Taranto - Momenti di tensione, assolutamente comprensibili, si sono registrati questa mattina davanti alle portinerie dell'Ilva di Taranto, dove tutt'ora sono in atto sit-in di operai, e dove si sono verificati scontri e accese proteste tra gli stessilavoratori, divisi tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare.
Ieri l'azienda ha comunicato la chiusura, immediata e irreversibile, dell'area a freddo, facendo rimanere a casa i lavoratori di quell'area. Dalle 7 di stamattina è così iniziato lo sciopero di almeno 24 ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm all'Ilva di Taranto dopo l'annuncio dell'azienda di chiusura dello stabilimento in seguito ai provvedimenti di ieri della magistratura, tra i quali il sequestro dei prodotti finiti e semilavorati con divieto di commercializzarli.
Intanto gli uffici della direzione dell'Ilva di Taranto sono stati occupati da alcune centinaia di operai.
Gli operai, dopo aver organizzato un corteo interno al quale hanno partecipato sia quelli impiegati nell'area a caldo sia quelli dell'area a freddo, hanno occupato di fatto tutta la palazzina che ospita la direzione dello stabilimento e ora stanno decidendo come proseguire la protesta.
"Non hanno voluto trovare una soluzione, governo e azienda continuano ad usarci - dicono alcuni di loro - e a rimetterci siamo soltanto noi e questa città. Così non può continuare." Al momento gli operai non sembrerebbero intenzionati a mettere in atto blocchi stradali, anche se attendono l'esito dell'incontro con i vertici dell'azienda. "Cosa accadrà? Non lo sa nessuno - dicono - qui si naviga a vista".
Ed esplode la rabbia anche contro i sindacati: "Ci avete svenduto per un panino e una bottiglia d'acqua. Una decisione giusta per noi - hanno gridato alcuni lavoratori ai rappresentanti sindacali - non l'avete presa. Avete lavorato solo per l'azienda e noi qui a farci il culo".
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