In sviluppo Esperimento: Conservazione degli Hamburger del McDonald’s (2 mesi)

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22 Novembre 2008
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Campagna Contro Mc Donald


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Come dal titolo... Ecco cosa succede dopo 2 mesi di conservazione dei panini del McDonald’s e delle patatine… ma le patatine :epilec: ?!?!?!?:gurupazz: !!!! Dopo 2 mesi INTATTE!!! Come è possibile?!

[YT]http://www.youtube.com/watch?v=pCfHA7AdjIY&feature=player_embedded#[/YT]


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Info in Esclusiva : Mc Donald’s: Il bullone è servito!
Nel massmediatico clima di allarme - alimentazione, è fin troppo facile dire, nonostante la martellante pubblicità alla Mulino Bianco, che il nostro cibo non nasce da rustiche fattorie, ma da laboratori chimici. Forse però ci sbagliamo, forse però siamo un po’ troppo ottimisti in merito alla coscienza alimentare delle masse. Guardiamo il passante, guardiamo la gente, guardiamo la televisione: Quando scoppiò l’allarme diossina, la vox populi era: il pericolo è nelle industrie belghe, il pericolo è identificato, il pericolo è finito; noi siamo bravi, noi rispettiamo le leggi, noi vendiamo sano, comprate prodotti italiani. In supermercati, macellerie, panifici era tutto un via via di certificati d’italianità del prodotto. Ora, nell’incertezza sulla sicurezza biologica degli organismi geneticamente modificati (OGM), il film è sempre lo stesso; la gente ha paura, la gente s’interroga, la risposta è tranquillizzante, in questo caso un rimando del problema, a quando il clima sarà migliore, intanto gli OGM pappateveli in percentuali minime e nei derivati, che la legge lo permette, e ci permette di non farvi sapere cosa state mangiando. Dal canto suo, il mito europeo non promette nulla di buono; con gusto schifosamente amarcord, i media ci hanno fatto abituare al fatto che l’Unione Europea ingerirà sempre più, comandata dalla bacchetta economicamente magica delle multinazionali, sulle varie leggi nazionali che garantivano minimamente la genuinità di alcuni alimenti, dalla pasta al cioccolato, dalla pizza al miele, alle marmellate. Insomma gente, questo è il progresso, una lacrimuccia di nostalgia, e poi di corsa a comprare i nuovi prodotti alimentari.

Degli oltre 2 miliardi di dollari che McDonald’s spende ogni anno in pubblicità, molto viene investito per attirare nel McWorld tutta quella fetta di potenziali clienti che identifica almeno in parte il cibo dei fast food con il cosiddetto cibo-spazzatura, divulgando un’autoimmagine di qualità, di genuinità, perfino salutista.

Nel famoso volantino “McDonald’s. Tutto il gusto della qualità”, dopo una breve storia della multinazionale e dei metodi tecnico-burocratici della stessa sotto la bandiera globalizzante di precisione e qualità, si passano in rassegna i vari McProdotti, il tutto con un’impaginazione tra l’asettico e lo scientifico. Così degli hamburgers si dice che “sono di pura carne bovina 100%, senza additivi né conservanti. Sono cotti al punto giusto in modo tale da poterne conservare il corretto apporto nutrizionale. Le patatine fritte sono preparate esclusivamente con olio di origine vegetale e con un procedimento unico che le rende sempre leggere e croccanti. I gelati e i milk-shake sono prodotti con latte di prima qualità e sono ricchi di calcio. Per questa ragione sono particolarmente indicati per i bambini e gli adolescenti durante la crescita”.

Perfetto!, se non fosse per il fatto che McDonald’s ritirò ai tempi dell’allarme diossina i propri Milk Shake, certo, per precauzione, e soprattutto se non fosse per un volantino informativo con gli ingredienti dei propri McProdotti, ingredienti molti dei quali solo dal nome non lasciano trasparire nulla di naturale.

Nonostante il carattere lillipuziano tipico in pubblicità di chi ha qualcosa da nascondere ma che è obbligato a dire, il foglietto fornisce numerose informazioni; il “gusto della qualità” inizia a macchiarsi di addensanti, coloranti, amidi modificati, edulcoranti, glutammato di sodio, acidificanti, aromi, sali di fusione, agenti lievitanti modificati e simpatiche siglette incomprensibili tipo E472e, E410, eccetera. Prodotti tutti ammessi dalla legge, i garanti possono dormire tranquilli, ma, ci chiediamo noi sospettosi, la legge protegge veramente i cittadini, l’uomo qualunque, o, come qualche anarcoide afferma, spesso piuttosto gli investimenti del capitale (delle multinazionali, per essere à la mode)?

Prendiamo un libro di medicina nell’alimentazione, quello del salutista dott. Enzo Rocchi (Il medico in cucina, ed. La Grafica, Mori 1985), o un altro qualsiasi, il discorso non cambierà. Oltre ai soliti non bere e non fumare, v’è rimarcato un altro, grave errore comune: mangiare alimenti manipolati. Inoltrandosi più approfonditamente nel paragrafo, v’è un primo memento sul fatto che, parlando dell’ingrediente - carne, nel nostro caso “pura carne bovina al 100%”, non si sa mai se questa è allevata nella fattoria di Nonna Papera o nei più realistici allevamenti - lager, i feedlots,ove gli animali, siano essi futuri hamburgers o future McChicken, sono tenuti in strettissime gabbie e nutriti a suon di ormoni e antibiotici per ingrassarli meglio e in meno tempo . Riportiamo le parole del dietologo per quanto riguarda alcuni McIngredienti: “Un breve elenco delle principali sostanze artificiali comunemente impiegate nell’industria alimentare comprendono: antiossidanti e conservanti in generale, coloranti, addensanti, gelidificanti, emulsionanti e tensioattivi, aromatizzanti, dolcificanti, potenziatori di gusto”(glutammati). Fra le altre cose, scopriamo che i cosiddetti aromi naturali “possono essere imitati, simulati, da sostanze chimiche artificiali, create in laboratorio (...) a lungo andare possono essere dannosi per la salute”. Troviamo così una risposta al nostro quesito iniziale: “In Italia quando sull’etichetta c’è scritto aromi naturali, nel cibo ci possono benissimo essere soltanto aromi artificiali e la cosa non è affatto una truffa in quanto la legge lo permette”.

Non serve continuare ulteriormente per affermare l’insanità d’una McAlimentazione, basta viaggiare un po’ negli Stati Uniti per correlare visualmente l’altissimo numero di obesi e le nuove forme di ristorazione veloce; grottesco è però il fatto che l’Istituto Nazionale della Nutrizione, organo nazionale che dovrebbe diffondere consigli nutrizionali agli italiani, abbia pubblicato una guida sulla sana alimentazione, sulla cui copertina spicca il McLogo, primus inter sponsor. Capiamo la necessità di un finanziamento, ma c’è però un limite! Ricordiamo a proposito che nel 1990 un’associazione statunitense (Associazione Nutrizionale per la protezione del cuore) lanciò una violenta campagna stampa contro McDonald’s accusandolo d’essere “il veleno dell’America del nord” (New York Times, 1990). Ed è solo dopo questa campagna che McDonald’s ha introdotto l’olio vegetale nella frittura delle patatine, olio che ora si vanta di usare, per la salute dei suoi consumatori…

Ma delle McPubblicità vendute come buone azioni ci occuperemo meglio tra breve. Per ora vi consigliamo di consultare il sito Internet di McDonald’s,
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, e fare qualche ricerca sul link food; troverete la lista completa di tutti gli ingredienti, compresi quelli delle specialità dei vari paesi, nonché il contenuto calorico d’ogni componente. Interessante anche il link con la lunga lista di tutti i componenti del McCibo che possono causare allergia (
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); il sito è quello ufficiale di McDonald’s, il carattere di queste spiacevoli informazioni è ovviamente asettico e minuscolo: minuscoli tesori di controinformazione.

Ariès, nel sopraccitato saggio che, assieme al lavoro di Ritzer, costituisce un punto di riferimento per chiunque voglia approfondire in modo critico l’argomento, si spinge fino ad affermare il dubbio che l’alimentazione di McDonald’s, la si giudichi corretta o dannosa, non sia un’alimentazione come le altre. Punto di partenza è l’artificiosità degli alimenti, la precisione meccanica del loro formato, del loro gusto, del loro colore, caratteristiche di cui McDonald’s stessa ne fa un vanto. Vediamo insieme quali sono, ripercorrendo i passi dell’Ariès: “ (le patatine fritte) sono poi impacchettate congelate in pacchi standard da 10 Kg. Questi sono maneggiati con estrema cautela perché gli esperti di McDo hanno calcolato che se cadessero da un’altezza di un metro perderebbero 30 porzioni ogni 45 Kg. (…) La resa è così da 888 a 933 porzioni ogni 100 Kg. Queste patatine si conservano per nove mesi dalla data di conservazione, sono fritte il più velocemente possibile ancora congelate in modo standard (…) e non resta che venderle il più presto possibile. Infatti le patatine fritte non possono essere conservate per oltre 7 minuti. Il cliente può scegliere fra tre formati (68 gr, 110 gr, 136 gr). Una porzione grande è sempre matematicamente uguale a 1,42 volte quella normale. (…) L’involucro che le contiene rafforza l’idea d’igiene ma anche l’illusione d’un maggior volume (le patatine infatti “escono” dal contenitore, sembrano straboccare…)” Secondo Ritzer, il segreto del gusto delle patatine McDo è l’unione di sale e zucchero, combinazione che dona un gusto neutro, in cui ognuno può ritrovare il proprio, in misura minima. Per quanto riguarda l’olio di frittura, esso è composto dal 90 al 92% dal grasso di manzo, per un 8-10% di olio di cotone. Ariès precisa che la fonte è del 1989, e che McDo non ha voluto comunicare informazioni più recenti riguardo a queste percentuali. Riguardo all’hamburger, dichiara che pesa 103 grammi e misura 10 centimetri, (…) è cotto per esattamente 35 secondi. Il pane in cui è avvolto è di misure leggermente ridotte per dare, come per l’involucro delle patatine, un’idea d’abbondanza. Esso non è del vero pane, a causa del suo colore eternamente bruno pallido, della sua composizione molle e mai croccante, della sua assenza di sapore e di gusto. Se si prendono altri ingredienti apparentemente naturali, il discorso cambia di poco; l’insalata del Big Mac, ad esempio, non è che un’immagine di sé, perché la sua varietà, il suo calore, il suo condimento la riducono a semplice funzione decorativa. Il formaggio subisce lo stesso trattamento, e diviene un’immagine, una pura sensazione. Questa iperrazionalizzazione diviene una vera e propria religione della forma e della misura, col fine, unico e immacolato, del profitto. A conclusione del capitolo sull’alimentazione, riportiamo “la struttura” d’un McHamburger di 80g. individuata da London Greenpeace, associazione promotrice della campagna anti McDonald’s conclusasi col processo McLibel: 46 g. di carne bovina macinata (lingua, cuore, grasso, cartilagini, tendini, intestino compresi); 10 g. di carne recuperata meccanicamente dal resto della carcassa, e poi tritata; 20 g. d’acqua; 2 g. di sale e spezie; 1 g. di glutammato monosodico; 5 g. di polifosfati e conservanti. Ariès, riguardo all’utilizzo di scarti di animali nella fabbricazione degli hamburger, vale a dire l’utilizzo di pelle, ossa, sangue, viscere, eccetera non da una risposta certa, in mancanza di prove certe, e noi non possiamo che appoggiare la sua scelta. Tuttavia una risposta al dubbio sull’utilizzo (o non utilizzo) di tali parti non si è avuta per una scelta di Mc Donald’s; infatti le nostre domande inoltrate (a McDonald’s) sono restate per lungo tempo lettera morta, poi l’ufficio direzione della comunicazione ci ha fatto ufficialmente sapere che ciò riguarda “segreti di fabbricazione”. D’altro canto si sa che la macelleria moderna utilizza largamente questo tipo di prodotti ricostituiti. La triturazione industriale permette infatti d’eliminare la durezza di alcuni componenti come le ossa.
Buon appetito.
McDonald's..
.
tutto quello che non vogliono farti sapere​
Notiziario
Una cronaca delle azioni di critica radicale e notizie verso/contro McDonald's

Pret a Manger, Aroma e altri marchi con partecipazioni o proprietà Mc Donald's
Nel Gennaio 2001 McDonald's Corporation a acquisito il 33% di Pret A Manger.
Their international influence and expertise has already helped in our expansion beyond the UK (something clamoured for by the thousands of tourists who visit our shops each week). McDonald's do not have any direct influence over what we sell or how we sell it; nor would they want to. They have invested in Pret because they like what we do. (tratto da
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)

La multinazionale ha già compiuto altri passi per non fossilizzarsi sull'hamburger, accaparrandosi diverse catene di fast-food per soddisfare i palati di tutto il mondo.
Chipotle Mexican Grill (burritos e tacos). Boston Market (pasti a domicilio). Pret a Manger (piatti francesi pronti). Donatos Pizza (pizza al trancio). Aroma Cafè (caffè e cappuccini). Fazoli's (catena di ristoranti italiani). (tratto da
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)

Mc Donald's apre due alberghi in Svizzera
Dopo aver nutrito per cinquant'anni gli affamati di tutto il mondo con i suoi hamburger a prezzi imbattibili e le famose patate scolate al punto giusto, Mc Donald's - la catena di fast-food di Chicago – ha deciso ora di cimentarsi anche nel campo alberghiero. L'iniziativa, in realtà, è stata presa dalla filiale svizzera della McDonald's, quella capeggiata dal presidente Urs Hammer, che ha già portato il fast food di Mc Donald's sui treni e gli aerei della nazione elvetica. Ai suoi 116 ristoranti, la McDonald's svizzera aggiungerà due hotel, dislocati nei pressi all'aeroporto di Zurigo e nel paese di Estavayer-leLac, vicino al confine con la Francia. (...) Negli ultimi anni, per fronteggiare una diminuzione delle vendite, l'azienda di Chicago ha seguito strade alternative alla vendita di hamburger, nel tentativo di incrementare i propri profitti. In Gran Bretagna – ad esempio – ha aperto 40 "Aroma Café", in cui si servono panini e caffè. Negli Stati Uniti possiede invece il Chitpole Mexican Grill, Boston Market e Donatos Pizza. (tratto da
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)

27.10.2003 - Usa, la ricetta dell'obesità: patatine e Coca Cola - Corsera

Usa, la ricetta dell'obesità: patatine e Coca Cola

Troppi grassi e pochissima verdura e frutta: i bambini d'oltrecoceano consumano calorie in eccesso sin dalla culla

WASHINGTON - L'obesità degli americani trova le sue radici nella culla: secondo un nuovo studio, negli Stati Uniti la «dieta» di hamburger, Coca Cola e patatine fritte inizia molto presto, ad appena pochi mesi di vita. Lo studio «Feeding Infants Toddler», denuncia la dieta ipercalorica con cui i bambini americani vengono svezzati: troppo grasso, zucchero e sale, pochissima verdura e frutta. Una sintesi dei risultati sono stati presentati a San Antonio, in Texas, nell'ambito della conferenza dell'American Dietetic Association. Studiando l'alimentazione di 3.000 bimbi, i ricercatori hanno scoperto che i piccoli americani, da uno a due anni, consumano una media di 1.220 calorie al giorno, il 30% in più rispetto alle 950 calorie consigliate dagli esperti.

ECCESSO CALORICO - Tra i 7 e gli 11 mesi, l'eccesso calorico è del 20%. «Già a due anni - denuncia in modo allarmante il rapporto - le abitudini alimentari cominciano ad assumere le caratteristiche problematiche della dieta americana». Secondo uno studio federale, il 31% dei 292 milioni di americani è considerato obeso, un'etichetta che gli scienziati attribuiscono a chi vive con 14 o più chili in eccesso rispetto al peso forma. La tendenza dell'irrobustimento della popolazione non accenna a frenarsi: si prevede che tra sette anni, nel 2010, ci saranno 68 milioni di americani obesi. I dietologi pediatrici sono allarmati.

NUTRIZIONE INFANTILE - Secondo Jodie Shield, che ha scritto due libri sulla nutrizione infantile, i genitori sono responsabili, non solo per quello che danno a mangiare ai figli ma anche per quello che rappresentano come modello: «I vostri bambini - ha affermato - vi guardano, vedono quello che fate». «Le patatine fritte sono il contorno più diffuso tra i bambini dai 19 ai 24 mesi», ha detto la ricercatrice Kathleen Reidy, che ha partecipato allo studio, condotto al telefono con i genitori di 3.000 bambini. «Tra il 20 e il 25% dei bambini osservati per lo studio commissionato dalla Gerber non ha mangiato una sola verdura nel giorno del colloquio e tra il 25 e il 30% non ha consumato alcuna frutta», ha aggiunto la ricercatrice.

BIBITE GASSATE - Il problema non si limita alle patatine fritte. L'equipe con la quale ha lavorato Reidy ha scoperto che alcuni genitori mettono bibite gassate nei biberon di bambini di solo sette mesi di vita. Inoltre, i piccoli tra i 19 e i 24 mesi consumano dolci «almeno una volta al giorno». Altri alimenti dati regolarmente ai bambini americani comprendono hot dog, salsicce e pancetta affumicata, che fanno parte della dieta normale del 7% dei piccoli tra i 9 e gli 11 mesi, e del 25% dei ragazzini più grandi. Lo studio, effettuato dalla Mathematica Policy Research, Inc, di Princeton, nel New Jersey, rivela infine come tra il 10 e il 15% dei bambini dell'età prescolare, tra i due e i cinque anni, sia già sovvrapeso. I risultati completi dello studio saranno pubblicati a gennaio nella rivista dell'Associazione dei dietologi americani.
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tratto da:
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19.10.2003 - Crepa pagliaccio iniziativa contro McDonald's a Lugano (Svizzera)

Crepa pagliaccio
iniziativa contro McDonald's a Lugano (Svizzera)

tratto da:
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Coordinamento Aprire le Gabbie, 19.10.2003 14:35
Con questo comunicato vogliamo rivendicare l’azione contro i fast food
McDonalds e Burger King avvenuta venerdì 17 ottobre 2003 a Lugano.



