L'arcivescovo di Westminster
contro Facebook e MySpace
I siti di amicizia online sono pericolosi per la società e per i giovani. Possono portare gli adolescenti al suicidio
contro Facebook e MySpace
I siti di amicizia online sono pericolosi per la società e per i giovani. Possono portare gli adolescenti al suicidio
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L'arcivescovo Nichols[/cat]
L'arcivescovo Nichols[/cat]
MILANO - Facebook e MySpace minacciano la vita della comunità e portano gli adolescenti al suicidio. L'ha dichiarato l'arcivescovo di Westminster Vincent Nichols, primate della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles, spiegando che all'interno dei social network i ragazzi vivono l'amicizia in modo transitorio e che spesso la quantità degli amici viene ritenuta più importante della loro qualità.
CONDANNA - Per il prelato «l'amicizia non è un bene di consumo», ma è «frutto di intenso lavoro, durevole nel tempo». Al contrario, sostiene l'arcivescovo sul Times, le relazioni che si stabiliscono all'interno dei social network sono talvolta molto effimere e la leggerezza con cui si allacciano rapporti nei siti in questione è per lui contraria al concetto stesso di amicizia. Di qui alla messa in atto di azioni estreme il passo è breve, secondo Nichols: la maggiore facilità con cui online si perde la propria rete di rapporti può rappresentare un vero e proprio trauma, che in alcuni casi spinge addirittura al suicidio. È per questo che i siti di relazione online devono essere considerati socialmente e moralmente pericolosi.
INCOMUNICABILITÀ - Il problema risiederebbe nella progressiva perdita di capacità, da parte della società, di costruire comunità basate sulle relazioni interpersonali, e questo essenzialmente a causa della spersonalizzazione della comunicazione indotta dal sempre più frequente utilizzo di strumenti come email, instant messaging o Sms, che via via si stanno sostituendo alle conversazioni telefoniche o faccia a faccia. Questo, secondo Nichols, sta facendo venir meno la capacità di leggere e interpretare i segnali della comunicazione non verbale, come le espressioni del volto, la postura dell'interlocutore o il suo sguardo, elementi senza i quali si arriva alla disumanizzazione della vita sociale.
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