- 24 Giugno 2009
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Fonte: pilloleinformatiche
Naturalmente parliamo di virus informatici! (Anche se la definizione di virus può essere considerata analoga a quella dei virus biologici, dato che si tratta di “entità” in grado di replicarsi autonomamente invadendo un “ospite”).
Vi siete mai chiesti quando è nato il primo virus informatico della storia, chi lo ha creato e per quale motivo?
Il tutto NON è avvenuto per caso. Al contrario di quanto avvenne per il primo bug della storia, il primo virus venne creato per un motivo ben preciso: DIFENDERE la proprietà intellettuale di un software! Sembra un paradosso vero? Ma scopriamo come sono andate le cose.
Nel lontano 1986 due fratelli pakistani, Basit e Amjad Farooq Alvi, proprietari di un negozio di computer decisero di scrivere un software per punire chi copiava illegalmente il loro software. Il nome di questo software era Brain.A.
virus_brain
Brain.A si diffuse successivamente in tutto il mondo (naturalmente in modo molto più lento rispetto ai virus attuali). Il suo “scopo” era quello di infettare il settore di avvio della macchina vittima e cambiare l’etichetta del disco in ©Brain rendendo impossibile il caricamento del sistema operativo (DOS). Al successivo avvio della macchina ci si ritrovava davanti, al posto delle solite schermate, questa scritta:
virus_brain_autori
Come potete notare, i creatori ebbero la “cortesia” di inserire nel codice i dati riguardanti i loro nomi, indirizzo e numero di telefono (anche perchè come detto in precedenza Brain era stato creato come semplice metodo anti-pirateria), sul quale vennero subissati di chiamate da ogni parte del mondo per avere informazioni su come ripristinare le macchine infette! Ci vollero in tutto circa 9 anni per eliminare Brain dalla circolazione, grazie anche alla progressiva scomparsa dei dischi floppy ed alla nascita dei primi software antivirus.
La piaga inaugurata con Brain.A sostiene oggi un’industria antivirus da circa 4 miliardi di dollari (in costante crescita) e l’intero fenomeno si è evoluto da semplice pratica hobbystica a concreto impegno criminale volto ad attentare alla sicurezza dei sistemi meno protetti. Mikko Hypponen, responsabile F-Secure, vede in questa evoluzione la scintilla che ha portato i virus informatici ad essere quello che sono oggi, con la scena dominata dai vari “I love you”, Sasser, Netsky e Blaster.
Note Aggiuntive: Brain.A viene tutt’oggi considerato il primo vero virus della storia a causa della sua grande diffusione; in realtà non è stato il primo perchè i primi software aventi le caratteristiche tipiche dei virus furono Creeper, scritto da un certo Bob Tomas nel 1971, che girava su sistema operativo Tenex e Elk Cloner, scritto da Rich Skrenta all’età di 15 anni nel 1982, che girava su computers Apple II e si limitava a visualizzare una filastrocca sul monitor.
Naturalmente parliamo di virus informatici! (Anche se la definizione di virus può essere considerata analoga a quella dei virus biologici, dato che si tratta di “entità” in grado di replicarsi autonomamente invadendo un “ospite”).
Vi siete mai chiesti quando è nato il primo virus informatico della storia, chi lo ha creato e per quale motivo?
Il tutto NON è avvenuto per caso. Al contrario di quanto avvenne per il primo bug della storia, il primo virus venne creato per un motivo ben preciso: DIFENDERE la proprietà intellettuale di un software! Sembra un paradosso vero? Ma scopriamo come sono andate le cose.
Nel lontano 1986 due fratelli pakistani, Basit e Amjad Farooq Alvi, proprietari di un negozio di computer decisero di scrivere un software per punire chi copiava illegalmente il loro software. Il nome di questo software era Brain.A.
virus_brain
Brain.A si diffuse successivamente in tutto il mondo (naturalmente in modo molto più lento rispetto ai virus attuali). Il suo “scopo” era quello di infettare il settore di avvio della macchina vittima e cambiare l’etichetta del disco in ©Brain rendendo impossibile il caricamento del sistema operativo (DOS). Al successivo avvio della macchina ci si ritrovava davanti, al posto delle solite schermate, questa scritta:
Come potete notare, i creatori ebbero la “cortesia” di inserire nel codice i dati riguardanti i loro nomi, indirizzo e numero di telefono (anche perchè come detto in precedenza Brain era stato creato come semplice metodo anti-pirateria), sul quale vennero subissati di chiamate da ogni parte del mondo per avere informazioni su come ripristinare le macchine infette! Ci vollero in tutto circa 9 anni per eliminare Brain dalla circolazione, grazie anche alla progressiva scomparsa dei dischi floppy ed alla nascita dei primi software antivirus.
La piaga inaugurata con Brain.A sostiene oggi un’industria antivirus da circa 4 miliardi di dollari (in costante crescita) e l’intero fenomeno si è evoluto da semplice pratica hobbystica a concreto impegno criminale volto ad attentare alla sicurezza dei sistemi meno protetti. Mikko Hypponen, responsabile F-Secure, vede in questa evoluzione la scintilla che ha portato i virus informatici ad essere quello che sono oggi, con la scena dominata dai vari “I love you”, Sasser, Netsky e Blaster.
Note Aggiuntive: Brain.A viene tutt’oggi considerato il primo vero virus della storia a causa della sua grande diffusione; in realtà non è stato il primo perchè i primi software aventi le caratteristiche tipiche dei virus furono Creeper, scritto da un certo Bob Tomas nel 1971, che girava su sistema operativo Tenex e Elk Cloner, scritto da Rich Skrenta all’età di 15 anni nel 1982, che girava su computers Apple II e si limitava a visualizzare una filastrocca sul monitor.
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