Come già avvenuto l’anno scorso, verso le 12.30 un’ottantina di persone
hanno occupato i locali del “ristorante” McDonalds sul lungolago
distribuendo volantini, urlando slogan, fischiando e riempiendo il pavimento
di sterco di cavallo. I responsabili del locale hanno inutilmente tentato di
respingere i manifestanti. Dopo una trentina di minuti di “occupazione” ci
siamo diretti verso il Burger King dove sono continuate le proteste. La
manifestazione si è poi sciolta in piazza Dante. Ci sono molte ragioni che
spingono sempre più attivisti a protestare e boicottare le grandi catene di
fast-food, motivi legati allo sfruttamento del lavoro e allo spreco di
risorse ambientali, con quintali di cereali che vengono utilizzati per
allevare bestiame e che potrebbero essere meglio sfruttati per combattere la
fame nel mondo.
Ma la motivazione principale che ci ha spinto ad esprimere il nostro
disgusto per queste multinazionali dell’hamburger sono i milioni di animali
allevati ed uccisi da esse per produrre il loro cibo disgustoso e non
salutare. È scientificamente provato che una dieta puramente vegetariana
fornisce tutti gli elementi essenziali per un’alimentazione sana ed
equilibrata.
Gli animali non umani sono esseri senzienti e in quanto tali hanno diritto a
vivere liberamente senza l’arrogante dominio dell’uomo. La produzione di
carne e di tutti i prodotti di origine animale, di cui i fast food sono
alcuni tra i maggiori rivenditori, si fonda sulla tortura e il massacro di
esseri che soffrono e respirano esattamente come noi.
La carne è morte e chi la mangia un assassino!
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Mc Donald’s lascia la Valsugana - Chiude il fast food sorto due anni fa a Pergine: non era abbastanza redditizio.

M
c Donald’s abbandona la Valsugana. Due anni or
sono aveva suscitato scalpore, dubbi e perplessità l’apertura di un ristorante dentro il centro commerciale di Pergine Valsugana. Nella valle della natura, dei monti e delle mucche che vanno in ferie nelle malghe in quota, cos’era venuto a fare il sig. Mac con i suoi panini "sintetici"? Complice la crisi mondiale della multinazionale, il 30 dicembre 2002 arriva puntuale la chiusura. L’americano batte in silenziosa ritirata, con il suo polistirolo e il Ronald piangente per le perdite in borsa (-50% da giugno), 175 fast food in meno e il taglio di 600 posti di lavoro. "Yankee go home!".

Qualcuno dei no-global trentini ha esultato di fronte alla disfatta di Mac. Meno esultanti i lavoratori del ristorante. Che fine faranno? Non si sa. Non erano iscritti al sindacato. I loro colleghi nel vicino Mac della più globalizzata Trento, rispondono per monosillabi e dicono di non conoscere la sorte degli sfortunati perginesi.

Dalla McDonald’s Italia, sede di Milano, arriva un comunicato stampa in data 2 gennaio, a firma di Alfredo Pratolongo, responsabile della comunicazione: "Il piano di sviluppo 2002-2005 comprende alcuni adeguamenti fisiologici, che, nel caso di Pergine, sono sostanziati dall’andamento del centro commerciale nel quale è inserito il ristorante. Per McDonald’s Italia la tutela dei dipendenti è una priorità e l’azienda s’impegna a tutelare i livelli occupazionali dei dipendenti coinvolti dalla chiusura del ristorante, usando le stesse condizioni contrattuali praticate nel sistema McDonald’s e nel rispetto delle professionalità acquisite dai lavoratori."

Tutto va a gonfie vele, secondo il communicator milanese. Il problema era del centro commerciale. Il "piano di sviluppo" prevede tagli e chiusure (curiosa accezione del termine "sviluppo"). Ma Pratolongo non vuole dire dove siano finiti i poveri lavoratori.

E
rano circa dieci i dipendenti del ristorante Mac della Valsugana. "Sono lavoratori facilmente manipolabili dall’azienda. Nel caso di Pergine ancora di più, essendo una piccola realtà. Nessuno di loro era iscritto al nostro sindacato. Abbiamo fatto qualche tentativo per aiutarli, ma erano difficilmente contattabili. Se ci avessero interpellato, avremmo potuto fare qualcosa per gestire la vertenza con l’azienda, ma nessuno ha chiesto il nostro intervento. Non sappiamo dove siano finiti ora, abbiamo letto il comunicato stampa della Mac che garantisce il loro reintegro" - spiega Roland Caramella, responsabile della Filcams Cgil di Trento.

Incertezza del posto di lavoro, part time e gerarchizzazione dei ruoli inducono i lavoratori a lasciare il posto da Mac, non appena acquisiscono un minimo di professionalità o trovano qualcosa di meglio. "Proprio per la filosofia dell’azienda sono lavoratori che durano poco e facilmente ricattabili. C’è un turn over molto accentuato. Spesso il personale viene da altre regioni, a volte sono studenti, sradicati dal tessuto sociale e quindi più deboli. Nel ristorante di Trento alcuni lavoratori sono iscritti alla Cgil e hanno chiesto più volte il nostro aiuto, per migliorare le loro condizioni, ma per Pergine non abbiamo potuto fare nulla" - prosegue Caramella.

In ogni caso il microscopico panino con i semi di sesamo non ha vinto su polenta e lucanica trentine. La globalizzazione non passa in Valsugana.

In occasione dell’apertura del ristorante di Trento, la Rete Lilliput (nata da padre Alex Zanotelli) aveva organizzato una contro-conferenza. In quell’occasione uno dei relatori fu Giuseppe Pallante, medico e direttore del Centro studi zooantropologici di Trento. Alla notizia della chiusura ha commentato riassumendo i motivi della sua avversione al modello di alimentazione proposto da Mac: "Il successo di McDonald’s è basato su alcuni fattori. Innanzitutto la trasgressione di tipo adolescenziale: si mangia con le mani, in piedi, ascoltando musica e gustando cose saporite e unte altrimenti vietate. In nessun altro locale sarebbero tollerati questi comportamenti e tanto meno permessi in casa. A livello psicologico, c’è una regressione infantile. Il simbolo stesso della McDonald’s ricorda il seno materno, procura un senso di protezione e fornisce fiducia. Gli stessi genitori ci portano volentieri i figli per le garanzie offerte ed un misto di complicità reciproca. Anche la forma dei panini richiama il seno materno: è esclusivamente tonda e al contatto si dimostra morbida, di un sapore dolciastro e non provoca assolutamente briciole. Ci sono degli studi approfonditi sull’argomento: ad esempio quello di P. Aries "Figli di McDonald’s", oppure dell’italiano Ottavio Cavalcanti, "Cibo dei vivi, cibo dei morti, cibo di Dio"".

Ma che tipo di prodotto fornisce la catena McDonald’s?

"Da un punto di vista igienico–sanitario i prodotti sono inattaccabili. La McDonald’s comunque utilizza sempre materie prime locali, anche se detta legge sulle modalità di produzione. L’utilizzo del quarto taglio (interiora, stomaco e altro) dei bovini per produrre gli hamburger non deve trarre in inganno: se fossero prodotti con sola polpa risulterebbero troppo secchi e poco gustosi. Vengono utilizzati degli stratagemmi per indurre il consumatore a comprare di più. Ad esempio le bibite sono sempre ghiacciate ed ipergasate: questo anestetizza le papille gustative, induce un senso di non sazietà e spinge il consumatore ad acquistare altri prodotti per sfamarsi. In ogni caso non li si può attaccare per ciò che vendono, ma per il tipo di cultura alimentare".

S
enza ricorrere ad un antiamericanismo preconcetto,
questi sono i fatti. Un’azienda che esporta non solo i suoi panini, ma uno stile di lavoro singolare, con la facciata di impresa d’avanguardia a gestione manageriale. E a Trento è ancora presente.

Ma c’è di più, proprio a riguardo del tentativo di esportare una cultura dell’alimentazione.

Potrebbero nascere una serie di considerazioni sulla fiducia che diamo ancora a certi stili di vita e modelli importati dagli States, che, oltre a starci stretti, sono lontani anni luce dai valori e conquiste della cultura europea (non ultima quella sul lavoro).

In tema di produttività anzitutto: Jim Cantalupo, novello amministratore delegato Mac, taglia i rami secchi e allora via i meno redditizi. Nulla interessa dei lavoratori, del contesto in cui era il ristorante, della perdita per i commercianti vicini e soprattutto nessuno spazio alla discussione.

Dispiace però per tutti i ragazzi della Valsugana. Quelli che, quando andavano da Mac, si sentivano "cittadini", in uno spazio di mondo aperto, globalizzato, un posto uguale a Pergine come a Roma e a Parigi. Lontani dal loro piccolo paese, dove alle cinque di sera, in inverno, non c’è più un cane che gira. Sapere che c’era significava sentirsi uguali agli altri.

Con i miti che abbiamo creato per loro e lo stile alimentare della "merendina" il Mac era una valida alternativa al solito bar. Almeno non andavano a bere alcolici, ma a mangiarsi panini e patatine, ascoltando musica. A loro di sicuro mancherà.

Meno a tutti gli antiamericani, per i quali il Mac in Valsugana era un’eresia, un attentato alla cultura trentina del cibo, una bomba sulla genuinità. Quel panino che ricorda il seno materno, di sapore vagamente dolciastro e senza briciole non mancherà a tutti i cultori di polenta e lucanica, innaffiata, troppo spesso, da buon vino locale.
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Gli Internauti non digeriscono gli hamburger - di Eleonora Giordani

Il popolo di Internet lancia un'altra azione di protesta: si svolgerà il 16 ottobre la Giornata mondiale anti McDonald's. Proprio mentre l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) celebrerà la Giornata mondiale dell'alimentazione, i contestatori organizzeranno manifestazioni e picchetti davanti ai fast-food e nei luoghi dove sorgeranno nuovi ristoranti. E diffonderanno un libello "storico" intitolato "Cosa c'è di sbagliato in McDonald's? Tutto quello che non vogliono farti sapere" (la traduzione in italiano della brochure si può leggere qui). Il 16 ottobre dell'anno scorso sono stati realizzati picchetti in 345 città di 23 paesi del mondo. Per la mobilitazione di quest'anno sono state lanciate una decina di iniziative via Internet. Attraverso un forum di discussione, si individuano i punti dove saranno installate altre filiali di McD e si organizzano le manovre di protesta. E il passaparola comprende anche appelli alla sottoscrizione per il movimento.
La multinazionale della ristorazione rapida è accusata dagli attivisti di diffondere cibo poco salutare, di sfruttare i propri dipendenti, di contribuire alla deforestazione selvaggia del pianeta per fare spazio agli allevamenti di bestiame destinati a diventare hamburger. Il sito web che coordina la contestazione contro McDonald's si chiama McSpotlight e vanta un archivio di 21 mila file contente, oltre al materiale di propaganda, la documentazione relativa a tutti i procedimenti giudiziari in cui è coinvolto il colosso del fast-food. Il sito ruota intorno al McInformation Network, una rete indipendente di volontari operanti in 16 paesi che distribuiscono informazioni sul movimento attraverso una mailing list. Attivato nel febbraio 1996, McSpotlight riceve attualmente più di un milione di contatti ogni mese.

Ma perché sollevarsi contro gli hamburger proprio nel giorno dedicato dalle Nazioni Unite alla tragedia della fame nel mondo? E perché risparmiare le altre catene di ristoranti? Si potrebbe obiettare che in fondo i fast-food, con i loro prezzi popolari, contribuiscono in qualche modo a sfamare anche i meno abbienti. E che una fetta dei guadagni di McDonald's finanzia un'organizzazione di volontariato che aiuta i bambini in difficoltà, con 174 "case di carità" sparse in 32 paesi del mondo.

Per quel che concerne la data, si tratta di una scelta fortemente mediatica. Durante questa ricorrenza annuale - che commemora la fondazione della Fao il 16 ottobre 1945 - sono promosse varie iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla grave situazione delle persone che soffrono la fame nel mondo e per raccogliere fondi in loro soccorso. Un'ottima occasione per puntare l'indice contro una multinazionale del cibo che, a detta dei militanti, si arricchisce alle spalle dei paesi più poveri nascondendosi dietro una facciata politicamente corretta.

Riguardo al "capro espiatorio", poi, i contestatori adducono motivazioni di carattere dietetico ed ideologico. Prima di tutto, il consumo massiccio di prodotti a base di carne, oltre ad essere nocivo per la salute, porterebbe alla lunga ad uno squilibrio gravissimo dell'alimentazione mondiale. Grandi aree di terra nei paesi poveri vengono deforestate per ospitare allevamenti di bestiame o per coltivare foraggi per nutrire gli animali che verranno mangiati dai più ricchi. Tutto questo viene fatto a danno delle risorse alimentari di quei paesi: 7 milioni di tonnellate di cereali producono solo 1 milione di tonnellate di carne e derivati. Con una dieta basata sui vegetali e con un razionale utilizzo delle terre, ogni regione potrebbe sfamarsi in modo autosufficiente. Inoltre McDonald's è il marchio più conosciuto nel mondo dei fast-food ed è l'unica società che innesca tante azioni legali contro chi muove delle critiche. Per questo è diventata il simbolo delle multinazionali che perseguono i loro profitti schiacciando tutto quello che incontrano sulla propria strada. Ed è stata scelta come bersaglio dell'azione di protesta. Tutto è cominciato con il cosiddetto processo McLibel (dove "libel" significa "diffamazione, querela"). Verso la metà degli anni 80 il gruppo anarchico London Greenpeace (che non ha niente a che vedere con Greenpeace International) inizia a concentrare la sua protesta contro la multinazionale dell'hamburger e nel 1985 lancia La Giornata internazionale di lotta contro McDonald's, da tenersi ogni anno il 16 ottobre. L'anno successivo la pubblicazione del già citato libello "Cosa c'è di sbagliato in McDonald's? Tutto quello che non vogliono farti sapere", provoca le ire dell'azienda. Dopo anni di schermaglie, finalmente McD riesce a coinvolgere i militanti in un processo per diffamazione, che si è rivelato il più lungo della storia della giustizia civile inglese. Il verdetto, emesso il 19 giugno 1997 dopo due anni e mezzo di udienze, pur dando ragione alla corporation americana, ha riconosciuto la fondatezza delle critiche su: sfruttamento dei bambini tramite la pubblicità, sfruttamento dei lavoratori con paghe bassissime ed avversione verso i sindacati, sofferenza e torture per gli animali. Alla fine gli avvocati della multinazionale lamentano una vittoria insignificante, viste le conferme date anche in corte agli attivisti ed alla loro campagna oramai irrefrenabile. In Gran Bretagna, ogni volta che un nuovo fast-food si appresta ad aprire, si costituiscono immediatamente comitati di cittadini che organizzano assemblee e manifestazioni. In molte occasioni questi hanno ottenuto che fosse revocata l'autorizzazione all'apertura o obbligato McDonlad's ad abbandonare i propri piani. Nel giugno scorso, dopo un'incredibile occupazione di 552 giorni dell'area in cui doveva sorgere l'ennesimo ristorante (ad Hinchley Wood, nei pressi del quartiere londinese di Kingston) , McDonald ha finito per dichiarare disfatta e fare marcia indietro.
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Le campagne contro la multinazionale del fast food - Tutti i nemici di McDonald's di Davide Orecchio

Sono molti e sono agguerriti i controinformatori, movimentisti, ambientalisti, vegetariani & Co. che proprio non digeriscono gli hamburger di Mac. Dalle pagine dei loro siti web lanciano campagne assai poco diplomatiche contro la catena di fast food più famosa del pianeta, si danno appuntamenti per sit in e manifestazioni di protesta davanti ai ristoranti gialli e rossi, inondano la Rete di documentazione e materiale di propaganda. McDonald's è diventato il simbolo della globalizzazione e calamita, di conseguenza, un odio diffuso e inestinguibile. Non a caso il cosiddetto popolo di Seattle, ogniqualvolta si aduna, non manca di frantumare qualche vetrina dei suoi ristoranti (è successo a Praga, e prima ancora a Washington).

La lista potrebbe cominciare proprio dal frantuma-vetrine par excellence, quel José Bové, baffuto contadino francese e capopopolo del movimento nato a Seattle, che guidò un assalto di piazza a un McDonald's di Millau. Lo scorso settembre l'hanno condannato a 3 mesi di galera, ma in 50 mila erano arrivati per sostenerlo all'apertura del processo.

Nel nostro paese la protesta anti-Mac (appoggiata anche dal leader di rifondazione comunista Bertinotti) ha imboccato diverse strade. L'ultima è quella dei sindacati confederali, che a Firenze hanno manifestato contro le condizioni di lavoro imposte ai dipendenti, ma ancora prima si erano levate voci ben più estremiste. Il sito di controinformazione Tactical Media Crew, vicino ai centri sociali e tanto estremista da siglare a volte le proprie pagine con minacciose stelle a cinque punte, coordina ad esempio una campagna contro McDonald's. «La natura del business fatto dalla McDonald’s - si legge sul sito - tocca questioni rilevanti della nostra vita quotidiana quali lo sfruttamento del lavoro, la distruzione dell’ambiente, la fame nei paesi del Terzo Mondo, la globalizzazione degli stili di vita e dei consumi etc.». «Ciò che è sbagliato in McDonald's - prosegue il Tmc - è sbagliato anche in tutte le catene di cibo spazzatura come: Wimpy, Kentucky Fried Chicken, Wendy, Burger King etc. Tutti quanti nascondono il loro sfruttamento scriteriato delle risorse animali e della gente dietro una facciata di colori sfavillanti e "divertimento per le famiglie"».

