Ucciso per cinquemila euro. Il sindaco: «Non è gente di qui»

Gianburrasca

Utente Assiduo
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23 Luglio 2009
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Caserta Lo hanno malmenato a morte per derubarlo di cinquemila euro e poi sono scappati via. Nel Casertano è caccia ai malviventi, probabilmente tre, responsabili della morte di Bartolomeo Casparrino, 50 anni da compiere il 21 agosto, bidello della scuola elementare di Vairano Patenora.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, i rapinatori sarebbero penetrati, l’altra notte, attraverso il tetto (ipotesi avallata dal fatto che porte e finestre non presentavano segni di effrazione) nella casa di vico Santa Maria a Fratte dove l’uomo viveva con l’anziana madre, Lucia, 70 anni. Casparrino è stato picchiato, probabilmente perché non voleva rivelare il luogo dove teneva nascosti i soldi, e poi legato e imbavagliato assieme alla donna. Sulla morte, al momento, le ipotesi sono tre: un infarto, la conseguenza delle botte ricevute o soffocamento. Questo perché il corpo, al primo esame esterno, aveva ecchimosi ma non ferite da taglio e da arma da fuoco.
Secondo quanto ricostruito dalla madre della vittima, ad agire sarebbero state tre persone di accento italiano che, stando, come detto, alle prime ricostruzioni si sarebbero introdotte dal tetto della casa, un rustico a due piani, immobilizzando prima il bidello, divenuto bersaglio di percosse, e poi la 70enne: successivamente hanno rinvenuto e portato via circa cinquemila euro che erano nascosti in casa.
Nel frattempo, già agonizzante per i colpi ricevuti, Casparrino è spirato senza che i soccorsi giunti successivamente sul luogo potessero fare nulla per salvarlo. Ai sanitari non è rimasto altro che constatare il decesso dell'uomo.
Sul posto si sono recati gli uomini della Scientifica per i rilievi. La morte del bidello ha creato grande sconcerto tra gli abitanti della zona, che descrivono Casparrino come «un brav’uomo, che non creava problemi a nessuno. Ma chi ha agito non è di qui, di questo siamo sicuri». E il sindaco di Vairano, Giovanni Robbio, appena appresa la notizia ha lasciato il luogo dove era in vacanza per rientrare al paese e rendersi conto di persona di quello che era accaduto. Increduli anche i colleghi del circolo didattico dove Casparrino lavorava come bidello dal 1982: in sella alla sua bicicletta, ogni mattina con grande puntualità raggiungeva la sede scolastica. Attualmente l'uomo era in ferie e sarebbe rientrato al lavoro il 31 agosto. «Una persona molto tranquilla, senza grilli per la testa» dicono. E proprio questo particolare del carattere della vittima ha fatto escludere subito ai carabinieri che alla base di quanto accaduto ci fosse una vendetta personale. Un episodio che ha rinfocolato la paura nella zona, già in passato oggetto di raid criminosi all'interno di abitazioni. L'ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato pochi giorni fa a Baia e Latina, un piccolo centro a prevalente attività agricola, teatro di scorribande da parte di malviventi armati e con il volto coperto da passamontagna. Secondo le forze dell'ordine, ad agire nella zona potrebbero essere organizzazioni composte da pregiudicati della zona e manovalanza reclutata tra gli immigrati dell’Est europeo, particolarmente numerosi in Terra di Lavoro e già in passato protagonisti di episodi criminali. E perquisizioni sono state effettuate dai carabinieri all'interno di abitazioni di personaggi già resisi protagonisti in passato di rapine. Ma non ci sono stati esiti apprezzabili. La caccia ai responsabili della morte di Bartolomeo Casparrino continua.
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