Salvatores, film girato in lituania con malkovich star: "mi ha fatto crescere"

Rapinder

Utente Esperto
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19 Settembre 2011
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COURMAYEUR - «In questo momento storico, negli ultimi giorni, ci sarebbero tanti motivi per staccarsi dall'Italia: sembra di stare in un film horror e ha ragione Libération quando parla del ritorno della mummia. Ma non è questo il motivo per cui ho fatto questo film all'estero». John Malkovich come star, due giovani protagonisti lituani, un cast senza italiani e un film girato in condizioni proibitive. L'Educazione siberiana di Gabriele Salvatores non è stata una «fuga dalla realtà», ma un modo per mettersi alla prova, raccontando la storia di due amici tra il 1985 e il 1995 in una regione del sud della Russia, mentre cadeva il muro di Berlino e spariva l'Urss, tra mafia e criminalità. Il regista di Mediterraneo ne ha proposto un assaggio al Noir in Festival di Courmayeur, in compagnia di Nicolai Lilin, l'autore del romanzo a cui è ispirato (che prima di dire sì a lui ha rifiutato molte richieste, anche da Hollywood) e dei suoi giovani attori.
Salvatores, è un film di prime volte...
«Sì, è il primo non partito da una mia idea, è il più importante che abbia mai fatto dal punto di vista produttivo. È il primo che giro in inglese e non c'è nemmeno uno dei miei amichetti nel cast. E somiglia al sogno di cinema che avevo da ragazzo».
Se non fuggiva dall’Italia, qual era la motivazione?
«L'analista mi ha detto che dovevo diventare adulto e uscire dal mio guscio, provare ciò che mi fa paura, e questa esperienza mi ha fatto paura».
Sarà un film imponente?
«Ho fatto 1300 inquadrature, mentre mediamente ne faccio 600. C'era una troupe di 105 persone e ho dovuto rinunciare all'abitudine di salutare tutti a fine giornata. Per certi versi non è un film italiano».
Com'è stato lavorare con John Malkovich?
«Avevo sentito su di lui voci terrorizzanti, invece è stato perfetto. Siamo partiti dalle nostre somiglianze: siamo ex-chitarristi che volevano fare le rockstar, poi abbiamo fatto teatro e poi cinema».
Ultimamente si parla molto di lei come nuovo direttore del Festival di Torino.
«Ho parlato con queste persone solo una volta prima dell'estate e non ho avuto nessuna proposta ufficiale: non so che dire se non che avrei dei problemi, perché l'anno prossimo, nel giro di un anno e mezzo, devo girare due film. Di cui uno su adolescenza e supereroi».

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