La prima campagna contro la multinazionale fu lanciata dal gruppo anarchico London Greenpeace (che non ha nulla a che fare con gli ambientalisti di Greenpeace) nel lontano 1986. In un volantino intitolato "What's Wrong With McDonald's'" ("cosa c'è di sbagliato in McDonald's) gli attivisti inglesi puntarono per primi l'indice contro quelli consideravano i danni più gravi dei prodotti della multinazionale: la deforestazione, la nocività degli alimenti e i soprusi sulla forza lavoro. Questa campagna finì poi nelle aule dei tribunali britannici e si concluse con un verdetto di condanna per McDonald's.

In seguito gli ambientalisti hanno arricchito il loro dossier. Recentemente, lo scorso febbraio, Greenpeace ha accusato McDonald's di utilizzare in segreto soia geneticamente modificata prodotta da un'azienda americana, la Monsanto. Secondo il Wwf, inoltre, anche la filiale italiana della Monsanto (come molte altre imprese) condurrebbe esperimenti sugli organismi
geneticamente modificati.

Come se tutto questo non bastasse, si è aggiunta alla fine dell'estate l'accusa di sfruttamento del lavoro minorile. Implicata, in quel caso, la McDonald's di Hong Kong: una vicenda che ha sollevato uno scandalo internazionale, provocando un effetto domino di dimissioni.

17.12.2002 - Mc Donald's perde e si ristruttura
OAK BROOK (CNN) - Mc Donald's ha lanciato martedì un profit warning sui risultati del quarto trimestre. La "big" del fast food stima di chiudere il trimestre con una perdita per azione di 5-6 cent tenendo conto della ristrutturazione. A Wall Street il titolo cede circa il 7% nella mattinata. Per McDonald's è la prima perdita di tutti i tempi nel quarto trimestre. La società ha anche fornito i dettagli del piano di ristrutturazione che costera' almeno 435 milioni di dollari e porterà alla chiusura di 175 ristoranti, con relativo taglio di 700 posti di lavoro. Esclusi i costi legati alla ristrutturazione, Mc Donald's avrebbe un'utile di 25-26 cent ad azione ben al di sotto del consensus degli analisti di 31 centesimi. i ricavi sono calati dell'1,3% negli ultimi due mesi al 30 novembre e dell'1,5% negli ultimi 11 mesi. Il presidente e a.d.del gruppo, Jack Greenberg aveva già annunciato a inizio mese le proprie dimissioni.


FAST FOOD NATION - ALESSANDRA LIBUTTI
Tutto quello che avreste voluto sapere sui Fast Food e non avete mai osato chiedere ! Non sapete resistere alla tentazione di un Big Mac? La vostra pausa-pranzo è così ridotta che senza McDonald's e Burger King crepereste letteralmente di fame? Allora Fast Food Nation: The Dark Side of The All American Meal del giornalista americano Eric Schlosser è rivolto proprio a voi. Solo una sfogliatina vi causerà una paralisi istantanea sulla soglia di qualsiasi fast food.


SO COOL ! - DAVIDE LOMBARDI
Cos'hanno in comune una piccola bugia pubblicitaria di McDonald's e la bomba atomica ? La notizia è di qualche giorno fa : McDonald's, il sorridente impero della patatina fritta e dell'hamburger, ha dovuto fare le sue scuse ufficiali per una pubblicità fasulla di una decina di anni fa, "Le nostre patatine sono fritte solo con oli vegetali". Non è vero e negli USA, un avvocato di origine indiana ha dimostrato che le McPatatine sono prefritte nell'olio di manzo

McDonald's, il fritto del peccato - il manifesto 25.5.2001
La multinazionale ammette: "Le nostre patatine sono prefritte anche con grassi animali" - A maggio è cominciata la causa in tribunale, patrocinata da un avvocato ecologista di origine indiana. Ieri le scuse

La multinazionale ammette: "Le nostre patatine sono prefritte anche con
grassi animali"
Il grande inchino A maggio è cominciata la causa in tribunale, patrocinata da un
avvocato ecologista di origine indiana. Ieri le scuse
LUCA FAZIO

(il manifesto - 25 maggio 2001)


"Non siamo cosI' grandi da non poterci scusare". Le McScuse arrivano col cheese-sorriso. E così dopo tre settimane piuttosto bollenti, la multinazionale della polpetta è stata costretta ad ammettere che le sue patatine in parte sono fritte utilizzando grassi animali. Il rammarico di McDonald's arriva dopo che negli Usa un avvocato vegetariano di origine indiana, Haris Bharti, il 4 maggio scorso aveva intentato una causa per demolire uno dei tanti McPrecetti che cementano la filosofia della multinazionale più invasiva del mondo: "Le nostre patatine sono fritte solo in oli vegetali".

Con buona pace di tutti i vegetariani nel mondo, quella campagna pubblicitaria del '90 solo oggi si è rivelata un falso. Perché se è vero che nel McDonald's sotto casa l'olio che impuzzolentisce tutto il vostro quartiere è di origine vegetale, è altrettanto vero però che le patatine sono prefritte con estratti di oli di manzo. "Ci dispiace se i clienti hanno ritenuto le nostre informazioni non abbastanza complete per le loro esigenze", si legge solo oggi sul sito internet di McDonald's Usa.

La notizia di per sé non ha sconvolto più di tanto i vegetariani a stelle e
strisce: si sa che McDonald's è sinonimo di carne. Ma trattandosi di grassi di
mucca, ben altrimenti l'hanno presa il signor Haris Bharti e con lui tutti i
cittadini del continente indiano che per motivi religiosi aborrono cibarsi della
benché minima sostanza che abbia a che fare con l'animale sacro. E non a caso,
subito dopo la denuncia, a Bombay, oltre a migliaia di telefonate allarmate, 500
persone hanno distrutto un McDonald's. Si può spiegare anche così la clamorosa
retromarcia della multinazionale che in India (un miliardo di potenziali
consumatori) finora ha aperto solo trenta ristoranti. Il rischio, nonostante le
precisazioni dell'ultimo minuto - "in India comunque non utilizziamo aromi
di origine animale" - è che il potente movimento indu anti-McDonald's
adesso abbia vita più facile nell'impedire l'invasione del BigMc.
Del resto il partito ultranazionalista indu Shiv Shena - che ha ben poco a che
vedere con il variopinto popolo di Seattle - non è nuovo ad azioni contro il
nemico americano. "We want computer chips, not potatoes chips",
gridavano qualche anno fa all'apertura del primo fast food; al grido
"l'India è una nazione, non è un mercato", gli ultranazionalisti si
sono anche distinti per diverse azioni contro tutto ciò che sa di America: film,
concerti rock, feste di San Valentino, beach volley... Ce n'è abbastanza per
chiedere tante scuse, anche se ciò non basterà a bloccare la causa che potrebbe
costarle milioni di dollari. Bruscolini rispetto al potenziale mercato
orientale, proprio adesso che nelle maggiori città indiane è sempre più cool
pranzare sotto la doppia M più accogliente e bugiarda del pianeta.

The New York Times

McDonald's Apologizes for Fries

McDonald's Corp. has issued an apology for any confusion
surrounding the beef flavoring in its U.S. french fries, a
practice that prompted a lawsuit this month by some Hindus and
vegetarians.

"Because it is our policy to communicate to customers, we
regret if customers felt that the information we provided was not
complete enough to meet their needs," McDonald's said in a
statement on its Web site. "If there was confusion, we
apologize."

McDonald's spokesman Walt Riker did not know when the
statement was posted on the Web site, and said it simply
reiterates what the company has said throughout the fry
controversy.

"This isn't anything new," he said Thursday morning.

McDonald's has acknowledged that a small amount of beef
flavoring is added to its french fries during potato processing
before they are shipped to restaurants in the United States.

It's something that apparently surprised some vegetarians.
McDonald's announced in 1990 that its restaurants would no longer
use beef fat in cooking french fries and that only pure vegetable
oil would be used.

On May 1, a lawsuit against the fast-food giant was filed in
Seattle on behalf of two Hindus who don't eat meat and one
non-Hindu vegetarian. They have asked that the suit be certified
as a class action on behalf of any vegetarian who ate McDonald's
fries after 1990 in the belief that they contained no meat.

McDonald's says it never claimed the fries it sells in the
United States are vegetarian.

In India, the Seattle lawsuit was front-page news, and a
McDonald's in a Bombay suburb was vandalized. Eighty-five percent
of India's population are Hindus, many of whom consider cows
sacred. The company has said that no beef or pork flavorings are
used in its fries in India or in Muslim countries, a claim
repeated in the Web site.

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On the Web:

Company statement:
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IN LIBRERIA - Paul Ariès - I figli di McDonald's La globalizzazione dell'hamburger
"Il consumatore di hamburger diviene così un uomo senza storia, senza memoria, che non mangia più per desiderio o per tradizione, ma per bisogno impulsivo o imitativo."

Lo stile McDonald's - interessante STUDIO di T. Gelisio, A. Capasso, L. Spernanzoni

Il prezzo di un hamburger McDonald’s è diventato ormai un parametro di confronto fra le diverse economie del mondo. Cosa c’è dietro la “macchina”

Tessa Gelisio

I fast food sono oramai entrati a pieno titolo nella realtà italiana, spuntando come funghi in ogni angolo della città, di fronte ai monumenti principali ed ai grandi raccordi stradali: Spizzico, Autogrill e ovviamente il più noto McDonald’s, leader della ristorazione veloce, fatta anche di milioni di chioschi e di piccole attività, nate per dar da mangiare nel meno tempo possibile.

Sono passati molti anni da quando gli hamburger si vedevano solo in televisione, ma nonostante la forte cultura alimentare italiana ne abbia notevolmente rallentato la diffusione, oggi, riscuotono notevole successo, un po’ perché il mito americano persiste, ma anche perché lo stile di vita sta notevolmente cambiando. Si passa sempre più tempo fuori casa, si viaggia molto di più e le pause pranzo si stanno accorciando. Ogni giorno, in Italia si spendono più di cinque miliardi di lire per i pasti fuori casa.

Il “fenomeno McDonald’s” inteso come successo della ristorazione veloce, coinvolge sempre più persone, per questo dal mondo ambientalista (non solo), arrivano da anni notevoli allarmi per uno stile di vita non sostenibile.

Mangiare hamburger nei fast food non significa solo mangiare un prodotto che non è tra i più salutari, significa anche produrre una quantità di rifiuti allucinante, pari ai prodotti usa e getta.

Da McDonald’s i tovagliolini sono fatti di carta riciclata, i contenitori per i panini di polietene e poliaccoppiati non riciclabili (i contenitori di mais espanso costano troppo), mentre tutta la restante carta è in percentuale riciclata. I rifiuti buttati negli appositi contenitori non sono riciclati, ma buttati nella spazzatura normale, a differenza dell’ Austria dove il riciclaggio è pratica abituale dato che esistono agevolazioni fiscali.

Con diverse formule si potrebbe e forse si arriverà ad un notevole miglioramento da questo punto di vista, ma il concetto di base non è riciclare i rifiuti, ma com’esprime il Decreto Ronchi bisogna diminuirne la produzione. In una struttura come McDonald’s questo non è possibile, perché per fare un semplice pasto si buttano nella pattumiera: un contenitore di plastica, un contenitore di carta per patatine, un bicchiere di bibita con coperchio, cannuccia con relativa carta coprente, una tovaglietta, un tovagliolo e qualche contenitore di salsine.

Mangiare nei fast food risulta uno stile di vita insostenibile e inaccettabile che creerà, se continua il suo successo, molti problemi alle generazioni future.
Il SUCCESSO DI MCDONALD’S

Nell’ambito della comunità finanziaria internazionale, il prezzo dell’hamburger di McDonald’s nelle varie nazioni, è preso quale parametro finanziario di primaria importanza per stabilire la situazione economica di un paese. Questo dato dimostra la potenza della “macchina McDonald’s”, costruita interamente su una metodologia “scientifica”. Le caratteristiche, forse le più importanti, che l’hanno resa così vincente sono la sua calcolabilità, la sua efficacia, la sua previdibilità, e il suo controllo.

Calcolabilità perché sembra che con pochi soldi si riesce ad acquistare molto, le patatine straboccano dai contenitori, il medaglione di carne è sempre più grande (di circonferenza) rispetto al pane, mentre questo essendo così vaporoso fa sembrare il panino più grande di quanto lo sia in realtà e «in fondo nella nostra cultura c’è la tendenza a credere che, in generale, “più Grande è meglio”» come dicono Mitroff e Bennis nel libro The Unrealty Industry. Non a caso, in pochi anni si è passati al raddoppiamento ed addirittura al triplicamento di medaglioni.

G.Ritzer nel libro Il mondo alla McDonald’s è giunto alla conclusione, calcolando prezzi e quantità, che «non è affatto vero che si prenda molto pagando meno...».

McDonald’s offre anche efficienza, perché nel minor tempo possibile dà da mangiare. Oggi mangiare è diventata una perdita di tempo e come recita un depliant di McDonald’s «..è possibile gustare, senza sprecare tempo in inutili attese, un pasto».

Per velocizzare ulteriormente i tempi sono nati i McDonald’s drive, che permettono al cliente di non scendere dalla macchina e ai gestori di diminuire il fabbisogno d’aree parcheggio, di tavolini, e d’addetti al servizio. Inoltre i clienti portano via con se gli scarti alleggerendo notevolmente la necessità di eliminarli.

McDonald’s è anche prevedibile, perché, entrando in un McDonald’s dall’altra parte del mondo, si trova quello che si è abituati ad avere a casa. «Mc non fa scherzi!» e questo crea un grande senso di sicurezza.

Sono molti i sistemi creati da McDonald’s per ottenere questa uniformità in tutto il mondo, dall’Hamburger University nell’Illinois dove sono formati i dirigenti, dalla grande formazione necessaria per diventarne licenziatari e soprattutto dall’incredibile formazione di tutti i dipendenti. Sin dalla fondazione McDonald’s ha avuto regole e procedure interne su cosa gli addetti devono fare e dire.

Abbiamo infine il controllo. I clienti e i dipendenti sono soggetti a controlli molto sottili e poco visibili, ad esempio il menù ridotto, le scarse possibilità di scelta e le sedie tutto sommato poco comode, portano il cliente a esaurire i desideri dei gestori: consumare in fretta ed andarsene. In un fast food non c’è spazio per esigenze particolari è un po’ come diceva H.Ford «Ogni cliente può avere la macchina del colore che preferisce, purché sia nero». I dipendenti, invece, sono controllati dalle macchine, perché grazie a loro l’azienda controlla che le porzioni non siano diverse. Il dosatore per le bibite, la paletta misurata per le patatine, la friggitrice che avverte quando le patatine sono cotte. Sono tutte tecnologie che consentono un maggior controllo e che spingono continuamente McDonald’s a sostituire i dipendenti con le macchine.

Due studiosi in Automatin Work ne hanno ben descritto anche un’altra caratteristica: «Qualche anno fa la catena... McDonald’s tirò fuori lo slogan “si fa tutto per voi”. In realtà, da Mc siamo noi a far tutto per loro. Si sta in fila, si porta il mangiare al tavolo, si buttano via i rifiuti, e si mettono in pila i vassoi. Con l’aumento del costo della manodopera e lo sviluppo delle tecnologie finisce che spesso il cliente fa sempre più lavoro». Incredibili sono anche le capacità comunicative dell’azienda. Ad esempio negli Usa., precisamente nell’Illinois, i punti vendita hanno attivato un programma chiamato “10 per un cheesburger” in pratica agli studenti che prendono un dieci in pagella, viene regalato come premio un panino, stabilendo così una correlazione positiva tra buoni risultati a scuola e premi McDonald’s.

Qualità + servizio + pulizia + valore = McDonald’s. È questa in sintesi l’immagine che McDonald’s vuole trasmette di sé al mondo, tramite grandi campagne pubblicitarie. L’anno scorso, McDonald’s ha lanciato una campagna con l’Istituto nazionale della nutrizione per la realizzazione e la distribuzione nei suoi negozi di un opuscolo Linee guida per una sana alimentazione italiana.

Nell’ opuscolo sono delineate delle regole cui attenersi per una corretta alimentazione, tra le quali quella di variare il più possibile i cibi. Sotto questa dichiarazione dell’autorevole Istituto, appare la dichiarazione di McDonald’s: «La varietà delle scelte offerte da McDonald’s ti consente di rispettare una dieta equilibrata» per un lettore distratto questa potrebbe apparire come una dichiarazione che mangiare da McDonald’s fa bene.

Nel gennaio scorso la rivista Altro consumo ha pubblicato un’interessante inchiesta in collaborazione con l’Unione europea sulla qualità di hamburger, pizze e hot dog nei fast food di 14 paesi europei, coinvolgendo così catene come McDonald’s, Spizzico, negozi indipendenti e chioschi. Com’era prevedibile i dati non sono eccezionali, eccetto che per l’igiene che è risultata impeccabile. I risultati mostrano diverse lacune, sia dal punto di vista qualitativo (presenza d’amido, di carne diversa da quella bovina o di bassa qualità), sia da quello nutrizionale: «l’hamburger è un pasto poco equilibrato e troppo ricco di calorie».

