Ken Loach e il 'gran rifiuto': la verità del Torino Film Festival

tommy12

Utente Guru
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21 Novembre 2010
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Torino - Ken Loach, il regista inglese icona della sinistra, ha dato forfait al Torino Film Festival 2012: l'autore di "Terra e Libertà", non verrà a ritirare il premio alla carriera "Gran Torino" che gli è stato assegnato. E questo come segno di solidarietà verso alcuni lavoratori precari impiegati nell'organizzazione del Festival stesso.
Ma la replica del Torino Film Festival non si è fatta attendere: "Ci dispiace di constatare che un grande regista, al quale va da sempre la nostra ammirazione, sia stato male informato al punto da formulare riserve su comportamenti del Museo Nazionale del Cinema che non corrispondono in alcun modo alla realtà dei fatti. Ricordiamo che il contratto di assegnazione dei servizi di vigilanza e pulizia alla Mole Antonelliana e' stato stipulato a norma di legge, con una gara europea ad evidenza pubblica, rispettosa delle normative ministeriali e dei contratti di lavoro in essere. Il Museo non può essere ritenuto responsabile de comportanti di terzi, nè direttamente nè indirettamente. Di conseguenza, non sarebbe in alcun modo legittimato a intervenire nel merito di rapporti di lavoro fra i soci di una cooperativa esterna e la loro stessa società".
Il regista aveva motivato il suo 'gran rifiuto' dichiarando di non poter restare indifferente di fronte alla vertenza sindacale e alla storia di precariato di cui alcuni lavoratori gli hanno parlato in una lettera, in una delle cooperative impiegate dal Museo del Cinema a cui fa anche capo l'organizzazione del Festival. "E' con grande dispiacere che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival - ha così spiegato Loach - un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film. Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, 'Il pane e le rose'. Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni. Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio".

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