il rischio di diffondersi come una vera e propria epidemia. D'altra parte, in un gregge è preferibile sacrificare un aminale morente per non correreil rischio di infettare gli altri. E a salvarsi però sono le grandi banche, le quali puntano soprattuto a salvare i propri investimenti.
Gli esperti di Economia sono sempre stati vigili nell'affermare che la creazione della moneta unica avrebeb corso il rischio di far sprofondare l'Europa, specialmente i Paesi del Sud Europa, vedi appunto Grecia, Italia, Spagna e Portogallo. A Bruxelles e Strasburgo, i vari Van Rompuy e Barroso hanno esplicitamente affermato che ogni Stato dell'Unione dovrà rimettere la propria sovranità agli organismi centrali, ad un governo centralizzato che abbia sotto controllo le diverse economie, governate da un Commissario per le Finanze (Ackermann) con autorità sulla politica economica di ogni singolo membro. Che ne sarà allora dei cittadini? Del principio del songolo e dei molti singoli che insieme formano una comunità e quindi uno Stato?

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