I prodotti analizzati nei fast food variano notevolmente per quantità e qualità, sono però accomunati da un’eccessivo uso di sale: è utilizzato per mascherare i reali sapori, o per far venir sete? In base agli studi dell’Istituto nazionale della nutrizione, soprattutto per quanto riguarda i giovani, in ogni pasto non si dovrebbero superare le 800 – 1.000 kcal, hamburger e patatine sono dunque al limite, troppe per uno spuntino e poco equilibrate per un pasto normale.
Consumo di Carne

McDonald’s Italia acquista la carne di pollo dal gruppo Amadori, definito da Mc «leader nell’allevamento in Italia... in grado di garantire... un prodotto d’altissima qualità...» ma se gli allevamenti in batteria sono chiamati d’altissima qualità, come si dovrebbe definire la carne di pollo avicola, allevata in maniera tradizionale? Cosa dire dei 40 milioni di polli allevati in batteria in Italia, che non vedranno mai la luce del sole?

Lo stesso concetto può essere allargato alle migliaia di mucche che ogni anno forniscono a McDonald’s Europa, 90.000 tonnellate di carne per hamburger. Negli allevamenti intensivi, oltre alla pessima qualità di vita cui gli animali sono sottoposti, bisogna considerare la somministrazione, anche con il consenso della legge, di anabolizzanti, ormoni, estrogeni, ed antibiotici, tutti prodotti che finisco negli organismi dei consumatori e che sicuramente non fanno del bene.

Un consumo eccessivo di carne è estremamente dannoso per la società, perché per ottenere 1 kg di carne bovina sono necessari 7kg di cereali, per farne uno di suino 4, per ottenere 1kg di pollo o di pesce solo 1kg. In un mondo in cui la produzione mondiale pro capite di grano, per colpa dell’erosione, della cattiva gestione, della desertificazione e per altri motivi, sta diminuendo dal 1990, mentre la popolazione mondiale aumenta di 80-90 milioni l’anno, uno stile di vita basato sul consumo eccessivo di carne, significa costruirsi un futuro di scarsità alimentare. Prima conferma di questo processo già in atto, sono le riserve mondiali di cereali, passate per la prima volta sotto i 52 giorni quando ne sono necessari almeno 70 per ammortizzare anche un solo cattivo raccolto. Nei prossimi trent’anni per sfamare tutta la popolazione, la produzione alimentare mondiale dovrà crescere del 75%.

La qualità di un hamburger
Riportiamo qui di seguito la tabella pubblicata dalla rivista Altroconsumo inerente i quattro negozi McDonald’s analizzati in Italia
A B C D E F

Milano C.so Vercelli 37 35% bovino D 290 b b
Roma v. Giolitti 65 40% bovino t 300 b D
Milano v. Cordusio 30% bovino D 300 b D
Torino P.za Castello 50 45% bovino D 370 b D
b medio; D mediocre; t pessimo;


A = Percentuale di carne sul peso del panino; Valore accettabile = 50%

B = Origine carne;
C = Rapporto collagene/ proteine (parti dure/ muscolo) per stabilire se è carne pregiata;
D = Kcal per porzione;
E = Kcal da grassi/ Kcal totali; Valore di riferimento dell’Istituto nazionale della nutrizione = 30%- 35%;
F = Sale;
Da questa analisi, la rivista conclude che la qualità dei prodotti McDonald’s non è in nessun caso superiore alla media degli altri punti vendita e che mangiare un hamburger non crea problemi alla salute basta che non diventi un’abitudine
McDonald’s in cifre
McDonald’s Italia 1995 1996 1997 1998 (°) 1999 (°) 2000 (°)


Vendite* 113 262 458 600 775 995
Investimenti 16 45 75 100 138 175
Ristoranti 33 142 170 210 265 335
Dipendenti 1.700 4.800 6.200 7.700 9.800 12.500
Licenziatari 15 54 74 100 128 160

* in miliardi di lire; ° stima
Fondata da Ray Kroc nel 1954, McDonald’s è presente in 109 paesi con oltre 23.000 ristoranti, un milione e mezzo di
dipendenti e 38 milioni di clienti serviti ogni giorno. Il giro d’affari del sistema McDonald’s ha superato nel 1997 i 33 miliardi di $ Usa. Il mercato più grande, in cui opera McD. oltre a quello statunitense, è il Giappone.
Dati aggiornati al 7 aprile 1998
Il fast food in galleria
Commestibilità dell’opera d’arte

Un americano “medio” e un cinese “medio” sono in vacanza all’estero e decidono di pranzare al ristorante: l’americano va in un fast food e ne esce soddisfatto; il cinese entra in un ristorante cinese ed esce disgustato, ha mangiato cose che negli odori, nei sapori, nei colori non hanno altro che una semplice assonanza con i cibi che appartengono alla tradizione del suo paese. La situazione dell’ipotetico signore cinese si potrebbe ripetere per un italiano in un ristorante italiano a Dublino, per un messicano in un “messicano”, e così via. La globalizzazione della ristorazione, che ci permette di “mangiare indiano” anche ai Poli, ha avuto come indubbio effetto un ridursi delle distanze tra i gusti e i profumi dei cibi cucinati, per la necessità di fare uso di cibi surgelati o conservati con sistemi diversi, e soprattutto per non discostarsi troppo dalla cucina locale. È così che quando entro in un ristorante cinese in Italia, il cameriere (molto spesso di Taiwan o delle Filippine) mi offre spaghetti, tortellini, primi e secondi, diversi da quelli che conosco, seguendo una distinzione dei pasti e dei cibi che non è altro che un calco della cucina italiana. Ogni cucina esotica diviene si trasforma così nel surrogato kitsch della cucina locale. La “trasfigurazione” dei cibi è una conseguenza della tendenza a ottimizzare i prodotti sul territorio che deriva dall’invenzione di quella stazione di servizio cittadina che è il “Fast food”. Il fast food opera in “qualità”,una qualità analoga a quella di un qualsiasi altro distributore efficiente 24 ore su 24: “qualità” intesa come Sistema Qualità (le cosidette ISO 9000) ovvero certificazione dei processi produttivi, standardizzazione e ottimizzazione delle materie prime; “qualità” intesa come definizione di un valore capace di permanere identico nel tempo e nello spazio. Tutt’altro rispetto all’idea più naturale della deperibilità del cibo, alla sua biodegradabilità, a cui si lega la cottura, l’elaborazione, la preparazione e le conseguenti varietà di sapore, odore, colore. Nel fast food si consuma la più perfetta

deconnotazione del cibo, che rende ogni pasto standard, riproponibile, immediatamente riconoscibile (non solo nel gusto, ma anche nel colore) in ogni parte del mondo. La conseguenza? È presto detto: se l’appetito è soddisfazione del desiderio e della necessità, che si espleta sostanzialmente nella diversificazione dei cibi (diete alimentari), la catena di ristoranti “veloci” rappresenta la frammentazione di tale desiderio, soddisfazione approssimativa della necessità (con patatine fritte, poltiglie di pollo, croccantini di hamburger) attraverso un inganno tirato al desiderio, a cui regala comodità, convenienza, rapidità, (con prezzi, offerte differenziate di prodotti alimentari e di divertimento, ecc.), tutte icone di concetti che s’impongono nel quotidiano. Abbiamo così raggiunto il climax di quel processo di serializzazione che denunciava, alla fine degli anni ’50, la Pop Art. La Pop Art partiva da una considerazione “metropolitana” della massificazione, riprendeva icone della modernità e ne faceva un doppio dell’identità individuale. Con Warhol, Rauschenberg, Johns, Dine, Rosenquist, Schifano, Festa (...) si instaurava tra i due sistemi, quello artistico e quello massificato, una perfetta identità ad un tempo iconografica, tecnico-formale e comunicativa con l’adozione non solo delle stesse immagini banali e quotidiane e dei medesimi procedimenti formativi, spersonalizzanti, rigorosi e meccanici propri dei media industriali. Dalle scatole di detersivi di Wahrol al fast food generalizzato la tappa è stata d’obbligo. Dal dualismo denunciato con ironia dai pop artisti siamo passati ad un sistema unico polimorfo, che inghiotte ogni realtà relazionale e la trasforma in processo quali-quantitativo: il pranzo, come l’arte, la comunicazione, il sesso.

Dopo la lunga sequela di smentite sull’esistenza dell’arte (da Hegel, a Benjamin a Baudrillard e così via), uscito da un ristorante cinese, credo di ritrovarmela nello stomaco.

Angelo Capasso

Arriva lo slow food

C’è un altro modo di intendere il mangiare in contrapposizione al Fast food: è lo Slow Food.

Si tratta di un movimento internazionale di cultura gastronomica nato proprio per salvaguardare un patrimonio agro alimentare di mille sapori, infiniti profumi; ogni prodotto ha una storia che viene dal passato, una conoscenza che si tramanda, gusti e sapori che rischiano di essere perduti e standardizzati .

Nel 1986 a Brà in provincia di Cuneo nasce l’associazione Arcigola con l’obiettivo di promuovere la convivialità, salvare il gusto e la conoscenza della buona tavola, tutelare il patrimonio artistico e ambientale e il sapere enogastronomico.

La nuova filosofia del gusto raccoglie in breve tempo numerosissimi consensi, non solo gaudenti buongustai, nel giro di pochi anni il movimento cresce ed arrivano adesioni anche da altri paesi. Delegazioni di tutto il mondo si riuniscono a Parigi nel 1989 nasce così Slow Food; il manifesto del movimento declama: Se la Fast Life in nome delle produttività ha modificato la nostra vita e minaccia l’ambiente ed il paesaggio, lo Slow Food è oggi la risposta d’avanguardia. Nel 1990 a Venezia si tiene il congresso mondiale, oggi si contano settantamila soci in cinque continenti con strutture associative di base presenti in trentacinque paesi. In Europa i più rappresentativi sono: Italia, Svizzera, Germania, Francia, Spagna, Slovenia, ma i soci sono anche negli Stati uniti, in Australia, in Sud America. In Italia l’associazione è organizzata nel territorio in condotte, all’estero in convivia; referenti e responsabili di condotte e convivia sono i fiduciari che a loro volta fanno capo ai governatori.

La vita associativa prevede cene a tema, passeggiate enogastronomiche e corsi di degustazione, Convention sui vini, Settimana del gusto, nella quale, per avvicinare i giovani ala ristorazione di qualità, i grandi ristoranti d’Italia offrono menù di degustazione agli under 26 a prezzi ridotti. Poi tanti Laboratori del gusto inventati proprio da Slow Food per far conoscere ai partecipanti , le tecniche di produzione, la storia e le qualità organolettiche di un alimento o/e di un vino. Tra i grandi progetti Slow “L’Arca del Gusto” per salvare le piccole produzioni agroalimentari di qualità, ritrovarle, recensirle e far conoscere sapori spesso dimenticati che rischiano di essere perduti per sempre.

Nel 1996 si svolge a Torino la prima edizione del Salone del gusto una rassegna della qualità enogastronomica mondiale; nel 1998 la seconda edizione al Lingotto di Torino è un’evento straordinario che non ha precedenti e che sorprende gli stessi organizzatori. Alla rassegna enogastronomica partecipano oltre trecento artigiani produttori d’eccellenza, selezionati preventivamente da Slow Food, 2.300 etichette di vini e liquori di tutto il mondo.

Le cifre del Salone del gusto ’98: 122.000 visitatori, 34.000 partecipanti ai 304 Laboratori del gusto, 628 giornalisti accreditati provenienti da ogni parte del mondo.

Al Salone del gusto, che è biennale, si alterna “Cheese”: una grande rassegna mercato dedicata ai formaggi di tutta Europa. I consumatori potranno cercare di ingannare la lunga attesa del prossimo Salone del gusto con la seconda edizione di Cheese che si terrà a Brà dal 17 al 20 settembre 1999.

Questo movimento ha un fatturato annuo di miliardi, ha sessanta dipendenti ed è strutturato in ben quattro entità amministrative : Arcigola Slow Food Promozione S.r.l., Arcigola Slow Food associazione ,che si occupa del tesseramento e delle attività associative in Italia,una casa editrice che pubblica tra l’altro il trimestrale per i soci in cinque lingue, Slow Food internazionale che si occupa del tesseramento e delle attività associative all’estero.

Luana Spernanzoni

BRUTTO COLPO PER L’IMMAGINE: PIAZZA S.ORONZO (E DINTORNI) PUZZA! (McDonald's a Lecce)

BRUTTO COLPO PER L’IMMAGINE: PIAZZA S.ORONZO (E DINTORNI) PUZZA!

NONOSTANTE SOLERTI CREW RACCOLGANO SPESSO RIFIUTI E RIMANENZE DEL McCIBO INTORNO AL LOCALE, NONOSTANTE SI OFFRANO COLLABORAZIONI PER RIPULIRE L’ ANFITEATRO ROMANO SEMPRE DAGLI SCARTI CIBARI COL MARCHIO ROSSO, NONOSTANTE LA MULTINAZIONALE SI SIA PRESENTATA COME UN’AZIENDA ECOLOGICA ATTENTA AI PROBLEMI AMBIENTALI….NON C’E’ VERSO, L’ODORE C’E’, E QUANDO IL VENTO TRADISCE SI SENTE IN TUTTA LA SUA FORTE PREGNANZA. D’ALTRA PARTE NON POTEVA CHE ESSERE COSI’, COS’ALTRO CI SI POTEVA ASPETTARE DA UN FAST FOOD DOVE LA QUALITA’ DELL’IMPATTO AMBIENTALE E’ CONSIDERATO SEMPLICEMENTE COME UNA “POLITICA DELL’IMMAGINE”? E COSA SI POTEVA PRETENDERE SE NON “FUMARSI” PATATINE FRITTE IN TUTTE LE SALSE POSIZIONANDO UNA TALE STRUTTURA NEL CUORE DEL BAROCCO LECCESE.

CHECCHE’ NE DICA IL CONSIGLIERE STIGLIANO (MA E’ IL DIFENSORE A OLTRANZA DI McDONALD’S?), IL PROBLEMA C’E’, PERCHE’ E’ LA LOGICA STESSA DEL SISTEMA McDONALD’S AD IMPEDIRE L’ATTENZIONE ALL’AMBIENTE (E CI LIMITIAMO SOLO A QUEST’ASPETTO). FONDATA COM’E’ SULL’IMPERATIVO DEL PROFITTO (COMUNE A TUTTE LE MULTINAZIONALI) LA DISTRAZIONE DI UTILI DELL’AZIENDA A FAVORE DI PULIZIE ESTERNE MIRA A DARE UN IMMAGINE DELLA McDONALD’S AMBIENTALMENTE RESPONSABILE, COL PRECISO INTENTO DI VENDERE ANCHE LA PROPRIA IMMAGINE COME UN QUALSIASI ALTRO PRODOTTO DA CONSUMARE. E’ QUESTO IL PROBLEMA, E’ QUESTA MANIPOLAZIONE DEL CONSUMATORE CHE CAUSA MALESSERE VERSO QUESTA E ALTRE FORME DI CONSUMO IRRESPONSABILE. IL CATTIVO ODORE E’ L’EFFETTO ULTIMO DI UN MODELLO PRECISO: IL CLIENTE McDONALDIZZATO, INGRANAGGIO DELLA SPERSONALIZZANTE CATENA DI MONTAGGIO DEL “TEMPIO DEGLI HAMBURGER” RECEPISCE “L’AROMA” (…) COME RIFLESSO NORMALE E QUASI INDISPENSABILE (PER AVERE COSTI BASSI QUALCHE SACRIFICIO BISOGNA FARLO!).

D’ALTRA PARTE MCDONALD’S È SOLO UN ESEMPIO DEL FENOMENO DI QUESTO MILLENNIO GLOBALIZZATO DOVE LA PROGRESSIVA APPROPRIAZIONE DELL’ECONOMIA MONDIALE E LA TRASFORMAZIONE DELLA VITA QUOTIDIANA DELLA GENTE È’ DIRETTAMENTE OPERATA DALLE COMPAGNIE MULTINAZIONALI. IL GIGANTE DEL FAST-FOOD CON LA SUA ATTENTA E COSTOSA ATTENZIONE ALL’ESTERIORITÀ, È’ IL SIMBOLO DELL’ESPANSIONE CONTINUA E AGGRESSIVA DI FORME MASSIFICANTI TESE ALLA “COLONIZZAZIONE” DI OGNI ANGOLO DEL MONDO E DI OGNI ASPETTO DELLA NOSTRA SOCIETÀ’. MCDONALD’S È UNA PICCOLA PARTE DI UN MOSAICO (POTREMMO PARLARE DI ALTRE MULTINAZIONALI SENZA CAMBIARE UNA VIRGOLA), MA È UN SIMBOLO PER CHI QUESTO SISTEMA LO DIFENDE E PER CHI CI SI OPPONE E TENTA DI RESISTERGLI. NOI CHE SIAMO E VOGLIAMO ESSERE CONSUM-ATTORI EQUI E SOLIDALI, SAPPIAMO COSA C’È DI SBAGLIATO IN MCDONALD’S E MODELLI SIMILI, PER QUESTO DICIAMO CHE IL PROBLEMA C’E’!

