Info Golden Bow G 36L

Gheddi

Utente Senior
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7 Giugno 2007
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Golden Bow G 36L

Vi presentiamo oggi l'ultimo arrivato della serie G36 della Golden Bow, la versione da cecchino dotata di mirino integrato e bipiede



Verso la fine degli anni '80, in risposta alla richiesta di un rimpiazzo per l'ormai obsoleto G3, la Heckler & Koch iniziò a progettare quello che sarebbe stato uno dei fucili più apprezzati del ventunesimo secolo. Dopo aver abbandonato il progetto del G11 , gli studi si concentrarono tutti sulla creazione di un unico fucile, nato ufficialmente nel 1995 con il nome di G36. Il fucile presentava innovazioni rivoluzionarie, come il corpo esterno quasi interamente in polimero, il selettore su entrambio i lati, per agevolare i mancini, il calcio pieghevole e l'uso dei proiettili calibro .223 ,nel rispetto delle disposizioni NATO di quel periodo.
Quella recensita oggi è la versione L del fucile, quella adibita al tiro a lunga distanza, che rispetto agli altri modelli si distingue per la canna molto più lunga, il bipiede lìottica incorporata.



Bello fuori...

La prima cosa che salta palesemente all'occhio è il corpo del fucile, interamente di plastica tranne che per la canna, il gear box e qualche piccolo particolare. Nonostante ciò la solidità dell'arma è sorprendente e non si riscontra alcun traballamento della canna, fattore dovuto anche alla presenza di sostegni vari all'interno del paramano della canna, dove è celata la batteria. A tal proposito ci duole constatare che, nonostante le dimensioni estremamente maggiori rispetto alla prima versione prodotta dalla casa , la "C"(corta), nonostante un aumento spropositato dello spazio sottocanna (circa 15 cm in più), la batteria è sempre la mini da 8,4v. Sempre riguardo a questa zona del fucile, dobbiamo constatare l'assenza del rail , dovuta alla presenza invece di un bipiede.L'attacco in metallo e i piedi in solida plastica fanno di questo accessorio uno strumento estemamente affidabile. Grazie alle punte ergonomiche e alla buona qualità dei pezzi, il "piantaggio" a terra è rapido e solido e i traballamenti sono minimi. Inoltre grazie a un perno rotante è possibile regolare leggermente l'angolo di mira.
Allontanandoci dalla "prua" del fucile dobbiamo invece soffermarci sull'ottica. Si tratta anche uin questo caso di un oggetto estremamente utile. L'ingrandimento 3x permette una buona visuale. Il mirino è a orizzonte con centro cerchiato, incredibilmente preciso. Due viti a brugola ai lati dell'ottica ne permettono un'accurata taratura.Inoltre, nel caso non si voglia far uso del mirino telescopico si può usufruire di uno secondario a tachhe, posto sopra al primo.
Il resto del fucile fa' le presentazioni da solo. Chiunque abbia mai provato questo modello o uno precedente conosce alla perfezione l'affidabilità del selettore di fuoco, sempre preciso e affidabile, e la stabilità del calcio.
Bisogna sottolineare anche l'incredibile equilibrio del fucile, che anche in versione "folded"(a calcio chiuso) non dà mai impressione di sbilanciarsi in avanti.
Da ultimo la cura dei particolari, che potrebbe invece essere migliore. Il logo originale è sostituito da quello Golden Bow con numero di serie unico. Non sono presenti sbavature su quasi tutto il fucile; le uniche presenti sono lungo il paramano-copricanna, dove si fanno abbastanza visibili, anche se tutti molto contenuti.



...Ma anche dentro!!!

Passando a un occhio più introspettivo, ci siamo dedicati a un'accurata analisi del Gear Box.
Anche qui è constatabile il classico marchio Golden Bow per la qualità dei pezzi.
Il Gear Box infattiha di serie tutti i componenti in metallo, salvo la testa pistone, il guidamolla e le boccole. Da sottolineare la potenza della molla, decisamente overjoule.
L'hop up è stato ulteriormente migliorato rispetto alle versioni precedenti e appare molto più preciso. Il registro è sempre a rotella ed è celato dietro all'otturatore, sul lato sinistro dell'arma.




Prestazioni

Alla misura della potenza il fucile spara a una potenza di circa 1,3 joule.
Il pallino in semi automatico vola dritto fino a circa 35-40 metri, per poi iniziare a piegare verso il basso. Si riscontra raramente qualche pallino che dopo venti metri devia in un lato, un problema probabilmente dovuto a qualche leggera imperfezione nella canna.
In automatico si riscontrano le stesse prestazioni, con un leggero allargamento della rosata finale, ma senza alcuna riduzione della gittata.







Conclusioni:
L'arma testata si è dimostrata estremamente affidabile, sia a livello strutturale che motoristico.
L'uso di ottimi componenti e di altri aggiornati rende il fucile molto affidabile e ampiamente consigliato a tutti i "Soft-Snipers".


Pubblicato il 03/08/2009 Scritto da Giacomo Berti


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