Materiale preso da: Il Messaggero
Testo scritto da: Simona Orlando
SANREMO (25 febbraio) - Sanremo ha detto no a Johnny Depp, lo ha confermato stamattina l’organizzazione del Festival. L’interprete di Sweeney Todd, musical macabro firmato da Tim Burton appena uscito in Italia, era disponibile a una trattativa che non è andata a buon fine per motivi economici. La cifra era insostenibile e, soprattutto, non garantiva la funzionalità allo spettacolo, visto come è andata nelle passate edizioni: un quarto d’ora di inutile intervista a spezzare lo show canoro, spesso fatta a personaggi di cattivo umore particolarmente puntuali poi nel batter cassa.
Un rifiuto stavolta non proprio azzeccato, per vari motivi. Innanzitutto Depp è attore amatissimo dalle donne e stimato anche dagli uomini, di bellezza indiscutibile e bravura affinata, che non si è dedicato a presenzialismi nella nostra televisione, il che avrebbe portato quell’elemento di novità che ogni anno a Sanremo si invoca e manca. Poi non sarebbe attraccato nelle vesti disparate del Capitano Jack Sparrow (che pure ai bambini avrebbe fatto piacere) ma in quelle del cantante-chitarrista e conoscitore di musica. Prima di affermarsi come attore, infatti, Depp suonava nella band Kids, addirittura smise di studiare a quindici anni con la speranza di diventare una rockstar. Ha suonato la chitarra nella traccia Fade In-Out degli Oasis e a lui si è ispirato il gruppo newyorkese con Gay for Johnny Depp. Dopo la defezione di Kylie Minogue e l’esiguità del calibro degli altri ospiti, ce ne sarebbe stato bisogno per elevare la kermesse a evento, invece di lasciar primeggiare reperti di casa nostra e di tappare i buchi della serata finale con la ridondante presenza di Carlo Verdone, già convocato per stasera.
Testo scritto da: Simona Orlando
SANREMO (25 febbraio) - Sanremo ha detto no a Johnny Depp, lo ha confermato stamattina l’organizzazione del Festival. L’interprete di Sweeney Todd, musical macabro firmato da Tim Burton appena uscito in Italia, era disponibile a una trattativa che non è andata a buon fine per motivi economici. La cifra era insostenibile e, soprattutto, non garantiva la funzionalità allo spettacolo, visto come è andata nelle passate edizioni: un quarto d’ora di inutile intervista a spezzare lo show canoro, spesso fatta a personaggi di cattivo umore particolarmente puntuali poi nel batter cassa.
Un rifiuto stavolta non proprio azzeccato, per vari motivi. Innanzitutto Depp è attore amatissimo dalle donne e stimato anche dagli uomini, di bellezza indiscutibile e bravura affinata, che non si è dedicato a presenzialismi nella nostra televisione, il che avrebbe portato quell’elemento di novità che ogni anno a Sanremo si invoca e manca. Poi non sarebbe attraccato nelle vesti disparate del Capitano Jack Sparrow (che pure ai bambini avrebbe fatto piacere) ma in quelle del cantante-chitarrista e conoscitore di musica. Prima di affermarsi come attore, infatti, Depp suonava nella band Kids, addirittura smise di studiare a quindici anni con la speranza di diventare una rockstar. Ha suonato la chitarra nella traccia Fade In-Out degli Oasis e a lui si è ispirato il gruppo newyorkese con Gay for Johnny Depp. Dopo la defezione di Kylie Minogue e l’esiguità del calibro degli altri ospiti, ce ne sarebbe stato bisogno per elevare la kermesse a evento, invece di lasciar primeggiare reperti di casa nostra e di tappare i buchi della serata finale con la ridondante presenza di Carlo Verdone, già convocato per stasera.