“CHE IMPATTO AMBIENTALE PUÒ AVERE, NEL TEMPO, UNA SIMILE STRUTTURA IN PIAZZA S.ORONZO, CUORE E CENTRO DI UNA DELLE PIAZZE E ZONE DEL BAROCCO PIÙ BELLE D’ ITALIA?” CHIEDEVAMO IN UN VOLANTINO DISTRIBUITO IN MIGLIAIA DI COPIE E SOTTOSCRITTO DA ALTRETTANTI CITTADINI LECCESI. ED INOLTRE, SE “I PROBLEMI IN PIAZZA S.ORONZO SONO ALTRI”, PERCHE’ ALLORA NON AFFRONTARE LA QUESTIONE SUI VALORI ETICI ED ECONOMICI DEI CONSUMI (O PASSATE LE FESTE FINISCE ANCHE IL CONSUMISMO…)? DISCUTERE CIOE’ DEL MODELLO MCDONALD’S E DELLE SUE IMPLICAZIONI: IMMAGINE, CIBO, CULTURA. DAL PUNTO DI VISTA POLITICO/AMMINISTRATIVO INVECE POTREBBE ESSERE UTILE CAPIRE L’EFFETTIVA RICADUTA SUL TERRITOPRIO DI INVESTIMENTI DEL GENERE, E CIOE’: DA DOVE ARRIVANO LA CARNE, LE PATATE, LE INSALTE, LE SALSE E TUTTI I PRODOTTI DISTRIBUITI NEL FAST FOOD? QUANTO LAVORO SI CREA COL PART TIME A SEI MESI E CON UN TURN OVER OLTRE IL 70%? POTREMMO CONTINUARE TOCCANDO ALTRI E TANTI PROBLEMI CHE “PUZZANO”. RITORNANDO AL TEMA ABIENTALE, CI PIACEREBBE CAPIRE COME SI LEGA L’ATTENZIONE ESTERIORE ALL’AMBIENTE CON LA SCELTA DI STANDARDIZZARE I PRODOTTI RENDENDOLI UGUALI PER DIMENSIONI, ASPETTO E GUSTO AD OGNI LATITUDINE ED IN OGNI STAGIONE, CHE SIGNIFICA ANCHE UN‘INEVITABILE RIDUZIONE DELLE VARIETA’ GENETICHE LOCALI (GRAZIE A QUESTE SCELTE, AD ESEMPIO, SI E’ ESTESA A LIVELLO PLANETARIO LA BURBANCK, UNA VARIETA’ DI PATATE PRESENTE PRIMA SOLO NEL NORD AMERICA , O LA ICEBERG LETTUCE, UNA SPECIE D'’INSALATA TIPICA DELLA CALIFORNIA). COME SOSTENERE, NELLA STESSA LOGICA, L’ECOLOGICITA’ DELLA SCELTA “USA E GETTA” (IMBALLAGGI, BICCHIERI, ECC..), DISEDUCATIVA NEI CONFRONTI DEI CLIENTI E RESPONSABILE DI GRANDI SPRECHI DI MATERIE PRIME NONCHE’ DELLA PRODUZIONE DI GRANDI QUANTITA’ DI RIFIUTI. E CHE DIRE DEL PESANTE IMPATTO AMBIENTALE CONSEGUENTE AL MASSICCIO CONSUMO DI CARNE PROMOSSO DA McDONALD’S. PER I SUOI HAMBURGER L’AZIENDA RICHIEDE ANNUALMENTE 600.000 TONNELLATE DI CARNE, CUI CORRISPONDONO CIRCA 6 MILIONI DI BOVINI!! IL PIU’ GRANDE DISTRIBUTORE AL MONDO DI CARNE BOVINA, MA ANCHE ALTAMENTE RESPONSABILE DEI GRAVI PROBLEMI CONNESSI ALL’ALLEVAMENTE DI QUESTE ENORMI MANDRIE (NEL SUD COME NEL NORD DEL MONDO: CAMBIAMENTI CLIMATICI E DESERTIFICAZIONE PER LA DEFORESTAZIONE DA UNA PARTE, SMALTIMENTO DI ENORMI QUANTITA’ DI LETAME CONCENTRATO IN PICCOLE ARREE COME RIFIUTO INQUINANTE DALL’ALTRA). IN REALTA’ LA SPIEGAZIONE E’ DUPLICE: OLTRE ALLA LOGICA PURA DEL PROFITTO, CHE IMPONE, SALVO COSTRIZIONI DELLE LEGGI O DEI CONSUMATORI, L ’UTILIZZO DI MATERIALI SEMPRE PIU’ ECONOMICI (ALLA FACCIA DELL’ECOLOGIA…), C ’E’ LA SPECIFICITA’ DI McDONALD’S, CHE RIESCE A VENDERE I PROPRI ALIMENTI (LA CUI QUALITA’ E’ TUTTA DA DIMOSTRARE) GRAZIE AD UN’OPERAZIONE DI MARKETING IN CUI LA CONFEZIONE McDONALDIZZATA HA UN RUOLO ESSENZIALE E NON RINUNCIABILE. PROPRIO COME LE DIFESE A SPADA TRATTA DI CUI SI FA PORTAVOCE IL SOLERTE CONSIGLIERE….MA AHIME’, LA PUZZA E’ PUZZA, E COMUNQUE LO SI VOGLIA GIRARE IL PROBLEMA C’E’, NE’ SI PUO’ CHIEDERE LUMI AL POVERO S.ORONZO IN CIMA ALLA COLONNA:PER QUANTO GRATIS, LASSU’ CERTAMENTE IL KETCH’UP NON LO DIGERISCONO, NEMMENO ACCOMPAGNATO DALL’ESSENZA DI PATATINE FRITTE COME CONTORNO!!!!

IN SINTONIA CON CENTINAIA DI ASSOCIAZIONI E MIGLIAIA DI CONSUMATORI SPARSI OVUNQUE, CONTINUEREMO A INFORMARE E DIVULGARE MATERIALE D’INFORMAZIONE AFFINCHÉ IL NOSTRO “SPENDERE” SIA UN SANO GESTO DI CONSUMO CRITICO, CAPACE DI CREARE RESISTENZA E CULTURA ALTERNATIVA ALLA GLOBALIZZAZIONE DELLE “PATATINE”, PERCHÉ’ NON CREDIAMO ALLA CIVILTÀ’ DEL McDOMINIO MENTALE ED ALIMENTARE. E SIAMO PRONTI AD UN CONFRONTO PUBBLICO (CON GLI STESSI McMANAGER) SU QUESTI E ALTRI PROBLEMI, COMPRESI QUELLI DELLE BOTTIGLIE VUOTE AGLI ANGOLI DELLE STRADE O DEI RIFIUTI CASEARI NEI TOMBINI PUBBLICI, MA ANCHE DELLE GITE SCOLASTICHE ORGANIZZATE PER VISITARE (?) IL TEMPIO DEGLI HAMBURGER…

Manifestazione anti-Mc Donald's a Porto Alegre - Manifestazione anti-Mc Donald's a Porto Alegre inscenata da un gruppo di delegati del Forum Sociale Mondiale.

Pittoresca dimostrazione anti-Mc
Donald inscenata da un gruppo di
delegati del Forum Sociale Mondiale.

Nel primo pomeriggio di ieri, un centinaio di delegati del
Forum ha inscenato una pittoresca dimostrazione davanti a
due Mc Donald's dell'Avenida Ipiranga, a due passi dal PUC,
sede principale di svolgimento del Forum Sociale Mondiale. I
dimostranti, un gruppo composito comprendente tra gli altri
alcuni militanti di Attac di vari paesi, studenti universitari
brasiliani, alcuni professori dellÚniversita'di San Paolo,
rappresentanti di comunita'agricole biologiche, hanno
regalato ai clienti dei due Mc Donald's prodotti dell'agricoltura
biologica, invitandoli a non comprare gli hamburger della
multinazionale americana.
Nonostante il fatto che la dimostrazione si svolgesse in modo
assolutamente pacifico, sono presto giunti sul posto alcune
decine di agenti di un istituto di vigilanza privato - dal nome
inquietante di "Policia Total". C'e'stato un momento di
tensione quando alcuni vigilanti hanno fermato e trattenuto con
la forza per alcuni secondi un manifestante isolato dal gruppo;
i dimostranti non sono tuttavia caduti nella provocazione, e la
cosa non ha avuto conseguenze.

28.08.2000 - McDonald's sotto accusa gadget costruiti da bambini

Dal sito della Repubblica, 28/08/00
I giochi costruiti ad Hong Kong da una ditta che recluta minorenni. Secca
smentita del fornitore ufficiale

McDonald's sotto accusa gadget costruiti da bambini
La denuncia di un quotidiano: lavorano sette giorni su sette
dormono in sedici in grandi camerate su panche di legno
di BARBARA ARDU'
Per i bambini occidentali sono forse l'ingrediente principale degli
hamburger di McDonald's. Li attraggono più della
maionese e delle patatine fritte: i gadget, dall'orso di Winnie the Pooh al
mitico e per giorni intovabile cow boy protagonista di "Toy Story", hanno
contribuito a far fare affari d'oro a McDonald's. Peccato che a metterne
insieme i pezzi o a cucire braccia e gambe ai peluche siano bambini,
talvolta poco più grandi di quei ragazzini che fanno la fila per
accaparrarsi l'ultimo personaggio dei fumetti. L'accusa arriva da Hong
Kong, ed è dettagliata. A raccontare la storia di sfruttamento del lavoro
minorile da parte del colosso degli hamburger è il "South China Sunday
Press", quotidiano cittadino. Ad aver reclutato i bambini, tutti minorenni,
sarebbe la ditta City Toys Ltd di Shajing, nella zona economica speciale di
Shenzen, al confine con Hong Kong. Secondo il quotidiano per i piccoli
operai della City Toys non ci sarebbero né domeniche né diritti. Si lavora
sette giorni su sette e si guadagnano 1,5 yuan l'ora (circa 380 lire).
Finita la giornata i bambini si ritirano in camerate dove dormono anche in
sedici: grandi stanze arredate solo con giacigli di legno,
dove si dorme senza materasso.Un bell'impiccio per McDonald's, che ha
sempre sostenuto di rispettare il codice per il lavoro minorile. E anche in
questo caso la smentita che arriva dal fornitore del colosso della
ristorazione è secca. Il fornitore è la ditta Simon Marketing Ltd. di Hong
Kong. E' quest'ultima società ad aver commissionato la produzione dei
giocattoli alla City Toys. Un suo portavoce ha spiegato che la ditta fa
regolari controlli e che nell'ultimo di questi, condotto a sorpresa a
maggio, è risultato che la City Toys rispetta il codice del lavoro in
vigore alla McDonald's, che si è impegnata a non reclutare minorenni.Eppure
una denuncia, passata sotto silenzio, c'era già stata. Il Comitato
industriale cristiano, un sindacato di Hong Kong, in luglio aveva visitato
la City Toys e aveva trovato 160 bambini di età compresa tra i 12 e i 15
anni chini a cucire orsetti, tutti impiegati come lavoratori "stagionali".
Occupazione ambita per i piccoli cinesi. Yang-Li, che lavora nel
laboratorio, ha raccontato al quotidiano di aver mentito sulla sua età e di
aver falsificato i documenti per poter ottenere il lavoro, prendendo in
prestito il nome di una sua amichetta, che di anni ne ha 17. "La mia
famiglia è povera", ha spiegato, "ma non sono l'unica a farlo, è una
pratica comune da noi".
Mc'Donalds ha promesso un'inchiesta. Domenica una ventina di esponenti
sindacali ha protestato davanti al fast-food di Hong Kong. E i clienti?
"Condanniamo il lavoro minorile - ha detto qualcuno - ma continueremo a
mangiare hamburger".

28.07.2000 - JOSE' BOVE': L'ECOLOGISTA CHE RISCHIA 5 ANNI PER AVERE SMONTATO UN MCDONALD'S

«Saranno condannati i miei nemici»
«Alla sbarra finirà l'arroganza delle multinazionali
Renato Rizzo

MILLAU - A volte le coincidenze sono sorprendenti incroci d'evocazioni. E, così, appare quasi naturale che José Bové riunisca il proprio stato maggiore in un edificio affacciato su rue des Jacobins. Lui, il duro e puro della rivolta antiglobalizzazione, asserragliato in quest'angolo di Millau che richiama l'intransigenza di Robespierre e di Saint-Just. Le battaglie e i riflettori di palcoscenici internazionali hanno fatto sbiadire lo stereotipo dell'Astérix un po' gaglioffo e sbruffone dei fumetti antimperialisti: oggi il magazine americano Business Week inserisce l'allevatore francese tra le «50 personalità che, assumendosi importanti rischi, hanno saputo impersonificare il nuovo dinamismo europeo». Come si sente, Bové, nella veste di global leader? Ne ha fatta di strada quel ragazzo un po' anarchico che a 20 anni s'era insediato in un vecchio cascinale con 5 amici forse più
per sfuggire alle attenzioni dei gendarmi, dopo l'attacco ad una caserma, che per velleità ecologista. Lui sbuffa e borbotta: «Storie. Io da solo non sono nessuno. E' l'insieme che conta: in quell'elenco avrebbero dovuto inserire l'intero movimento antiglobalizzazione».Venerdì in questa piccola capitale del Sud-Aveyron avrà inizio il suo processo. Come vive l'attesa? Con più ansia o con più orgoglio?«Semplicemente con la certezza di non essere colpevole, anche se la giustizia sostiene il contrario».
Ma l'attacco a McDonald's lei l'ha compiuto. E, anzi, il giudice, rinviandola a giudizio, ha sostenuto che il suo è stato un comportamento trascinante, da «capo».
«Ripeto. La nostra è stata un'azione legittima. Non avevamo altra scelta per protestare contro questo sistema che vuole imporre la «malbouffe», la cattiva alimentazione, al solo scopo di guadagnare avvelenandoci ed impoverendoci. Alla sbarra non andremo noi, ma l'arroganza delle multinazionali. E noi, gli imputati, saremo i giudici di chi ci accusa».Quale sarà la vostra difesa?
«Trasformare il giudizio in un processo alla mondializzazione e alla repressione sindacale. Ecco perché abbiamo convocato testimoni dall'intero pianeta: porteranno qui la loro esperienza di oppressi».Assieme a loro scenderanno a Millau migliaia di persone che vogliono offrirle appoggio, ma che potrebbero anche covare desideri di rivolta. S'annunciano possibili disordini. Lei li teme o, magari, ci spera?«Tutti ci auguriamo un'eccellente festa di popolo. Perché i signori della globalizzazione si rendano conto che, come è accaduto a Seattle, a Washington, a Davos, a Genova e a Bologna, non potranno più fare le loro
riunioni senza che la gente scenda in piazza. A contestare, a bloccare una macchina che non sembra più invincibile. E a farsi carico del proprio avvenire senza firmare deleghe».
Lei sta vivendo una sorta di paradosso poltico-giuridico: è imputato in un processo nel quale rischia sino a 5 anni di carcere eppure Chirac e Jospin le hanno manifestato in qualche modo la loro solidarietà. Il primo ministro ha addirittura parlato di una «causa giusta». Come giudica questa simpatia?«La verità è che non hanno altra scelta. L'opinione pubblica francese è con
noi, ci segue, ci appoggia nella lotta. Perché gli Ogm e la carne con gli ormoni non li vuole nessuno. I politici fiutano il vento, capiscono al volo, colgono gli "obblighi": ecco da dove arriva il loro sostegno.Una delle sue parole d'ordine è che il Wto ha alzato un nuovo ordine mondiale grazie al ripiegamento della politica di fronte al mercato.«E' così. Guardiamo all'Europa: l'80% degli aiuti dell'Ue vanno al 20% delle imprese. Traduzione: si sostengono esclusivamente le grandi aziende. Come,
del resto, accade negli Stati Uniti. Noi vogliamo, invece, che l'agricoltura sia "di vocazione": che, cioè, ogni Paese possa fare le proprie scelte e seguire le proprie tradizioni. E questa dev'essere anche un'opzione politica. In Francia, poi, non possiamo dimenticare che la campagna ci ha salvati nei momenti peggiori. Oggi la guardiamo spopolarsi. Sgretolarsi, abbandono dopo abbandono, sotto la spinta delle multinazionali che dettano i prezzi. E' giusto? Io, noi, diciamo di no».McDonald's, bersaglio emblematico della vostra crociata contro la globalizzazione, non ha chiesto danni e non s'è costituito parte civile. Si
limiterà a chiudere i battenti del ristorante di Millau durante i giorni del processo. Lei che cosa dice, oggi, di quell'attacco?
«Fu, appunto, un'azione simbolica contro un cantiere: prima di farla ci assicurammo che, all'interno, non ci fosse nessun operaio. Le uniche nostre armi erano davvero leggere: semplici cacciavite per smontare i pannelli. Immagini lei che problema avremmo potuto creare». Ridacchia. Forse pensa a quello striscione che sarà teso all'ingresso della cittadina e che accoglierà la folla della protesta: «Benvenuti a Seattle sul Tarn». Un augurio, un suggerimento. Magari un problema, nato sulla punta d'una dozzina
di cacciavite.

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CAMBIARE LE REGOLE DEL GIOCO
Intervista a Jose' Bove'
(da Rouge n. 125, 29 juin 200)

Il 30 giugno e il 1 luglio scorsi Jose’ Bove’ e’ stato processato assieme ad
altri 9 militanti della «Confederation paysanne» francese per aver
semi-distrutto un McDonals’ nell’ambito della lotta che questa
organizzazione sta sviluppando contro lo strapotere delle multinazionali in
campo agroalimentare. A Millau, la localita’ in cui si e’ svolto il
processo, sono confluite per manifestare la propria solidarieta’ al leader
contadino decine di migliaia di persone, trasformando quell’appuntamento
nell’ennesima scadenza europea di mobilitazione contro la globalizzazione
neoliberista. Abbiamo colto l’occasione per chiedere a Jose’ Bove’ un parere
sulla repressione di cui e’ vittima, sulla lotta contro la rapina della
globalizzazione liberista, sul «nuovo internazionalismo», sui successi dell’
organizzazione di cui e’ portavoce.

Tu e Francois Dufour avete denunciato, in un vostro recente libro (Jose’
Bove’ et Francois Dufour, «Le monde n'est pas une marchandise», Editions La
Decouverte), le collusioni tra la tradizionale organizzazione degli
agricoltori francesi (la FNSEA) e lo Stato per imporre un’agricoltura
“produttivista”. Come ha fatto un’organizzazione come la vostra, che si
oppone a tale logica, a farsi spazio e ad acquistare legittimita’ nel mondo
contadino?

