L'ilva chiude lo stabilimento di taranto. La fiom: "gli operai non abbandonino"

Rapinder

Utente Esperto
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19 Settembre 2011
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TARANTO - L'Ilva ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Taranto. La decisione è arrivata dopo il blitz e i sette arresti nel capoluogo jonico, avvenuti oggi. L'Ilva, in una nota, dice che il sequestro della produzione disposto dalla magistratura «comporterà in modo immediato e ineluttabile l'impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonchè la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto».
«L'azienda sta comunicando in questo momento che da stasera fermano gli impianti di tutta l'area a freddo. Noi invitiamo invece i lavoratori che devono finire il turno a rimanere al loro posto e a quelli che montando domani mattina di presentarsi regolarmente», ha detto all'ANSA il segretario della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli.
«L'azienda ci ha appena comunicato la chiusura, pressochè immediata, di 'tutta l'area attualmente non sottoposta a sequestrò e ciò riguarda oltre 5000 lavoratori cui si aggiungerebbero a cascata, in pochi giorni, i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica», ha detto il segretario Fim Cisl Marco Bentivogli.

7 ARRESTI Nuovo 'tsunami' sull'Ilva. La Guardia di Finanza stanno eseguendo sette arresti a Taranto e in altre regioni nei riguardi dei vertici della societa' e di politici e funzionari pubblici. Tre persone sono in carcere e quattro agli arresti domiciliari, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, disastro ambientale e concussione. Gli arresti vengono eseguiti dalla Guardia di Finanza sulla base di due ordinanze di custodia cautelare firmate dai Gip Patrizia Todisco e Vilma Gilli. I provvedimenti sono legati anche ad una inchiesta, parallela a quella per disastro ambientale che il 26 luglio scorso ha portato al sequestro degli impianti dell'area a caldo del Siderurgico. Questa inchiesta parallela è stata denominata 'Environment Sold Out' (Ambiente svenduto).

INDAGATO FERRANTE Il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, è indagato nell'ambito delle inchieste tarantine per «inosservanza delle precedenti disposizioni dell'autorità giudiziaria». Indagato per lo steso reato l'attuale direttore dello stabilimento tarantino, Adolfo Buffo. Entrambi hanno ricevuto informazioni di garanzia dalla procura.

ARRESTATO RIVA C'è anche Fabio Riva, vicepresidente di Riva Group, tra i destinatari delle sette ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito delle inchieste sull'Ilva di Taranto. Il provvedimento nei confronti di Fabio Riva, figlio del patron dell'Ilva Emilio ai domiciliari dal 26 luglio, non è stato ancora eseguito. Tra gli arrestati c'è l'ex dirigente dell'Ilva per i rapporti istituzionali Girolamo Archinà, che è stato trasferito in carcere. Archinà era stato 'licenziatò tre mesi fa dall'azienda dopo che, dall'inchiesta per disastro ambientale, era emerso un episodio di presunta corruzione che coinvolgeva l'ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti, al quale Archinà avrebbe consegnato una busta contenente la somma di 10mila euro in cambio di una perizia addomesticata sull'inquinamento dell'Ilva. Anche Liberti è destinatario di un provvedimento di arresto.

EX ASSESSORE IN MANETTE C'è anche l'ex assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto, Michele Conserva, tra le persone destinatarie di provvedimenti cautelari nell'ambito delle inchieste sull'Ilva di Taranto. Conserva è agli arresti domiciliari e si è dimesso circa due mesi fa dall'incarico.

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