Roma, il neonato muore dopo un diverbio tra le ostetriche: denuncia dei genitori

Blue.

Utente Mitico
Autore del topic
11 Luglio 2008
6.657
37
Miglior risposta
0
ROMA - Un neonato è morto al policlinico Casilino di Roma, due giorni dopo essere venuto alla luce per problemi respiratori. I genitori, due romani di 30 e 26 anni, sospettano che dietro al decesso ci siano negligenze da parte del personale medico ed hanno presentato una denuncia alla magistratura segnalando tra l'altro che poco prima del parto, avvenuto con un taglio cesareo, c'era anche stato un diverbio tra due ostetriche sulle modalità di intervento da eseguire. «Voglio giustizia e verità - è lo sfogo del padre del bimbo, che ha altre due figlie di 3 e 6 anni - se c'è qualcuno che ha sbagliato paghi. Voglio spiegazioni: ci sono tante cose che già dal primo giorno sono andate storte. Ad oggi io non so perchè mio figlio è morto. Non mi sembra sia stato fatto il massimo, per me ci sono state delle negligenze».
CESAREO - «Il 26 agosto - racconta l'uomo - mia moglie ha partorito con un cesareo, circa 14 giorni prima dell'intervento programmato, perchè aveva dei dolori. Poco prima due ostetriche hanno avuto un diverbio sulla necessità di procedere o meno con l'intervento, credo per un problema di cambio turno. Visto che mia moglie continuava ad avere dolori, però, ho insistito perchè venisse fatto il cesareo. Alle 20.47 è nato il bimbo e gli hanno fatto credo interventi di routine. Poco dopo lo hanno intubato perchè, ci hanno detto, aveva problemi respiratori. La mattina dopo ci hanno detto che durante la notte mio figlio si era tolto il tubo da solo.
PEGGIORAMENTO IMPROVVISO - Nel pomeriggio sembrava che le condizioni stessero migliorando ma la mattina del 28 agosto ci hanno detto che la situazione era peggiorata per una crisi respiratoria durante la notte. A un certo punto - spiega l'uomo - ci hanno anche detto che non si trattava più di un problema respiratorio ma di un problema metabolico e che a quel punto si pensava di trasferirlo prima al Bambino Gesù, poi all'Umberto I perchè lì c'era posto. Mentre aspettavamo l'ambulanza per il trasporto le condizioni del bimbo sono diventate sempre più critiche. Quando hanno provato a fare il trasporto ci hanno detto che non c'era più niente da fare». (Fonte: Ansa).