Jose’ Bove’ – Come qualsiasi altra organizzazione sindacale: quando la gente
si sente imbrogliata, capisce la logica di un apparato che dovrebbe
rappresentarla ma che nei fatti la tradisce e lavora per eliminarla. A
partire da questa prima presa di coscienza, la gente decide e si schiera. E’
in atto una presa di coscienza del mondo contadino sul modo di lavorare e
sulle modalita’ con cui lo si sfrutta, e contemporaneamente su come
difendersi collettivamente contro le multinazionali, le banche, lo Stato.

A proposito della repressione che vi ha coinvolti, e che tocca anche i
sans-papiers o i disoccupati, voi parlate di “criminalizzazione” del
movimento sociale…

J. Bove’ – Penso che cio’ sia dovuto innanzitutto ad un clima sociale
rispetto alla cui creazione lo Stato ha delle pesanti responsabilita’. I
movimenti sociali e le organizzazioni che li rappresentano sono sempre meno
tenuti nella giusta considerazione. Si passa sempre piu’ spesso sopra la
loro testa. Il secondo aspetto riguarda poi una deriva propria del corpo dei
magistrati, che tendono ad essere sempre piu’ repressivi nei confronti dei
piccoli crimini, senza mai occuparsi seriamente di problemi di fondo come il
traffico finanziario o le grandi reti di riciclaggio del denaro. A questo
proposito, si tratterebbe di avviare una seria riflessione nelle
organizzazioni dei magistrati e in seno al ministero della Giustizia,
affinche’ si giunga ad un’altra concezione della giustizia e del suo
rapporto con la societa’.

Che legami vedi tra la tua battaglia di sindacalista in Francia e le lotte
che si stanno sviluppando a livello internazionale, con i contadini del Sud
del mondo o i sindacalisti del Nord America per esempio?

J. Bove’ – Oggi, la lotta contra la globalizzazione liberista non puo’
essere corporativista. E’ una battaglia dell’insieme di quei settori della
societa’ che sono vittime di questa forma di globalizzazione. E’
indispensabile cambiare le regole del gioco. A livello contadino per
esempio, abbiamo creato una struttura internazionale, “Via campesina”.
Raggruppa contadini di tutti i continenti, che si battono insieme per gli
stessi obiettivi. In Europa, cio’ significa combattere la politica agricola
comune (PAC), gli squilibri che provoca e le sue ingiustizie. In Sud
America, la stessa battaglia passa per la lotta per la riforma agraria e
contro le multinazionali che espellono centinaia di migliaia di contadini
dalle proprie terre per monopolizzare la produzione agricola.. E’ una
battaglia globale, non solamente rurale: durante la manifestazione di
Seattle, l’AFL-CIO (la principale centrale sindacale staunitense) ha
accettato che alla testa del corteo vi fosse un contadino per ogni
continente.

Si parla sempre piu’ spesso di “nuovo internazionalismo”: condividi questa
formula e su che basi pensi possa fondarsi?

J. Bove’ – La condivido nella misura in cui cio’ che noi abbiamo messo in
piedi e’ gia’ una forma di nuova Internazionale contadina. E’ la prima volta
che cio’ avviene. Ancora oggi, piu’ del 50% dell’umanita’ vive di
agricoltura. Raccogliere i contadini del mondo intero attorno ad un progetto
globale di produzione agricola, contro le multinazionali, che permetta alla
gente di vivere della propria produzione e di sfamare le proprie
popolazioni, e’ un modo di mettere all’ordine del giorno un’ipotesi di
ordine economico diverso, portatore di nuove modalita’ di scambio tra le
persone. E’ la stessa forma di internazionalismo che si sta mettendo in
campo sul terreno sindacale e attraverso le reti di collegamento dei
movimenti sociali che lottano contro la mondializzazione. E’ un
internazionalismo che si costruisce con modalita’ differenti, ogni soggetto
a partire dalla propria specifica realta’, ma che e’ in grado di provare a
proporsi obiettivi comuni di corto ma anche di lungo periodo, al fine di
trasformare il mondo.

Fra poco in Francia si svolgeranno le elezioni per le «Camere dipartimentali
dell’agricoltura». Come vi presenterete?

J. Bove’ – La «Confederation paysanne» ha aumentato i propri consensi
soprattutto nelle regioni del Grande Ovest, proprio nelle regioni coinvolte
dalla crisi del modello produttivista, nelle regioni dove coloro che ne
erano fautori, gli allevatori in particolare, si ritrovano oggi ostaggi di
questo stesso modello, a causa del crollo dei prezzi e dell’indebitamento.
Ad esempio, in Bretagna la «Confederation paysanne» tallona da vicino la
FNSEA. Siamo primi nel dipartimento Loire-Atlantique; abbiamo il 35% nel
dipartimento della Manche… Di fronte ai nostri progressi, sono cosi’
aumentate le pressioni sul mondo contadino da parte della lobby
produttivista, molto potente, che comprende banche come il Credit agricole o
il gruppo assicurativo Groupama, ecc. In molte realta’, succede cosi’ che si
mette la scheda della «Confederation paysanne» nell’urna, ma non si ammette
pubblicamente il voto. Teniamo presente il fatto che molti responsabili di
dipartimento della FNSEA sono dei veri e propri “signorotti locali”, con
potenti armi di ricatto nei confronti degli altri contadini (primo fra tutti
il sistema creditizio…). In queste condizioni, la rottura con il
sindacalismo contadino dominante e quindi i nostri progressi passano
attraverso le lotte. E’ stato sulla base delle lotte contadine sviluppatesi
in queste regioni che si sono verificati i nostri progressi elettorali.

(traduzione di Alessandro Frigeri)
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58 MORTI A DOVER, QUANTI ALTRI ANCORA?
di Philippe Riviere
(tratto da Info-diplo - bollettino elettronico de Le monde diplomatique - 23
giugno 2000)

Dopo la tragedia di Dover, la “costernazione” domina le reazioni ufficiali.
La dichiarazione di Jack Straw, ministro dell’interno britannico, riassume
il sentimento dominante: la morte per asfissia di 58 cinesi clandestini,
trovati nel sottofondo di un camion durante un controllo di routine, e’
“assolutamente orribile”. Si prende coscienza brutalmente dell’esistenza di
“organizzazioni mafiose” che estorgono somme nell’ordine di 150.000 franchi
francesi per un passaggio clandestino dall’Asia verso l’Europa. E allora il
discorso slitta. Rapidamente, i responsabili della sicurezza evocano la
necessita’ di rilanciare la cooperazione tra le polizie europee per lottare
contro queste mafie. I mass-media sottolineano le minacce fatte ai familiari
delle vittime se queste dovessero parlare. L’ombra del crimine organizzato
plana sull’Europa. Alcuni citano senza troppe precauzioni cifre sui flussi d
’entrata di clandestini, altri spiegano che «e’ impossibile fare una lista
esaustiva (dei decessi di migranti), non sempre si conoscono questi
incidenti - oppure sono rivelati dopo settimane da quando accadono, dalle
famiglie dei dispersi che non hanno piu’ loro notizie».

Una settimana dopo la tragedia di Dover, l’associazione olandese United for
Intercultural Action aveva tuttavia pubblicato una lista dettagliata dei
decessi di questo tipo dal 1993 al maggio 2000 alle frontiere europee, lista
resa possibile da ricerche attraverso la stampa e dalle informazioni
provenienti dalle reti delle organizzazioni non governative. Questa lista da
una idea di una realta’ ugualmente “assolutamente orribile”. Vi sono
documentati piu’ di duemila casi. In sette anni: duemila persone annegate
nello stretto di Gibilterra, soffocate al momento dell’espulsione o nei
luoghi chiusi dove esse erano “trattenute”, suicidatesi dopo aver appreso
che veniva loro negato l’asilo, morte di freddo nella stiva di un Airbus,
buttate a mare dagli “scafisti” in fuga dalla guardia costiera…
Tutte storie eccezionali, tra la ricerca di migliori condizioni di vita e la
fuga davanti alla repressione. Ma, contrariamente alle idee piu’ diffuse,
questa non e’ “tutta la miseria del mondo” che cerca di sfuggire alla
poverta’ estrema. Questi immigrati sono originari di paesi con economie
intermedie - dove infierisce un’altissima disoccupazione -, e non dei paesi
piu’ poveri. In maggioranza hanno studiato e sono giovani. Ci sono donne
incinte. Sono le “forze vive” di paesi dove si vedrebbero confinare ai
margini, visto che non saprebbero come investirsi. Essi non aspirano che a
viaggiare, lavorare, fare nuove esperienze ed incontri. Sono lavoratori che
presentano grandi doti in “flessibilita’”, “mobilita’” e di “accettazione
del rischio” - qualita’ tanto esaltate dai discorsi neoliberali sull’
“occupabilita’”.

La politica di chiusura delle frontiere consiste nel limitare le possibilita
’ di entrare legalmente in Europa, e nell’impedire fisicamente gli ingressi
illegali. Questa politica non intacca il mercato nero del lavoro
(abbigliamento, edilizia e lavori pubblici, domestici in case di benestanti
in cui si pratica una nuova forma di schiavismo, mafie che reclutano
scafisti e prostitute). Essa ha invece come conseguenza di rendere piu’
pericolose le frontiere e di consegnare nelle mani dei moderni negrieri
numerosissimi immigrati.
Ma non si capisce che le persone rifiutate una prima volta dalla “fortezza
Europa” – quella dell’accordo di Schengen, della nozione di “paesi terzi
sicuri”, dei centri di detenzione per immigrati, della repressione dei
clandestini, ecc.- non si rassegneranno al primo fallimento rientrando nei
loro paesi? Che tenteranno, nella stragrande maggioranza, un secondo
tentativo e poi un terzo, accettando ogni volta nuovi e piu’ gravi rischi?

Una recente iniziativa di un esponente del governo australiano, Philip
Ruddock, sottolinea l’uso pernicioso che puo’ essere fatto dai governi
occidentali delle denunce dei pericoli mortali che corrono i migranti. Il
ministro australiano per l’immigrazione ha, infatti, distribuito a diversi
canali televisivi ( in particolare in Iran, Giordania, Siria, Turchia e
Pakistan) uno spot che “informa” i candidati all’immigrazione dei pericoli
che corrono: «coccodrilli e pescecani a fauci spalancate(…), deserti
inospitali (…), scorpioni» e sottolinea che «tutte queste informazioni sono
vere e che costituiscono una possente dissuasione contro il commercio
criminale della miseria umana».
Bell’effetto retorico, che fa della strada pericolosa un artificio per
individuare nelle difficolta’ a applicare il cosiddetto “dominio dei flussi
migratori” il solo responsabile di questi morti, e mostra i responsabili di
questa politica di “dominio” pieni di compassione verso coloro che vi si
sono intrappolati.

(traduzione di Cinzia Nachira)
tratto da:
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Lo scorso dicembre a Torino, in occasione di una manifestazione della Coldiretti per la tutela delle razze di vacche piemontesi e per richiedere il blocco dell'importazione di carni bovine dall'estero (e precisamente dalla Francia), un gruppo di affiliati della Coldiretti capeggiato da alcuni rappresentanti dell'associazione ha provato ad entrare nel Mc Donald's di Piazza Castello per effettuare un controllo sanitario a sorpresa sulle condizioni igieniche del locale e sulla qualità dei prodotti che vi vengono venduti e la risposta del locale è stata quella di far uscire immediatamente tutti i clienti e di chiudere le saracinesche impedendo ai manifestanti di entrare. Il Mc Donald's è rimasto chiuso fino a sera...
La mia domanda è: se è vero ciò che affermano, e cioè che il loro cibo è sano e nutriente (oltre che "divertente"), mi spiegate perchè hanno rifiutato di sottoporsi ai controlli in questione?
Ai posteri l'ardua sentenza!

Il 15 marzo si inaugura un altro MCDONALD'S presso l'IPERCOOP di Sambuceto vicino PESCARA - appello e cronaca della manifestazione

l 15 marzo si inaugura un altro MCDONALD'S presso l'IPERCOOP di Sambuceto vicino PESCARA

Un insieme di associazioni del coordinamento anti-wto di Pescara invitano ad informarsi su MCDONALD'S e a organizzare insieme manifestazioni per il 15 marzo in occasione dell'inaugurazione
Potete: mandare una mail a radiocitta@urla.com consultare il sito:
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dal "Resoconto riunione coordinamento anti-wto di lunedi' 26/2/2001 presso RADIO CITTA'" -Effettueremo la contestazione all'inaugurazione dell'ipercoop e di MCDONALD'S al suo interno il 15/3 alle ore 16.00 -abbiamo deciso che alcuni soci coop a noi vicini interverranno lunedi' 5/3 alle 17.30 presso la sala convegni dell'aereoporto all'assemblea indetta dalla COOP x presentare il nuovo mega iper-coop e contesteranno la scelta di includere un MCDONALD'S all'interno dell'ipercoop come scelta dannosa per la salute dei consumatori e per i diritti dei lavoratori.
Ci sarà anche un volantinaggio verso gli altri soci coop presenti. Il tutto sara' trasmesso in diretta su radio citta'. -Ricordiamo che all'inaugurazione dell'ipercoop sarà presente la "creme de la creme" del mondo politico e dell'informazione.
E' un'occasione importantissima per farsi vedere/sentire.
STOP MCKILLER info 0328 3290949 RADIO CITTA' PESCARA
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e-mail: radiocitta@urla.com

Circa 150 persone hanno partecipato all azione di protesta e comunicazione in occasione dell inaugurazione di un IPERCOOP e di un McDonald s al suo interno a Sambuceto, nell hinterland di Pescara.

E stata una tappa importante per le pratiche di movimento che si stanno progressivamente condensando intorno al comitato anti-wto Abruzzo.

Tra i manifestanti c erano tute bianche, militanti di Rifondazione, del WWF, della bottega del commercio equo e solidale "Il Mandorlo", dei COBAS, soci COOP e singoli non legati a qualche particolare organizzazione.

Striscioni e cartelli sono stati posizionati su un camper, su un trattore e un po ovunque all ingresso principale dell IPERCOOP insieme a palloncini, mentre uomini sandwiches antiMC passeggiavano nell ingorgo di traffico che progressivamente aumentava. E stato effettuato un volantinaggio a tappeto verso le migliaia di persone che affluivano all inaugurazione e i temi della contestazione sono stati la prima notizia sui quotidiani e sui telegiornali delle tv pubblica e private in ambito locale.

I manifestanti in corteo si sono poi diretti verso i locali dove si teneva la cerimonia di inaugurazione alla presenza delle autorità politiche regionali e dei dirigenti nazionali COOP.

Un cordone di polizia e carabinieri ha bloccato il corteo. Dopo pressioni e slogan ed interventi decisi al megafono di contestazione nei confronti dell atteggiamento della COOP si è ottenuto che una delegazione dei manifestanti potesse portare un "regalo" alla McDonald s.

In assenza dei rappresentanti della McDonald s sono stati gli stessi dirigenti COOP (particolare indicativo) a voler prendere in consegna un panino gigante di cartapesta con dentro un copertone e sopra una bandiera con su scritto Merda, con la M di McDonald s. E questa un immagine "didascalica" che ha circolato in queste ultime ore fra i media locali e che migliaia di persone hanno visto direttamente.

PRESIDIO PER FAR CHIUEDERE MC DONALDS A MASSA
SABATO 24 MARZO 2001, DALLE ORE 16 ALLE 19 IN VIA AURELIA OVEST 92 CON TUTTA LA RABBIA E L'AMORE IN DIFESA DELLA NOSTRA TERRA!
PER INFO: circolo libertario STELLA NERA via dell'indipendenza 16 - 19121 la spezia
ANARCHICI LIGURI E TOSCANI

Articolo apparso sul quotidiano di Cremona 'La Provincia' in data Sabato 17 febbraio 2001, pagina 15.

Letame contro McDonald's

' Una tonnellata di letame e' stata scaricata di fronte all'ingresso del McDonald's di S.Felice (alle porte della citta' n.d.r.), uno dei fast food della multinazionale americana presente in citta'. Sul mucchio di concime, l'altra notte mani ignote hanno issato una bandiera americana e infilzato un cartello con la scritta 'Ogm, viva Bove', mucca pazza regalo degli scienziati'. Il letame e' stato scoperto alle nove di ieri mattina da una pattuglia dei carabinieri di passaggio in via Mantova . . .'

L'articolo continua riferendo che per togliere l'imbarazzante mucchio di letame e' stato da prima contattato un agricoltore che in un primo momento si era reso disponibile ma poi ha rinunciato. A mezzogiorno il problema e' stato risolto dalla ditta Smile.

Centro di Comunicazione Antagonista - Cremona -

McD si, McD no.....ma ci siete mai entrati? avete mai affrontato lo squallore dell'interminabile fila x un pezzo di quella sostanza che definire pane - un insulto alla categoria dei fornai? ed il contenuto? anzi, il paragone tra l'immagine pubblicitaria dove il panino esplode gonfio, succoso, ricco, appetitoso, profumato e caldo e la realtà. Uno shock. Vero e proprio. Con la pressione a 1000 x l'estenuante attesa, storditi dagli effluvi esasperati e confusi dei misteriosi ingredienti e con l'ansia di conquistarsi un posto a sedere, ecco il trauma. Il panino, già + piccolo che nel tuo immaginario, si ammoscia sotto il tuo sguardo allibito x assomigliare ad un mix tra una piadina e una spugna lavapiatti. Lo sguardo vaga nel vassoio cercando il conforto di una patatina "canonica" e subito si scontra con 1 istrice color ambra da cui emana un puzzo di fritto degno del peggior ristorante che vi sia capitato di frequentare. intanto l'occhio della velina McD ti fora la nuca x spiare, cronometro alla mano, il tempo che impieghi x dare un senso alla fila, alla nausea x gli odori, allo stress del cafone di turno che a colpi di ascella ti ha scavalcato.Riuscendoci. Complici l'illuminazione, la velina e il fiato sul collo di chi dopo di voi affronta lo stesso destino, quella roba vi si insinua nella bocca offendendo una ad una le papille gustative. OOOOOps! il gadget! , almeno...niente... rotto!...non piangere tesoro...ti do il mio...non ti piace? dai, x questa volta! mangia il panino che si fredda. E' già freddo, lo so, e hanno messo i cetrioli anche se ne hai chiesto uno "normale", lo so. Dai c'è la tortadimele (è rassicurante pensare ad una tortadimele in un posto così). Cosa? è fritta?-segue

residio contro mcdonalds e le multinazionali
MASSA CARRARA, SABATO 17 FEBBRAIO 2001
dalle ore 16 alle 18 a carrara in via roma presidio con materiali
a MASSA dalle ore 20 alle 22 davanti il mcdonalds di via aurelia ovest 92 con la rabbia e i colori per far chiudere il mcdonalds; questa è la quinta iniziativa promossa dagli anarchici liguri e toscani, e sembra che sia vicino alla chiusura...acceleriamone i tempi!
la prossima iniziativa sarà, sempre a massa, il 24 MARZO 2001
MacMerda a Padova.
Stanno decidendo di aprire il secondo luogo di spaccio di macmerda della città sul Ponte del Bassanello, dove ora c'è il benzinaio chiuso.
Teniamo aperti gli occhi e organizziamoci per impedirlo. La guerra inizia all'arrivo della prima ruspa.
Alla "legalità" dei padroni fatta sulla pelle dei deboli rispondiamo con la lotta."

Ieri, giovedi' 1 Febbraio alle 22.30, sul canale E4 (la versione giovani, cable di Channel 4) hanno trasmesso una nuova pubblicita' di McDonald. La 'settimana Italiana' e' iniziata ed a promuovere il nuovo burger farcito di pomodori e mozzarella ci sono dei muratori in un'ambientazione.. solare, mediterranea. Il sottofondo musicale mi ha fatto rabbrividire!

'Bella Ciao' e' stata scelta come canzone atta a pubblicizzare il nuovo panino McDonald.

Come e' possibile che un tale scempio sia stato permesso? Che la memoria dei partigiani che nel nostro paese hanno combattuto per la liberta', sia stata profonata per celebrare un panino prodotta dalla piu' oscena multinazionale?
Per tutti i compagni e le compagne che lottano contro McDonald's consiglio un po' di libri con i quali si può approfondire in modo eccellente la questione, contestualizzandola, analizzandola nelle sue molte sfacettature, e scoprire molti segreti di McDonald's di cui nell'atto critico raramente si parla.

- Innanzitutto il libro di Josè Bovè e Francois Dufur titolato "Il mondo non èin vendita", che racconta il contesto e la conseguente azione della protesta di Bovè e co. conclusasi con la distruzione di un McDonald's in costruzione. Edizioni Feltrinelli, 2000

- Altro testo importante è il saggio di George Ritzer "Il mondo alla McDonald's" (ed. il Mulino, 1997), un'attenta analisi sociologica del sistema-McDonald's, riassunto nella formula "efficienza, quantificazione, calcolo, prevedibilità, controllo" con moltissimi parallelismi, esemplificati efficaciemente, con la realtà quotidiana negli Stati Uniti.

-Altro saggio di Ritzer fresco di stampa, titolato "La religione dei consumi: cattedrali, pellegrinaggi e riti dell'iperconsumismo", ideale proseguimento del lavoro precedente, è un'attenta analisi sull'iperconsumismo moderno, controllato da piccole e grandi multinazionali che s'intrecciano, e invadono sempre più la quotidianità di ognuno di noi. Ottima la spiegazione delle "tecniche d'incanto" e di "reincanto", ipermoderne tecniche di pubblicità, per creare nuovi e sempre più agguerriti fedeli in questa religione del consumo. La casa editrice è sempre il Mulino, 2000

-Su McDonald's il testo forse più fondamentale è il saggio di Paul Aris "I figli di McDonald's, la mcdonaldizzazione del mondo", uscito in italia quest'anno, non mi ricordo la casa editrice, comunque è una nota. Una vera bomba di controinformazione, Aris indaga ogni trucchetto di McDonald's, le strategie pubblicitarie, la qualità degli alimenti, scenari futuri, danni fisici psicologici e culturali che "succede solo da McDonald's".

-Infine, per quanto riguarda lavori fatti in Italia, informo che a marzo-aprile uscirà un bel millelire ed. Stampa Alternativa dedicato a McDonald's, con una prima parte di analisi e una seconda che è un manualetto di "resistenza e contrattacco\" al McWord....

Ps mi scuso se i titoli dei lavori di Bovè e Aris non dovessero essere in tutto corretti, io li ho letti da tempo nell'ed. in francese ma mi sembra che nell'ed.in italiano i titoli siano rimasti uguali... speriamo."


Questo è un comunicato rivolto a tutti quelli che possono aiutarmi a creare un serio riferimento contro MC donald a taranto, dove no esiste alcuna informazione ed io vorrei essere un punto di riferimento per chi come me si sente e vuole fare qualcosa.GRAZIE

13.1.2001 - Azione anti Mc Donald's a Bergamo
Oggi (sabato) alle 18.00 in punto i compagni del collettivo Fuori Controllo hanno attuato una protesta anti Mac Donald's nella sede di via 20 settembre a Bergamo.

Oggi (sabato) alle 18.00 in punto i compagni del collettivo Fuori Controllo hanno attuato una protesta anti Mac Donald's nella sede di via 20 settembre a Bergamo.
Un compagno travestito da "Macpagliaccio" è entrato scortato dai compagni che distribuivano il seguente volantino. E mentre ciò accadeva il nostro Macpagliaccio intratteneva clienti e lavoratori con un arringa antipadronale.
Il tutto si è svolto in maniera pacifica. Addirittura ci sono stati degli sguardi di intesa con i Mac-lavoratori e parecchi clienti che nonostante il "disguido" sono tranquillamente entrati in relazione con i manifestanti.
Eccovi il testo del volantino.

CIBO GLOBALE - SFRUTTAMENTO LOCALE

Oggi abbiamo attuato un azione di protesta simbolica contro McDonald s non soltanto per il cibo spazzatura che rifila a clienti ipnotizzati dall enorme campagna pubblicitaria in cui vengono investiti 1,8 miliardi di dollari all anno.

Siamo qui perché McDonald s è una tra le multinazionali più potenti del mondo proprio perché sfrutta i dipendenti. Per noi McDonald s è il simbolo della precarizzazione e della flessibilità sul posto di lavoro.

I lavoratori sono quotidianamente costretti a cambi di orario e spesso viene richiesto lo spostamento in un'altra sede; i lavoratori vengono obbligati a svolgere mansioni non previste dal contratto del turismo (come lo scarico delle forniture). I ritmi di lavoro sono molto intensi e il clima di intimidazione da parte dei manager è costante.

Quattro ragazze che hanno lasciato un intervista a l Eco di Bergamo in cui denunciavano la mancanza di diritti sul posto di lavoro hanno dovuto inventarsi dei nomi per non esporsi a ripercussioni.

I recenti scioperi a Firenze, dove in seguito ad uno sciopero sono stati costretti a licenziarsi 15 lavoratori, a Roma e il 31 dicembre lo sciopero nazionale ci insegnano che ribellarsi è possibile.

La situazione dei lavoratori McDonald s non è che l esempio della flessibilità e della mobilità del mercato del lavoro che viene indicata da troppi come soluzione per un economia sana. Le multinazionali attraverso le pressioni che operano su organi come il WTO, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale non stanno facendo altro che globalizzare la povertà.

Le condizioni di tutti i lavoratori presto assomiglieranno sempre di più a quelle dei dipendenti McDonald s, per questo denunciare questa multinazionale oggi serve a ridare dignità a tutte le persone che sono costrette a vendersi per campare.

Uno sfruttamento insopportabile in cambio di salari sempre più indegni è il prezzo che dovremmo pagare per essere competitivi in un mercato globale, in cui le multinazionali si spartiranno i profitti.

Lottare oggi contro McDonald s per noi vuol dire opporsi allo strapotere delle multinazionali per costruire una società senza sfruttamento.

FUORI CONTROLLO

SABATO 20 GENNAIO 2001, NEL POMERIGGIO CORTEO A PINEROLO: corteo e sit-in finale con musica e cibarie contro il nuovo McDonald's a Pinerolo (To)
SABATO 13 GENNAIO 2001 IN PIAZZA FARINATA DEGLI UBERTI RACCOLTA DI FIRME CONTRO L'APERTURA DEL MC DONALD'S E ALLE 22.30 AL CSA INTIFADA CONCERTO CON GLI "ANCE" NO al McDonald's a Empoli

La sfrontatezza non ha più limiti..ma ormai in questa società così vuota e priva di veri contenuti l'allenamento alla sopportazione è sempre più alto. Il programma di canale 5 che va in onda circa alle 19.00 nella fascia serale pre tg5 è un canale di pubblicità della Mc Donald's. Ben 10 min. dedicati al cibo spazzatura e plastificato, ben 10 min. a cui le famiglie e i bambini sono esposti senza protezioni. Dovrebbero mettere almeno il bollino rosso, anche se la soluzione migliore sarebbe quella di non mandare in onda certe immagini. La pubblicità paga, abbassa i costi di produzione e certo che una rete privata come la mediaset non può rinunciarvi. " Manifestazione a Pinerolo (To) contro l'apertura di un nuovo McDonald's che sarà inaugurato fra alcuni giorni.
Il corteo è previsto per sabato 20 gennaio 2001.

13.12.00 - CALANO I CONSUMI DA MCDONALD'S
McDonald's fa i conti con la mucca pazza e, a novembre, registra perdite nei consumi nell'ordine dell'11 per cento rispetto allo scroso periodo dello scorso anno. estratto da Metro
(dal quotidiano "L'Adige" del 23-11-2000) ATTENTATO NELLA NOTTE AL MCDONALD'S
L'inaugurazione era prevista per il 24 novembre, esattamente tra una settimana. Ma la storia del McDonald's trentino è iniziata male. Nella notte la "pagoda" situata alla rotatoria di Man è stata presa di mira da degli attentatori che hanno colpito il quadro elettrico situato all'esterno. Vicino ai cavi elettrici il perito dei vigili del fuoco, l'ingenier Dal Maso, ha trovato della benzina. Un particolare che sembra escludere al 100% l'ipotesi del corto circuito. Pochi i danni, forse una decina di milioni, ma chi ha agito ha voluto colpire uno dei simboli della globalizzazione. (...) Articolo completo su
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(prima pagina e Cronaca di Trento, p.23) Altro articolo su l'altro quotidiano locale,
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Trentino/Cronaca di Trento/I fatti di oggi ...ovviamente del numero del 18 novembre

tanto per abbaiare 6 novembre 2000 - n.47
La Giornata. Il nove novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata del Fondatore. Tutti i manager e i direttori, in questo giorno, scendono per mezz'ora a presidiare la cassa, a cucinare gli hamburger e a servire in sala. Poi, assieme ai giovani dipendenti, si raccolgono in silenzio per elevare un pensiero, in spirito d'umilta' e dedizione, a Colui che invento' il McDonald. C'e' stato infatti un tempo sulla terra in cui gli uomini non conoscevano il fast food. Ma poi arrivo' Lui e insegno' a tutti - con infinita pazienza, paese dopo paese e continente dopo continente - a conoscere il modo Giusto di mangiare. E il Suo Logo si diffuse dappertutto. Servire Gli Hamburger, Servire Le Patatine, Servire il Pollo. E alla fine, quando sarai stanco di sorridere e di servire, entrerai nel Grande Hamburger Universale.

Roma 2.11.00 - Nuovi scioperi da McDonald's

oma, la protesta dopo il rimprovero a un dipendente accusato di "perdere il ritmo"

di Fabrizio Roncone -

E' successo quando sono finiti i "cheeseburger". La catena per la costruzione di ciascun prodotto, nei ristoranti McDonald's, dev'essere perfetta. Panino, carne, formaggio, cetriolo, cipolla, ketchup e senape. Mani che farciscono. Bisogna tenere il ritmo. Per questo ci sono state urla e insulti. Perché qualcuno, stanco, non aveva tenuto il ritmo. A una ragazza, di turno in cucina, sono venute le lacrime agli occhi. Un'altra ha detto: "Adesso basta. Sciopero immediato".
Per venire a parlare con gli scioperanti, bisogna salire sul Grande Raccordo Anulare e superare l'uscita per la via Laurentina. Il grande fast-food è nell'area di servizio Agip che si incontra dopo due chilometri. Loro sono schierati all'ingresso, in divisa, e con un cartello al collo. Su quello di Arianna R., di 22 anni, c'é scritto: "Posso bere? Posso andare al bagno? Posso respirare?".
Sono giovani, molti studiano all'università. "Veniamo qui per guadagnare qualche lira, non per farci vessare". Adesso qualcuno sorride soddisfatto, orgoglioso. "Non è stato semplice prendere una simile decisione in un posto come questo...". Però lo sciopero è riuscito: hanno aderito in diciotto su ventiquattro. Gli altri sei - "quadri superiori, comunque" - lavorano a testa bassa: uno alla cassa, e gli altri ai panini, al bar, e in cucina, a friggere.
C'é molta confusione. I clienti entrano ed escono e non sono pochi quelli che si fermano, che chiedono. I ragazzi spiegano. Raccontano storie di quotidiano disagio. "L'altro giorno chiesi di poter andare al bagno: il permesso mi fu concesso dopo venti minuti. Condizioni inumane". "Io, invece, sono stata offesa, con parole che mi vergogno di ripetere, per non aver preparato, con la dovuta fretta, una confezione di patatine fritte". "Io, e con me tutti gli altri, chiediamo che ci vengano pagate le ore di straordinario".
La maggior parte di loro guadagna 750 mila lire, lavorando dalle 18 alle 20 ore settimanali. "Ma ci chiamano quando hanno necessità - spiega Valentina F., di 22 anni. I turni variano sempre e nessuno sa cosa farà il giorno seguente". "A volte - aggiunge Marco P. di 21 anni - quasi nemmeno ci danno il tempo per andare a casa a dormire".
Il fast-food, inaugurato sei anni fa, è aperto 24 ore su 24. Lo gestisce Francesco Fuga, ora impegnato in un colloquio piuttosto nervoso con un funzionario he la McDonald's ha provveduto immediatamente a spedire qui, tra i fotografi dei giornali.
Dice Fuga: "Primo: gli straordinari io li pago regolarmente. Secondo: della storia degli insulti io non so nulla. I ragazzi sono sorvegliati da alcuni "manager", con i quali devo ancora parlare". Il rappresentante della McDonald's: "E' certamente una vicenda spiacevole. Che la McDonald's, ovviamente, si impegna a risolvere nel migliore dei modi".
Sorridono entrambi in un modo strano. E se ne accorgono. "No, no, nessuna vendetta - assicurano - i ragazzi possono stare tranquilli: nessuna ritorsione, continueranno a lavorare per noi".
Gabriele Guglielmi, per la Cgil, segue le vicende dei dipendenti della McDonald's che lo scorso 11 ottobre si ribellarono, per la prima volta, a Firenze. "Le regole imposte dalla multinazionale, a volte, infrangono ogni contratto di lavoro".

(Corriere della Sera - 2.11.00)

A ROMA SCIOPERO IN UN MCDONALD'S

Uno sciopero immediato è stato proclamato ed attuato ieri dai dipendenti di un McDonald's che si trova sul Grande Raccordo Anulare di Roma per ottenere "condizioni di lavoro più umane". L'astensione dal lavoro è stata decisa senza preavviso da parte dei lavoratori presenti pochi minuti prima delle 14. Il locale è rimasto comunque aperto perché il titolare e alcuni responsabili hanno continuato a lavorare. Sulla vicenda il titolare del locale e di McDonald's Italia non hanno commentato.

(Sole 24 Ore - 2.11.00)

CHIESA E MC DONALD's - tratto da SPZK newsletter

Pensavate che boicottare MCdonald fosse un gesto anticapitalista??? Credevate davvero che ogni MC' fosse da distruggere perchè rappresenta una delle multinazionali più infami del pianeta terra o perchè affama milioni di uomini e donne contribuendo inoltre allo sterminio di animali dopo averli torturati, o ancora, perchè utilizza cibi geneticamente modificati e sfrutta forza lavoro flessibile assunta grazie a qualche agenzia interinale???? Se è così vi state sbagliando di grosso! leggete cosa scrivono i vescovi italiani sui fast-food.

Da "la repubblica": ROMA - Un buon cattolico non deve mangiare hamburger. E nemmeno patatine fritte e Mc-menu. Insomma, un buon cattolico non si può permettere un pasto al fast-food. La condanna arriva, addirittura, da "Avvenire", il quotidiano dei vescovi italiani, a firma di Massimo Salani, docente di Patrologia. Motivazioni: al fast-food manca "l'aspetto comunitario di condivisione". Ma non basta: l'hamburger è anche colpevole di riflettere "quel rapporto individualistico tra uomo e Dio instaurato da Lutero". Scomodati dunque Dio e Lutero per una condanna teologica ai pasti mordi e fuggi, che farebbero dimenticare la sacralità del cibo. Perché pranzare nei vari McDonald's significa mandar giù due cose al volo e poi correre a dedicarsi ad altre incombenze. E questo soddisfare la fame "più in fretta possibile" non sarebbe decisamente cattolico. Il giornale dei vescovi italiani ha dedicato una pagina intera al rapporto cibo-cattolicesimo, prendendo spunto dal libro "A tavola con le religioni" scritto dal professor Salani. Che fornisce così anche una spiegazione agli assalti condotti contro le sedi di McDonald's. Si tratterebbe infatti di azioni "sintomatiche" contro il "tempio dell'alimentazione americana" che ha ormai soppiantato il pasto sacro. Dolori della secolarizzazione. Come far fronte a questa avanzata di carne e patatine portatoti di protestantesimo? Salani propone un "fronte ecumenico delle religioni contro le biotecnologie. Il cibo è donato da Dio così com'è, e la purezza della creazione non può che trovare un terreno d'impegno comune tra i credenti". Segue poi una rassegna dei difetti dietetici nelle diverse religioni. Quindi, secondo Salani, i protestanti mangiano in fretta e male; i cattolici mangiano troppo; i musulmani non hanno una dieta bilanciata. Ma sono comunque e sempre i cattolici i migliori. Perché in fin dei conti la loro "libertà alimentare è l'optimum sia dal punto di vista teologico che dietetico". L'unico vizio consiste nel fatto che spesso e volentieri tale libertà è usata "in modo distorto e per qualcuno è diventata possibilità di mangiare tutto, e tanto, ovunque e sempre. Cosa che non è conforme alla storia della Chiesa". Ma McDonald's Italia con poche parole precisa che "fast food significa essere serviti velocemente, non mangiare velocemente". E, senza voler entrare in un dibattito teleologico, ricorda che nella catena americana vengono serviti panini a clienti di ogni razza e religione, adattandosi ad ogni cultura. In Israele, per esempio, sono venduti cibi "kosher" e gli hamburger indiani sono rigorosamente privi di carne bovina. (8 novembre 2000)

Milano 12.11.2000 - Un’ora di guerriglia con auto incendiate, lancio di sassi, lacrimogeni: 20 feriti Cortei, scontri, barricate, lacrimogeni, auto incendiate, sassi contro le vetrine di McDonald, un intero quartiere in stato d’assedio, 9 feriti, 17 arrestati: un sabato di guerriglia in via Valtellina riporta Milano nel clima cupo degli anni Settanta. Una manifestazione non autorizzata dei centri sociali contro gli estremisti di destra di Forza Nuova riuniti nella discoteca De Sade ha provocato l’intervento della polizia.

LAVORO PER UNA GRANDE CATENA.
QUANDO NON CI STAI PIU’ DENTRO, IT’S TIME FOR
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Chainworkers E’ la comunità Web di chi come te lavora per una catena perché è l’unica alternativa se vuoi un po’ di indipendenza o non hai dietro la famiglia. Ti fa conoscere altri come te che lavorano da MickeyDonald’s, Autokill, Stitiko, Blockbastard, FIKEA ecc. Ti dà consigli per risolvere le storie brutte sul lavoro. E’ un punto di scambio di notizie e informazioni su ingiustizie e lotte. La webzine CHAINWORKER, che puoi leggerti sul sito, lancia la campagna: VOGLIAMO minimo 15000 in tasca per ogni ora di lavoro PIU’ 50% di straordinario la sera e il sabato 100% di straordinario la domenica e la notte
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è ospitato da Isole nella Rete (
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), il sito dei centri sociali italiani. Dietro chainworkers.org ci stanno due gruppi del Deposito BULK (in P.zza Cimitero Monumentale MI,
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), infospaccio e LOA, ossia gli spubblicitari e gli hackari della città che insieme a tanti altri inkazzati, dalla RASC a Smokers, passando per gli sgomberati di Metropolix, convergono sul BULK.

McDonald’s? Strike - da LA REPUBBLICA 2/11/00
I lavoratori: "Ci trattano come schiavi" Improvviso sciopero nella succursale GraArdeatina. "Ritmi di lavoro impossibili"

SI considerano i «nuovi schiavi del Duemila». Una ventina di dipendenti McDonald’s, dell’area di servizio del Gra, all’altezza dell’Ardeatina, hanno deciso di incrociare le braccia e di scioperare contro le «condizioni disumane di lavoro, il divieto di bere e andare in bagno durante le ore di servizio». L’agitazione è scattata alle 13.50 di ieri quando il punto ristoro affiliato alla McDonald’s accoglieva centinaia di clienti. A far scattare la rivolta è stato l’appunto mosso ad alcuni dipendenti sulla loro «lentezza» nelle operazioni di cassa. L’astensione dal lavoro è stata decisa senza preavviso. È la seconda volta che il colosso statunitense si trova davanti a uno sciopero "nostrano". I primi a entrare in agitazione sono stati, lo scorso 3 ottobre, gli addetti di un locale di Firenze. Ieri, alla protesta sul Gra non hanno aderito tutti i lavoratori ma solo i rappresentanti e gli iscritti della Cisl, mentre quelli della Uil sono rimasti dietro il bancone con il gestore e alcuni suoi stretti collaboratori garantendo l’apertura del locale. Il punto ristoro, "H.P. Hamburger e patatine Spa", si trova in un’area di servizio nei pressi dell’uscita Ardeatina. Una posizione strategica per l’esercizio (come tanti altri anche questo McDonald’s è in franchising) che conta un’ottantina di dipendenti tra parttime e fulltime. I turni di lavoro quotidiani variano dalle quattro alle otto ore. Gli stipendi oscillano dalle 750 mila lire al milione e 300 mila al mese. Con gli straordinari nessuno supera il milione e 600 mila. I lavoratori , tra i 20 ed i 25 anni, hanno manifestano davanti alle vetrine colorate formando un serpentone e scandendo slogan: «Kunta Kinte è tornato», riferendosi allo schiavo del romanzo «Radici». Sui cartelli, improvvisati, altre proteste: «Abbiamo solo braccia non siamo piovre. Chiediamo scusa». «Ogni giorno tra pullman e comitive di turisti transitano migliaia di persone da noi. Non c’è verso, però, di aumentare il personale anzi tendono a tagliarlo scaricando maggiori carichi di lavoro su chi è in servizio spiega Roberta Migliaccio, rappresentante della Cisl E così siamo controllati col cronometro come se fossimo alle Olimpiadi. Ci sono standard precisi a cui dobbiamo attenerci. Per servire un cliente non bisogna superare il minuto e mezzo…». I ritmi di lavoro, considerati troppo pesanti, sono la principale ragione della mobilitazione. «Ci chiedono sempre di essere più veloci. Ci controllano se bevi e se vai al bagno aggiungono altri ragazzi Se ci chiedono di prolungare i turni diciamo sempre di sì anche se spesso ci sono problemi per il pagamento delle ore di straordinario». Ai carichi di lavoro si aggiungono accuse di comportamenti poco rispettosi dello statuto dei lavoratori. «Siamo costretti addirittura ad adeguarci al look che la McDonald’s richiede aggiunge la rappresentante della Cisl Un conto è la divisa. Un'altra cosa, invece, è non poter indossare l’orecchino. Ai nostri colleghi viene, addirittura, vietato di farsi crescere la barba o il pizzetto. Si tratta di comportamenti autoritari che non sono previsti da alcuno statuto…». Alla contestazione replica il titolare del locale che butta acqua sul fuoco e ridimensiona i toni della protesta. «Ho parlato con i ragazzi che stanno scioperando e ho sentito le loro lamentele. Fino ad oggi non ho mai potuto rendermi conto degli eventuali problemi. Ho promesso di parlarne con i miei collaboratori che si occupano della gestione personale spiega Francesco Fuga, gestore del McDonald’s Voglio far chiarezza. Il rispetto nei confronti dei dipendenti deve essere garantito ed è fondamentale. Anche perché se chi lavora è contento anche il cliente resta più soddisfatto…».

Che cosa c'è di sbagliato in McDonald's?
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McDonald's spende ogni anno oltre 1,8 miliardi di dollari in tutto il mondo in pubblicità e promozioni provando così a costruirsi l'immagine di una compagnia "verde" e "attenta" che è anche un posto divertente dove mangiare.
I bambini vengono attirati dentro (trascinandosi i genitori dietro di loro) con la promessa di giocattoli ed altri aggeggi. Ma dietro il sorriso sulla faccia di Ronald McDonald (il clown testimonial della McDonald's) si nasconde la verità - l'unico interesse di McDonald's è il denaro, trarre profitto da chiunque e dovunque si riesca a farlo, così come è per tutte le compagnie multinazionali.
Il Rapporto Annuale di McDonald's parla di "Dominazione Globale" - aspirano ad aprire negozi su negozi, sempre di più, in ogni angolo del mondo - ma la loro espansione su tutto il globo significa più uniformità, minore scelta e l'indebolimento delle comunità e delle culture locali.

Reclamizza cibo non salutare

McDonald's reclamizza il proprio cibo come "nutriente", ma la verità è che si tratta di cibo~truffa - ricco di grassi, zuccheri e sale, e povero di fibre e vitamine. Un'alimentazione di questo tipo è legata ad un alto rischio di malattie del cuore, cancro, diabete ed altre malattie. Il loro cibo contiene anche molti adittivi chimici, alcuni dei quali possono causare stati febbrili, ed iperattività nei bambini. Non dimenticare mai che la carne è la causa maggiore di tutti gli avvelenamenti da cibo. Nel 1991 McDonald's è stato responsabile di una serie di avvelenamenti da cibo in Gran Bretagna, nei quali la gente colpita soffrì di gravi insufficienze renali. Con i moderni metodi di allevamento intensivo, altre malattie - legate ai residui chimici o a pratiche non naturali - sono diventati un pericolo per tutti/e (come ad esempio la BSE - la malattia della "mucca pazza").
Sfrutta i lavoratori

I lavoratori dell'industria del fast food hanno paghe molto basse. McDonald's non paga straordinari anche quando i lavoratori ne fanno diverse ore. La pressione per realizzare sempre maggiori profitti fa si che siano assunti meno addetti di quelli necessari cosicchè quelli che ci sono devono lavorare sempe più velocemente e sempre più duramente. Come conseguenza, gli incidenti (particolarmente le ustioni) sono molto comuni. La maggior parte dei lavoratori/trici di McDonald's sono persone che hanno poche possibilità di trovare lavoro e sono costretti ad accettare questo tipo di sfruttamento, e oltretutto sono anche obbligati e obbligate a "sorridere"! Non è quindi una sorpresa che il ricambio del personale da McDonald's sia molto alto, questo fa si che si virtualmente impossibile sindacalizzarsi e lottare per migliori condizioni di lavoro, in più McDonald's si è sempre opposto ovunque alle organizzazioni dei lavoratori.

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Deruba i poveri

Grandi aree di terra nei paesi poveri vengono deforestate per vendere il legno o per dare spazio agli allevamenti di bestiame o per coltivare i foraggi per nutrire gli animali che verranno mangiati nell'Occidente. Tutto questo viene fatto a danno delle risorse alimentari di questi paesi, tenuti in ostaggio tramite il debito dalla Banca Mondiale e dalle multinazionali. McDonald's pubblicizza e impone continuamente prodotti a base di carne (manzo, pollo etc.), spingendo la gente a mangiare carne troppo spesso, questo fa si che vengano distrutte enormi risorse per l'alimentazione mondiale. 7 milioni di tonellate di cereali producono solo 1 milione di tonnellate di carne e derivati. Con una alimentazione basata sui vegetali e con razionale utilizzo delle terre, ogni regione potrebbe essere autosufficiente per l'alimentazione.

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Danneggia l'ambiente

Le foreste di tutto il mondo - sono vitali per tutte le specie di vita - vengono distrutte ad un ritmo spaventoso dalle società multinazionali. McDonald's alla fine è stato costretto ad ammettere di usare bovini allevati su terre dove erano state disboscate foreste pluviali, compromettendo la rigenerazione di queste. Considera anche che l'utilizzo di allevamenti da parte delle multinazionali spinge gli abitanti di quelle zone ad andarsene in altre aree e a tagliare ulteriori alberi. McDonald's è il più grande consumatore mondiale di carne bovina. Il metano emesso dagli allevamenti bovini per l'industria della carne è una delle maggiori cause del problema del "surriscaldamento della Terra". La moderna agricoltura intensiva si basa su un utilizzo pesante di prodotti chimici che stanno danneggiando l'ambiente.
Ogni anno McDonald's usa una inimmaginabile quantità di inutili confezioni di vari tipi, con un inutile spreco di carta, cartone e palstica che spesso hanno una durata di circa un minuto (dal bancone al tavolino), molte altre finiscono come sporcizia per strada.

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Assassina gli animali

Il menù delle catene di rivenditori di hamburger si basa sulla tortura e l'uccisione di milioni di animali. La maggior parte provengono da alllevamenti intensivi, in cui le condizioni sono indescrivibili, il cannibalismo ed il trasformare animali erbivori in carnivori è la regola, gli animali non vanno mai all'aria aperta ed al sole e non hanno libertà di movimento, al contrario sono costretti in box che a malapena li contengono. Le loro morti sono barbare - "la macellazione senza agonie" è un mito. Noi abbiamo la possibilità di sceglier se mangiare o meno carne, ma i miliardi di animali uccisi ogni anno per l'industria del cibo e degli hamburger non hanno alcun tipo di scelta.
Censura e processo McLibel (McQuerela)

Le critiche a McDonald's sono arrivate da un gran numero di persone e di organizzazioni su diverse problematiche. A metà degli anni ottanta, London Greenpeace mise insieme molte di queste questioni e convocò una Giornata Mondiale di Azione contro McDonald's. Questa si tiene ogni 16 ottobre con picchettaggi e dimostrazioni che si tengono in tutto il mondo. McDonald's che spende una fortuna ogni anno in pubblicità, ha provato a zittire le critiche che arrivavano da tutto il mondo minacciando di intraprendere azioni legali contro chi protestava. Molti sono stati costretti a fare retromarcia perchè non avevano i soldi per sostenere una causa legale di questo tipo. Ma Helen Steel e Dave Morris, due militanti di London Greenpeace, hanno sostenuto una causa, il più lungo processo per calunnia mai svoltosi in alta corte in Gran Bretagna, dalla quale la McDonald's ne è uscita con un grande danno a livello di immagine. Non era disponibile la difesa d'ufficio così si sono difesi da soli. McDonald's messo alle corde in corte ha rifiutato di rivelare una grande quantità di documenti. Ai due ecologisti imputati è invece stato negato il diritto ad avere una giuria. A dispetto di tutte le carte accumulate contro di loro, Helen e Dave hanno rovesciato il tavolo esponendo la verità e portando al processo lo sporco business di McDonald's. Intanto continuano a crescere le proteste contro questo gigante del fast-food da 30 miliardi di dollari di fatturato ogni anno. E' importantissimo ribellarsi contro ogni intimidazione e difendere la libertà di parola.

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Che cosa puoi fare

Insieme possiamo combattere contro le istituzioni e le persone ai posti di comando che dominano le nostre vite ed il nostro pianeta, e insieme possiamo creare una società senza sfruttati/e e senza sfruttamento. I lavoratori possono e debbono organizzarsi insieme per combattere per i loro diritti e la loro dignità.
La gente pone sempre più attenzione sull'alimentazione, nostra e dei bambini. Le popolazioni dei paesi poveri iniziano ad organizzarsi contro le banche e le multinazionali che dominano l'economia mondiale. Le proteste ambientaliste e le campagne per i diritti degli animali stanno nascendo e sviluppandosi dappertutto. Perchè non partecipare alla lotta per un mondo migliore. Parla con gli amici, le amiche, vicini e compagni di lavoro di questo problema.
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Ps. Se avete altre info su cibi del mc donald spostate qui non aprite altri topic per adesso metto in fondo al topic uno spoiler con i ringraziamenti spostate le info e ci sarete anche voi !!


Ringraziamenti

Pausaxn " forum esterno " Disinformazione " Mio zio " Google "


AGGIORNO ANDRO' FINO ALLA FINE IN QUESTA VICENDA!
 
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Comunque fa effetto guardarlo... :vomito:

Pensate, cosa diamine ci mangiamo?
Plastica?
 
Ora a roma al mc dv vado io mettono gli ingredienti sulla scatola visto che io prendo sempre il big mac c'e la salsa speciale chi sa come è fatta !!
 
Ma vedete il BigMac che colore orribilanteee Bleahhh e noi ke adoriamo queste cose .-. ci porteranno alla rovina. Un popolo di persone obese :S
 
Ho sempre odiato i cibi del McDonald, fanno troppo schifo nornali, poi guardando quel video...
 
sono andato al mc e mi sono avanzate delle patatine provo a vedere se rimangono cosi " vi faccio sapere " !!
 
Sono indistruttibili!! sto cercando risposte su come sono fatte appeno ho notizie sposto !
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Aggiornato

Scs ma potete segnalare hai mod di cambiare il titoto e di mettere questo : " Campagna Contro McDonald's "
 
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non voglio essere a favore di nessuno...
MA SMETTETELA CON TUTTE QUESTE CAMPAGNE E QUESTE COSE!
DIO BUONO,IL CIBO DEL MC DONALD RESTA INTATTO RISPETTO ALL'ALTRO PERCHè QUEL CIBO FA IL GIRO DI TUTTO IL MONDO..
E OVVIAMENTE GLI INGREDIENTI VENGONO FATTI APPOSTA CON PIU CONSERVANTI...
Comunque,mangiare eccessivo al mc donalds fa male io ci vado 1 volta ogni 1-2 mesi..ma qualunque cosa mangiamo ci fa male
sapete che ormai con l'aria che si respira possiamo prendere gravissime malattie mangiando la frutta e verdura non lavata ? -.-